lunedì 8 ottobre 2007

SCIMMIE, PIRAMIDI E PICCIONI


Prima di vedere (in un prossimo post, temo) su stimolo di Elena, come accade che talune persone rifiutino l’immagine che “lo specchio” trasmette loro ritenendola troppo bella e preferiscano coltivare una “propriocezione” di basso profilo o, addirittura, negativa, lasciate che prenda spunto, invece, da una frase di Mat per spaziare in terreni scivolosi.
Per una volta ho deciso di bandire ogni prudenza (ed ogni modestia!) per lanciarmi a confutare un assioma che è uno dei cardini della moderna psicologia: reggetevi forte! :-)

La frase cui faccio riferimento è la seguente: “Io stesso se avessi bisogni primari da soddisfare mi nutrirei solo di disperazione e odio, altro che filosofeggiare” e la parola chiave è quel “bisogni primari”…
Il buon senso ci dice che, prima di ogni cosa, l’essere umano DEVE soddisfare quei bisogni che sono indispensabili alla sua sopravvivenza: pescando nella mia esperienza di sub, ad esempio, posso garantirvi che se durante un’immersione, mentre siete una quarantina di metri sotto il pelo dell’acqua, vi si guasta l’erogatore, è improbabile che vi mettiate a pensare a Ernst Mach ed all’empiriocriticismo! L’unica cosa che vi viene in mente è raggiungere l’aria entro un paio di minuti!
D’altra parte resterei anche piuttosto stupito se ricevessi la notizia che nei campi profughi del Burkina-Faso, in attesa che venga distribuita qualche tazza d’acqua ed un tozzo di pane, qualcuno ha organizzato un dibattito sul cinema neorealistico italiano…

Sembra tutto scontato e, per di più, c’è stato uno psicologo di fama mondiale che ha tradotto il buon senso in uno schemino ordinato e preciso.
E', questa, quella di voler definire con precisione le cose che già sono ovvie agli occhi di tutti, una caratteristica alla quale psicologi e filosofi non riescono proprio a rinunciare.
Il signore in questione si chiama Abraham Maslow ed ha disegnato quella che, appunto, si chiama “La Piramide di Maslow”: un triangolo regolare, con il vertice in alto, diviso in “gradini”. Alla base i bisogni fisiologici: respirare, bere, mangiare; un passo sopra il bisogno di sicurezza e protezione; al terzo gradino il bisogno di appartenenza, cui segue quello del bisogno di stima; al vertice della piramide il bisogno di autorealizzazione.
Ciò che Maslow dice è che ci si può occupare dei bisogni solo in quest’ordine: ovvero sentirò il bisogno di sicurezza se avrò la pancia piena, avrò necessità di sentirmi parte di un gruppo se sarò abbastanza sicuro e, facendo parte di un gruppo, avrò bisogno d’essere apprezzato da questo e infine, soddisfatto tutto ciò, potrò occuparmi della mia realizzazione e dedicarmi alla crescita personale, alla religione, alla filosofia, all’arte, a disegnare piramidi, ecc.
I gradini, secondo Maslow e secondo il buon senso, non possono essere saltati: per questo se ho fame (fame, non appetito!) mi occuperò essenzialmente di procurarmi cibo… e tutto il resto può aspettare!

Tutto logico, vero?
Se non che…

Se non che anche in questa occasione dobbiamo pagare un piccolo prezzo alla dannazione della nostra epoca: la “verticalità” della scienza, ovvero il fatto che, il più delle volte, un medico non sa nulla di psicologia, uno psicologo è digiuno di anatomia, un astrofisico non conosce l’etologia, ecc.
Se le varie branche della scienza si parlassero un po’ di più alcune cose ovvie… diverrebbero un po' meno ovvie.
Ad esempio…

Mentre Maslow disegnava la sua bella piramide colorata un gruppo di etologi conduceva un triste esperimento con un cucciolo di pochi giorni di scimmia Rhesus.
Il piccolo (il tutto è disponibile in filmati d’epoca) venne sottratto alla madre e rinchiuso in una grande gabbia con due “mamme finte”: la prima era una scimmia di peluche, la seconda solo una sagoma di fil di ferro... ma, infilato nel petto, aveva un biberon colmo di latte. Le due “mamme” erano poste abbastanza lontane l’una dall’altra, in modo da costringere il povero scimmiotto ad optare per una delle due.
I ricercatori, ovviamente, volevano vedere quale bisogno sarebbe prevalso… e, con buona pace di Maslow, il cucciolo, pur cercando di protendersi verso il biberon e piangendo per la fame, non mollò mai la presa con cui si aggrappava disperatamente alla “mamma morbida”.

