martedì 20 febbraio 2007

FRAMMENTI


Martin era un giovane Statunitense di origine irlandese.
Grosso come un armadio “quattro stagioni”, perennemente ubriaco, iroso e manesco come solo un Irlandese sbronzo sa esserlo.
Un amico lo aveva accompagnato ad uno dei miei corsi perché la bottiglia lo stava uccidendo, ma Martin era venuto solo per far piacere a lui e non aveva nessuna intenzione di collaborare: la mattina, all’apertura del corso, era già alticcio… dopo un paio d’ore navigava in un nebbioso fiume d’alcol.
Tuttavia, quando mostrai la Spada per parlare dell’aggressività, della paura, della possibilità di controllarle, era parso per la prima volta molto interessato ed aveva fatto domande finalmente lucide…
Ovviamente i bambini non erano ammessi al corso: quelli che accompagnavano dei partecipanti erano affidati alle cure di una mia collaboratrice, ma mi avevano visto entrare in sala vestito in modo strambo e con una Spada al fianco ed erano curiosi.
Così, in un intervallo dello stage, li invitai a vedere la Spada ed a maneggiarla, mentre spiegavo loro alcune cose elementari.
Era l’ora del pranzo: posai la Spada su un tavolo dietro di me e mi accinsi a salutare i ragazzi, quando vidi la mia collaboratrice, che mi stava di fronte, impallidire e farmi cenno con gli occhi di guardarmi alle spalle…
Centoventi chili di Irlandese ubriaco si muovevano con aria minacciosa verso di me, impugnando la mia affilatissima Katana con cui mi stava minacciando.

“Che succede, Martin?” domandai cercando di mantenere ferma la mia voce.

“Tu sei un falso!” – mi urlò sventolandomi la lama davanti alla faccia – “Tu hai detto che questa Spada è un simbolo sacro, per te…e poi l’hai data a quei ragazzini per giocare!”

Mossi un paio di passi decisi nella sua direzione, fermandomi solo quando la punta della Katana sfiorò la pelle della mia gola.
Dovevo alzare la testa per poterlo guardare negli occhi…

“Martin!” – gli dissi con voce bassa, ma dura – “Tu non hai capito un cazzo! Questo Kimono che indosso è un simbolo sacro, questa Spada è un simbolo sacro…
Ma niente al mondo è più sacro di quei bambini!”

Restò per un lunghissimo istante come pietrificato, la mano gli tremava e la punta della Spada mi graffiava la gola.
Poi vidi una luce di dolorosa comprensione accendersi nei suoi occhi.

“Hai ragione…” mi disse, mi consegnò la Spada e scoppiò a piangere.

Capii in quel momento che ce l’avrebbe fatta.

19 commenti:

ska ha detto...

Dio mio, Equo...mi fai venire i brividi...
se pure tutto quel che racconti non fosse vero, avrebbe senso lo stesso.

Equo ha detto...

Quando racconto leggende cinesi posso creare; quando parlo della mia vita e del mio mestiere...no. Ti ringrazio dell'apprezzamento e ti assicuro che, sempre, sotto la voce "Frammenti" narrerò solo episodi realmente accaduti.

ska ha detto...

No, Equo...lungi da me! Ci credo eccome, è solo che sembra così....educativo!
Poi lo scrivo così bene che pare un racconto.

elena ha detto...

Equo... ho deciso cosa voglio fare da grande: mi insegni? :)

elena ha detto...

Equo, quell'irlandese era rissoso col mondo perché ce l'aveva con se stesso.. Con quel gesto aggressivo nei tuoi confronti, ha rivelato il bambino "tradito" che era in lui. Parlandogli dell'amore per i bambini l'hai sconvolto, perché ha realizzato che gli stavi dicendo che quell'amore l'avevi anche per lui..
Una bella lezione di vita. Grazie Maestro!

p.s. penso proprio che dovremo assistere ad uno dei tuoi stage, una volta o l'altra..

elena ha detto...

il commento di prima è mio.
ciao. mauro

Equo ha detto...

Un buon Naturopata non può esimersi dall'avere una spiccata sensibilità.
Vi farò sapere quando riesco a mettere insieme un gruppo per uno stage...dopo un anno sabbatico sto cercando di ripartire: sono in crisi di carenza! :-) In quanto a te, Elena... i Cinesi dicono: "Attento a ciò che desideri, perché potrebbe realizzarsi". Credo che in un prossimo post racconterò un altro pezzo della storia di Martin. Tenetevi forte :-)

Equo ha detto...

PS: c'è solo un particolare... Ai miei stage non si può "assistere": si partecipa, ci si coinvolge, ci si rivolta come un guanto...e poi si sta meglio :-)

elena ha detto...

permettimi... che DOPO mi senta meglio è sperare troppo... forse sì, ma solo dopo che mi avranno sparato un paio di nimesulide (tanto per non fare pubblicità a case farmaceutiche...) direttamente in vena. sono in attesa di artroprotesi bilaterale e temo che il tuo "rivoltarmi come un guanto" avrà ripercussioni poco piacevoli... :)))
ma sono disposta a rischiare!
Quanto ai cinesi, sono saggi... ma forse i miei desideri, quelli veri, son troppo... alti? o forse dipendono più dalla buona volontà di tutti...

