venerdì 12 settembre 2008

Hemingway e la Fisica



Mi pare di ricordare che, in fisica, una legge stabilisca che i corpi, in assenza di una forza che agisca su di loro, mantengono il loro stato, sia esso di quiete o di moto. Credo valga anche per la nostra mente: è difficile rimettersi in moto dopo l'inerzia, serve una forza esterna, una spinta...
Per dirla in altro modo lasciate che parta da Hemingway e dal consiglio che era solito dare a chi gli chiedeva il suo segreto per scrivere. L'autore de "Il Vecchio e il Mare" e di tanti altri capolavori suggeriva di lasciare i tasti della macchina da scrivere quando si avevano ancora delle cose da dire, magari a metà di una frase. In questo modo si riusciva ad evitare quell'impasse che tutti coloro che hanno provato a scrivere "sul serio" ben conoscono: la famigerata sindrome della pagina bianca.
Grosso modo è quello che mi accade adesso quando mi siedo alla tastiera di un computer che, forse per empatia, funziona anche lui a stento e saltuariamente.

Tutte le parole che avete speso per auspicare il mio ritorno sono una gran cosa... ora fate uno sforzo in più: siate voi ad assegnarmi un compito, un tema, un argomento...
Questo, probabilmente, mi sarà d'aiuto nel ritrovare l'entusiasmo infiacchito.

Poi, se la fisica non mente, in assenza di attriti il resto verrà da sé ed il moto ritrovato si conserverà.

Scegliete voi, suggerite: la Vita, l'Universo e tutto il resto.
E grazie.