Un evento molto simile, registrato per caso, è accaduto di recente: un altro scimmiotto al quale, invece, la madre era morta, rifiutava ogni forma di alimentazione artificiale e si stava lasciando morire di fame… sino a che non fu avvicinato da un piccione.
Sì, avete letto bene: un piccione gli passò accanto e lo scimmiotto si avvinse a questa cosa calda e morbida. Il piccione accettò questo strano approccio… e lo scimmiotto, a sua volta, iniziò ad accettare il latte che gli veniva offerto.

I “bisogni emozionali” dell’essere umano sono ancora più profondi e radicati di quelli delle nostre cugine pelose… ed io mi sento di affermare che, malgrado le apparenze, il bisogno di protezione, di rassicurazione, di accettazione…in altre parole il bisogno d’amore, è il gradino portante, quello sul quale si regge la piramide.

D’altra parte se così non fosse il genere umano non avrebbe mai contato tra i suoi rappresentanti persone disposte a suicidarsi per amore (o, meglio, per mancanza d’amore) e non esisterebbero fenomeni come l’anoressia dove risulta evidente che alcune gratificazioni sul piano emozionale contano più degli spasmi della fame.

La serenità, il buon vivere, consiste, probabilmente, proprio nel poter soddisfare i propri bisogni e nel farlo nel loro giusto ordine d’importanza.
Ma aria, acqua, cibo e riparo non sono la prima cosa.
Prima ancora, prima di tutto c’è… una mamma pelosa e calda alla quale aggrapparci, un piccione che tuba sommessamente mentre lo si accarezza… o, almeno, il loro corrispettivo in termini umani.

Avete il vostro piccione?

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Ok Equo, adesso basta ;)
Non scrivere più e candidati come Presidente della Repubblica :))
Sei grande!
Cos'altro devo aggiungere?...
Il mio piccione c'è l'ho, anzi forse i miei piccioni ce li ho.

E' quello che cerco di comunicare a 360 gradi nella realtà in cui vivo, ora con calma, ora con rabbia.
Spesso dico agli altri che non devono solo (e forse l'ho detto anche qui, post addietro) "aggrapparsi" alla propria famiglia, alla propria comunità, ecc. Ma è essenziale per un cammino qualitativo dell'uomo provare (almeno questo) ad amare il prossimo. Provare a farsi "avvinghiare" dagli altri e supportarli. Viceversa, avere il coraggio di ammettere i propri limiti e quindi, se ritenuto opportuno, "avvinghiarsi" per amore.
Questo è quanto sono riuscito a capire e spiegare di mio.
Un salutone.

P.S.: credevo che non avresti superato la bellezza del post precedente... ma guarda un pò! Devo ricredermi. :)

Elys ha detto...

Hai ragione Equo ed è buffo che questo post sia "arrivato" in una giornata dove avrei proprio voluto che qualcuno mi avvolgesse in un abbraccio. Si sottovaluta troppo, in nome della scienza, l'importanza dell'amare e soprattutto dell'essere amati. Non si può ridurre tutto a piramidi e schemi geometrici, perchè le creature viventi sono molto di più. Hanno tante tonalità diverse, tante sfumature. Ed è bello sapere di poter contare su qualcuno. Come è altrettanto bello sapere che a sua volta, quel qualcuno, conta su di noi.

Equo ha detto...