Equo ha detto...

Bueno: una cosa per volta... Psiche e soma sono, ovviamente collegati, ma è chiaro che il mio "star meglio" si riferisce più ad una condizione psichica...anche se... Come sai bene il nostro cervello è un complesso laboratorio chimico-farmaceutico e ci sono sistemi di respirazione, di visualizzazioni guidate ed altro, che permettono d'incrementare la produzione di endorfine ed anti-infiammatori naturali. In ogni caso ciò che sono certo di poter trasmettere è un diverso livello di accettazione del dolore, anche di quello invalidante. Naturalmente, prima, è necessario che conosca, per così dire, l'anamnesi del paziente; anche se le cose che più interessano me sono quelle che i medici trascurano... Ma avremo tempo di parlarne.
Ah! Se ti piace mangia ananas fresco: male non fa :-)

Xalimar ha detto...

Dimmi Equo a cosa fa bene l'Ananas fresco, ne mangio due al giorno da quando vivo in Brasile...

Equo ha detto...

L'ananas contiene elementi con notevoli qualità anti-infiammatorie; e lo sanno anche le case farmaceutiche che producono farmaci ad imitazione di tali principi (l'Ananase, ad esempio, tanto per non far anch'io pubblicità). In ogni caso devo precisare che, secondo il mio pensiero, ogni volta che assumiamo sostanze "curanti" o analgesiche, impigriamo il nostro organismo, disabituandolo a produrle in proprio. Non bisogna, tuttavia, essere estremisti... come dicono a Roma: quanno ce vò, ce vò!

elena ha detto...

Non proseguo nella descrizione dei miei acciacchi sennò vi addormentate - dico solo che la mia soglia di sopportazione del dolore è abbastanza alta. Ma mi incuriosisci sempre di più... di Ananase credo di essere imbottita ancora adesso... ma, ovviamente, è meglio l'ananas fresco.
Equo, quand'è che mi prendi definitivamente in cura??? :)))

Equo ha detto...

Mmmm Elena.... Dove hai detto che abitate?

elena ha detto...

L'ho detto? Mah!
Tra Milano e Pavia, comunque - più o meno a metà strada. Hai presente? tra riso, nebbia, zanzare ed inquinamento... :)

Equo ha detto...

Ho presente. Ho antenati Vercellesi, m'intendo di risaie e di zanzare. Ti assicuro che il delta del Mekong è peggio :-)) Comunque...non mettiamo, come si dice, limiti alla Provvidenza...e, soprattutto, alla nostra volontà. Avremo modo sicuramente di conoscerci meglio e di esplorare insieme i possibili percorsi. Sei una bella persona.

elena ha detto...

Sono arrossita... e non è facile. Adesso dirti che ricambio sembra una facile smanceria... ma davvero, con il Naturopata mio sodale ce lo siamo detti spesso, che "dobbiamo coltivarti"... perché sarà tutta salute per le nostre anime.
Però... c'è una cosa che mi "perseguita", ed è il tuo post sulla "maschera". E se non fossi poi così bella, ma fossi solo il risultato di come mi vedi? O di come mi sono "obbligata" ad essere? A certi livelli, la "filosofia" non fa per me: rischio l'immobilismo! :)
Suerte, amico!

Equo ha detto...

Cara Elena, non so se hai visto il film "L'Ultimo Samurai". Il protagonista giapponese (che, anche se gli hanno cambiato il nome, è ricalcato sulla figura storica di Saigo Takamori)cerca per tutta la vita di trovare il fiore di ciliegio perfetto. Nel momento della morte sul campo di battaglia lo sguardo gli cade proprio su un ciliegio e le sue ultime parole sono: "Sono tutti perfetti!" Noi siamo il prodotto della nostra vita, così come la forma di una Stella Marina è il prodotto della sua evoluzione ed adattamento all'ambiente; i fiori di ciliegio sono tutti perfetti e, nello stesso tempo, tutti perfettibili e, spesso, nella nostra esitenza non c'è nulla da cambiare...tranne gli occhi con cui la guardiamo. Ho voglia di regalarti una cosa mia perché tu la passi a tua figlia: molti anni or sono scrissi a mio figlio, dal quale vivevo lontano: "Se non fossi mio figlio ti adotterei!" Dillo anche tu alla tua ragazza e passale un abbraccione da parte mia.

elena ha detto...

Lo farò senz'altro. Grazie! Le tue sono parole che fanno bene al cuore.
Ti abbracciamo (tutti e tre).
Il film l'ho visto e mi è piaciuto molto... suerte.