mercoledì 21 febbraio 2007

FRAMMENTI 2


Lasciate che vi parli ancora di Martin.
Ovviamente il suo problema non era il bere: quello era solo il sintomo del malessere che lo lacerava.
Quando ebbe la giusta età Martin fu inviato al college in cui, prima di lui, avevano studiato il padre ed il fratello maggiore, distinguendosi al punto che nel corridoio d’onore c’era una targa con i loro nomi. Pesante responsabilità, quella di calpestare le orme di famiglia quando tutti si aspettano da te che tu sia il migliore! Una sera, con un paio di amici, Martin bevve qualche birra di troppo e fu sorpreso, piuttosto brillo, dagli insegnanti, che lo sospesero ed inviarono una lettera ai suoi genitori. A quell’età una scappatella ci può stare, no? Chi non si è mai sbronzato da adolescente? Come chi? Ovviamente il papà ed il fratello maggiore di Martin! Sua madre lo chiamò al telefono per dirgli che aveva gettato il disonore sul buon nome della famiglia…
Per reazione il rendimento scolastico di Martin precipitò e, in misura inversamente proporzionale, crebbe invece la sua frequentazione dei bar.
Erano gli anni in cui gli USA s’impantanavano sempre più nella sporca guerra del Viet-Nam e, dati i non brillanti risultati nello studio, Martin ricevette la cartolina precetto: lo Zio Sam voleva mandarlo ad ammazzare i musi gialli per difendere la democrazia e la torta di mele.
Come molti suoi coetanei Martin bruciò la cartolina e, per evitare la prigione, scappò in Canada.
Questa volta sua madre lo raggiunse con una lettera che diceva, tra l’altro, “preferirei che tu fossi morto…”
Era la pecora nera della famiglia? Lo avevano etichettato? Ebbene: si sarebbe comportato in modo da non deluderli!
Cominciò a passare da una sbronza all’altra, a lasciarsi andare, a vivere come un barbone.
Poi, come in una bella favola, incontrò una ragazza italiana, in Canada per studio, e se ne innamorò perdutamente, perdutamente ricambiato.
Per lei, per il futuro con lei, per essere un uomo migliore per lei, Martin, da un giorno all’altro, cessò di bere…ed ebbero mesi di intensa, quasi commovente felicità.
Ma la vita non è una favola: lei lamentava talvolta una strana stanchezza, una pesantezza agli arti… ed il medico disse “sclerosi multipla”.
Quella giovane donna piena di vita e di gioia della vita era destinata ad una sedia a rotelle, a non poter più nemmeno sollevare la testa, a collassare lentamente, ma inesorabilmente.
Non credo esista un Inferno, ma anche se ci fosse quello che Martin provò in quel momento fu peggio.
Una sera cercò un effimero conforto nella bottiglia, per stordirsi, per non pensare, bevendo sino al punto di crollare privo di sensi.
Ed avvenne una cosa che aveva quasi dell’incredibile: per soccorrerlo, per sollevare il suo massiccio corpo, lei trovò nelle membra una forza che da tempo non aveva più.
Così cominciò un terribile gioco al massacro: Martin beveva perché, seppur inconsciamente, aveva notato che quando lei doveva prendersi cura di lui ubriaco sembrava star meglio; lei, d’altra parte, sapeva che quando stava veramente male Martin evitava di sbronzarsi per starle accanto e, quindi, iniziò a peggiorare con una rapidità che angosciava gli stessi medici.
Ognuno dei due si stava uccidendo nel tentativo di salvare l’altro…e che io sia dannato se questa non è una contorta, ma sublime forma d’amore!

Se volete ci sono molte lezioni in questa storia…
Una lezione per chi è genitore, una lezione per chi pensa troppo a sé, una lezione per chi non crede nell’amore e nella sua forza, creatrice e distruttiva…

Oh! Volete il lieto-fine? Posso solo dire che, oggi, la sclerosi multipla non si guarisce.
L’etilismo sì.

7 commenti:

ska ha detto...

Equo, sei una delle poche persone che mi lascia senza parole...d'altronde nelle tue c'è già tutto.

Dimmi solo se esiste un tuo equipollente a Roma.

Equo ha detto...

Naaaaa! Sono unico :-))

Blue ha detto...

Questa seconda storia di Martin è ancora più bella e più profonda della prima, perchè come dici te è ricca di insegnamenti...

"Ognuno dei due si stava uccidendo nel tentativo di salvare l’altro…e che io sia dannato se questa non è una contorta, ma sublime forma d’amore!"....è bellissima!

elena ha detto...

Ska, mi dispiace. Sono sicura che ha ragione... :)

ska ha detto...

Eh...pure a me!

Equo ha detto...

Unico, come voi, fanciulle...ed ognuno su questa Terra. C'è un libricino che si chiama "Il Santo"...ma no, dai: ci faccio un post... :-))

elena ha detto...

non vedo l'ora!!! :)
suerte a tutti... e buonanotte!