* Edgar: la mia ambizione non arriva a farmi desiderare la presidenza neppure di un circolo bocciofilo :-)
Mi sentirei già molto, molto soddisfatto se, prima o poi, riuscissi a fare di nuovo il mio mestiere... Per il resto concordo cone le cose che implicitamente ed espicitamente dici: alleniamoci ad amare le persone vicine, poi, gradualmente, estendiamo questa capacità... L'amore, tendenzialmente, si dirige verso chi sa amare...

*Elys: lo so che non serve a molto (a volte odio i computer!) ma fai conto che ti stia propinando un abbraccio da orso!

Elys ha detto...

^____^ Grazie Equo!!! Va bene anche così!!

Anonimo ha detto...

Caro e apprezzatissimo Equo, hai scritto davvero un bel post, ma non è giusto usare l'intelligenza per barare.
Prima citi Maslow, mi dai quasi ragione e poi disgreghi il tutto con una teoria basata su cuccioli di scimmie.
E' chiaro che un cucciolo di mammifero, di qualsiasi razza, dia priorità alla protezione, perchè il suo istinto (non ragione o amore) associa la protezione al cibo.
Osservando i bambini, a mia volta, rilevo solo che se sofferenti per qualche bisogno primario (fame, sete, intestino o altro, pur stando tra le braccia della madre, piangono disperatamente. Il pianto come richiamo, come invocazione di aiuto.
Noi si discuteva di maiuretica e, per quanto ne so, un bambino, sazio o aggamato, non è un buon interlecutore.

Sono gli adulti che hanno la capacità di filosofeggiare, purchè siano nelle condizioni di farlo.

Sai bene che esistone delle deviazioni alla logica ed anche all'istinto - poteri della mente -
l'esempio dell'anoressica non è pertinente, essendo questa alterata nella sua volontà e capacità intellettiva, insomma è una malata di mente.

La mente o il pensiero o i sentimenti o l'anima possono avere la supremazia sull'istinto, questo si. Un adulto, per amore può lasciarsi morire, in barba alla teoria di Marlow.

Considera comunque che amore ed odio mascono dal cuore e non c'entrano affatto con la filosofia che è figlia del pensiero.

by Mat

Anonimo ha detto...

Forse al commento manca la conclusione.
Ebbene voglio dire che si discute, filosofeggia, confronta e sviluppano teorie solo se corpo e mente sono lucidi.
Per cui, tranne rare eccezioni in cui la mente è offuscata da malattie, odio o amore, l'uomo persegue i suoi obiettivi secondo l'ordine prioritario descritto da Marlow.
In ogni caso Equo, da tutto questo emerge che il comportamento umano è massimamente influenzato non dai bisogni, non dall'anore, non dall'odio, ma dalla mente.

by Mat

Anonimo ha detto...

Caro Equo, la tua domanda finale mi ha lasciato interdetto un bel pò,

Sai che cercavo il mio piccione e mi disperavo, meno male che alla fine ho capito, non lo trovavo semplicemente perchè il piccione sono io.

;-))

by Mat

Equo ha detto...

Rimando gli interessati a quanto già scrissi sui tre cervelli e la teoria di McLean: il nostro "cervello rettiliano", preposto ai bisogni di sopravvivenza, non si occupa solo di cibo et similia. Per le ragioni già esposte in altri post uno dei bisogni primari dell'essere umano è quello della accettazione, del "non rifiuto", il che non inficia per nulla il fatto che, concretamente, cibo ed acqua siano un bel po' in alto nella scala dei bisogni. Tuttavia il bambino in braccio alla madre piange per fame, per attirare la sua attenzione su un bisogno, ma, talvolta, se privato della madre rinuncia a mangiare... come lo scimmiotto. In ogni caso ognuno stili, se vuole, la sua personale gerarchia dei bisogni e cerchi di soddisfarla: come sempre accade è questione di punti di vista. Fortunato colui che basta a se stesso sentendosi libero, invece che solo! Per quanto mi riguarda le stelle sono molto più belle se le guardo attraverso gli occhi della persona amata...

Anonimo ha detto...

Dai Equo, sai bene che qualunque ipotesi di studio si svolge su unn vasto campione di individui e mai se ne considera uno soltanto.
Il bimbo rinuncia al cibo se non vede la mamma, ma solo per poco, solo finchè non si rassegna e ne trova un'altra. altrimenti non esistrerebbero ne orfanotrofi e neanche sopravviverebbero quei sfortunati che il destino rende orfani.
La tua conclusione che le stelle sono più belle viste attraverso gli occhi della persona amata è un concetto individuale che del resto condivido. Ma le stelle non cambiano.
Se la tua teoria dominasse quella di Marlow, saremmo ingiusti verso quegli esseri, e ce ne sono moltissimi ancora oggi, che per soddisfare quei bisogni di base si vendono, prostituiscono, tradiscono, si imbruttiscono e soprattutto migrano lasciando la loro terra, i loro amici e la loro famiglia.
Guardati intorno quando ti fermi ad un semaforo :-))

by Mat

Oreste ha detto...

Mi nonna Peppina dice sempre che a panza piena se penza meglio! E 'nfatti puro quanno lo poro nonnino mio se nè ito dentro a lo Tevere se semo tutti imbruniti no sacco ma poi a cena avemo smesso pe no poco de piagne perchè dovevamo da magnà e nonnetta mia se imbruttisce sempre si noi nun aprezamo la tavola sua. Na vorta mi padre che nun se la sentiva de magnà perchè lo stomaco gliè faceva srum srum s'è pijato no sacco de botte e alora pe fa smette nonna mia de menallo co lo bastone s'è magnato tutto lo pranzo e puro quelo de lo giorno dopo e porello nun è stato no bene, perchè poi lo srum srum è diventato slom slom e lui s'è chiuso dentro a lo bagno pe du giorni interi che mamma mia penzava che se n'era scappato!

elena ha detto...

Bentornato Oreste!!!
Equo, grazie per avermi ricordato che... vivo in una piccionaia.
Sabato scorso con la pargola abbiamo fatto una full immersion (in piccionaia) e nonostante ci siano piccioni più alleati, più vicini, più simili di altri, nonostante non tutti i miei piccioni convivano felicemente insieme (anzi)... sempre "piccioni" sono. E fanno un gran bene all'anima.
Non posso dire di conoscere la fame e non so quindi come reagirei. Ma so benissimo che senza amore non sopravviverei molto.
Namasté.

Anonimo ha detto...

Non posso dire di conoscere la fame e non so quindi come reagirei. Ma so benissimo che senza amore non sopravviverei molto.

Ecco Elena che pur quotando un grazioso commento evita di prendere posizione.
vorrei ricordare che il tema trattato non è soggettivo, ma riferito alle priorità dell'uomo, a quelle esigenze che se soddisfatte gli consentono di "amare" e "pensare".

By Mat

Anonimo ha detto...

Apprezzo Oreste, che con un simpatico e ironico aneddoto degno di Rugantino a detto con molta chiarezza quel che pensa.

by Mat

Anonimo ha detto...

A me invece quel di Oreste non mi piace molto, anche perché è conforme a quella sub-cultura che crea nel substrato sociale, l'humus ideale per il qualunquismo.
Scusa Oreste, solo in questo caso.

Oreste ha detto...

Ma chi so gli aneddotti? Io so detto solo quelo che famo noi dentro a la famija mia e chi so i qualuncuisti? Io nun so che vor dì, ma si a voi ve piace parlà difficile parlate comme preferite io nun so certo no ommo che se mette a discute pe nun so cosa! Issa è la storia mia e basta, nonna Peppina lo dice sempre che bisogna penzà co la panza piena e si nun ce credete che mi padre se prese no sacco de botte pe no magnà nun ce posso fa niente, ma dovete da sapè che io so contadino sempre onestissimo!

Anonimo ha detto...

dedicata ad Oreste :-)

Oggi se pranza in piedi in ogni sito;
er vecchio tavolino apparecchiato,
che pareva un artare consacrato
nun s’usa più: la prescia l’ha abolito.

‘Na vorta er pranzo somijava a un rito,
t’accommodavi pracido e beato,
aprivi la sarvietta de bucato…
un grazie a Cristo e poi… bon appetito!

Nò nun c’è tempo de mettesse a sede,
la gente ha perso la cristianità
e magna senz’amore e senza fede.

E’ proprio un sacrilegio: invece io,
quanno me piazzo a sede pe’ magnà,
sento ch’esiste veramente Dio!

buon appetito
by Mat

elena ha detto...

Mat, se "il tema trattato non è soggettivo, ma riferito alle priorità dell'uomo" a me sembra evidente che è soggettivo e come. L'"uomo" è un entità astratta. Non siamo tutti uguali e non necessariamente abbiamo le stesse priorità solo perché umani. Non abbiamo neanche gli stessi valori! In ogni caso, liberissimo di pensarla come vuoi. Io mi rifiuto di "prendere posizione" su qualcosa che non ho sperimentato direttamente. Posso solo dire quello che sento a pelle. Che è la mia verità e può non essere la tua... non ci vedo nulla di male. Una teoria, per avere validità, deve essere verificata nella pratica. E se appena posso, questa preferisco evitare di sperimentarla.

Anonimo ha detto...

Brava Elena, arroccata sulla tua posizione "soggettiva" hai cancellato con un colpo di spugna "la fame nel mondo".

Eppure sei una donna impegnata nel sociale, ti definisci anarchico comunista, però....

Donne!!!???

Ciao Elena

Anonimo ha detto...

Non dire così Mat! :O
Ora Elena ti ucciderà! Noooo! :)))

elena ha detto...

Mat, vediamo di capirci... Io proprio non capisco il tuo accanimento (terapeutico?) nei miei confronti. Un'antica massima dice "per criticare bisogna conoscere" e tu non sai chi sono, se non per le parole che qui ed altrove semino. Ti farebbe sentire meglio se ti dicessi che sostengo attivamente alcuni progetti volti quantomeno ad attenuare la fame nel mondo? Sorry, non te lo dico. Magari è anche vero. Ma quella è una cosa mia. E non essendo io una persona talmente importante da incidere sulla gente che si basa sul personaggio del giorno per fare le proprie scelte (dal voto Rivera perché come calciatore era bravo - o era milanista - al compro Martini perché lo pubblicizza George e giù di lì), ho qualcosa che io definisco "pudore". Non mi piace la carità pelosa, anzi odio proprio la parola carità nella sua accezione attuale - che non è la caritas di romana memoria. Punto.
Manco avessi scritto che siccome in questa fase della mia vita è prioritario l'amore TUTTI GLI ESSERI UMANI SON COSTRETTI A MORIRE DI FAME perché l'ho deciso io...
Fossi Onassis, potrei incidere maggiormente sulla società. Così faccio quello che posso e non lo sbandiero in giro. Perché ho il mio specchio e non mi piace guardarmici e dovermi sputare in faccia. Quanto al giudizio degli altri, te compreso... non me ne curo. Anche se mi può far male.

Edgar caro, ma figuriamoci! Mi faccio scrupolo ad ammazzare una cimice (ma mosche e zanzare no...) e mò mi metto ad uccidere persone... per cosa poi, per un'opinione? Al più per quella ci posso morire io... :)

Sì, sono soggettiva (infatti sono più anarchica che comunista).

Anonimo ha detto...

Ciao Ele ;))

E comunque un salutone a tutti, non sto riuscendo in questi giorni, ad avere tempo per scrivere con calma... ora riscappo! A presto.

Blue ha detto...

Un inchino ad Elena!!

accantoalcamino ha detto...

Buongiorno, mi sono permessa di prelevare la foto, la troverà nel post di oggi suul mio blog, se non avesse piacere me lo comunichi che la rimuovo.
Grazie ancora :-)

Equo ha detto...

Nessun problema, Accantoalcamino: anche io ho rubacchiato l'immagine, com'è buona tradizione blogghistica. La proprietà è un furto :) E, in ogni caso, così ho conosciuto un Blog che presenta bella cucina e la condisce con versi di Neruda: bella accoppiata.