mercoledì 31 ottobre 2007

LA CULTURA DELLE MOSCHE


Volevo scrivere tutt’altro, ma mi sono reso conto che, perché le mie parole fossero comprensibili (dato che, spesso, mi capita di non sapermi esprimere con la dovuta chiarezza e semplicità) sarebbero state necessarie delle premesse e delle postille che avrebbero appesantito troppo il discorso.
Di conseguenza… “la prendo alla larga”, trasformando le premesse in interventi autonomi che, mi auguro, non saranno comunque privi di un qualche interesse e che dovrebbero poi comporsi in un tutto organico, come le tessere di un mosaico che consentono, alla fine, d’intuire quale fosse il disegno.
Nel primo tassello si parla di “conoscenza”…

E’ mia personale opinione che uno dei drammi misconosciuti della nostra epoca sia la superficialità.
Faccio un esempio, così sarò meno tedioso…

Ammettiamo che io m’imbatta nella parola “semiotica” e che non sappia di che si tratta. Nessun problema: digito il termine misterioso su un qualche motore di ricerca e, due secondi dopo, quella benemerita istituzione che è Wikipedia mi fornisce una definizione, un elenco dei suoi più autorevoli rappresentanti, una piccola bibliografia ed una serie di link a siti in cui ne posso sapere di più.
Così, pienamente soddisfatto, io posso convincermi di conoscere, adesso, cosa sia la semiotica… e domandarmi come mai quello scemotto di Umberto Eco abbia sprecato anni della sua vita per studiarla, visto che era così semplice!

Ovviamente sto parlando della differenza tra “conoscenza” e “nozionismo”, ma, purtroppo, noi viviamo in una società dove la più alta forma di cultura sembra essere il quiz televisivo e dove si stampano dei manuali tipo “Come saper parlare di…” ed al posto dei puntini ci potete mettere la filosofia, la storia dell’arte, la fisica nucleare o quello che più vi aggrada.

In questi manuali si condensano una serie di frasi fatte e di concetti semplificati al massimo, buoni per fare bella figura in società senza doversi prendere la briga di conoscere veramente l’argomento: sono stato invitato al vernissage di un’amica pittrice e capisco di pittura più o meno quanto una cozza comprende la teoria della relatività generale?
Non importa: imparo a memoria un paio di frasi ad effetto, aspetto, con il mio Martini-Vodka in mano, l’occasione giusta e, non appena qualcuno nomina Magritte, butto là un: “Adoro le sue visioni oniriche! Trovo sia una sorta di De Chirico pervaso di poesia e stupenda, ricercata, ingenuità!” e, anche se non ho mai visto un quadro di Magritte in vita mia e, francamente, non me ne frega niente, ho fatto un figurone!

Tornando alla Rete, poi, c’è da dire che lo stesso strumento che ci mette a disposizione miliardi di nozioni ci consente anche di comunicare le nostre opinioni al mondo intero… ed il mondo, infatti, si sta popolando di persone grossolanamente informate che pontificano su ogni cosa... anche perché un effetto collaterale di una tale impostazione porta a credere che cose come il "buonsenso" o la "ragionevolezza" siano di per sé bastanti per costruirsi un'idea corretta sulla vita, l'universo e tutto quanto...

E’ democrazia?
Forse… e, sicuramente, è comunque meglio di quando solo pochi individui di caste privilegiate erano ritenuti i depositari della verità e della conoscenza!

Tuttavia se, nell’allargare le possibilità d’informazione e di discussione, ci dimentichiamo della profondità che sempre si accompagna alla vera conoscenza… combiniamo un guaio: ad una maggior possibilità di democrazia comunicativa deve necessariamente far riscontro una rivalutazione della meritocrazia, ossia il riconoscimento del fatto che se una persona ha studiato per anni medicina potrà parlare delle condizioni del mio fegato con maggior autorità di chi si è limitato a consultare una tavola anatomica in Internet o su un Bignami.

Altrimenti caschiamo nella barzelletta, quella che dice: “Ci dev’essere qualcosa di buono, nella merda: miliardi di mosche non si possono sbagliare!”

Partiamo da qui… così, tra un po’, ci potremmo occupare, forse, di una particolare interpretazione dell’Analisi Transazionale…

Giù le mani dalla tastiera! Tanto non serve che andiate a vedere cosa ne dice Wikipedia, capito?!

10 commenti:

nemo ha detto...

Ma guarda... sono il primo a commentare?
Ora mi dovrei chiedere se ha senso scrivere solo per essere il primo... visto che non ho davvero nulla da scrivere... mmm del resto se cancellerò queste parole nessuno saprà che le ho pensate... Le lascio va... in attesa. La TV dei miei ronza... la finestra aperta sulla solita strada...
Fra 10 minuti un altro lavoro, altre sfide, solito giro, diverso paesaggio.
Dicevamo? Analisi Transazionale... mah... quasi quasi cerco sul web...

Anonimo ha detto...

Purtroppo, dal canto mio, penso che Equo abbia perfettamente ragione. Mi capita spesso di parlare di argomenti su cui ritengo di essermi fatto una certa esperienza, non soltanto andando oltre il livello "bignami" e leggendomi *le fonti* da cui deriva il bignami, ma anche "sul campo". E ciò nonostante, sembra assolutamente dato per scontato che chiunque si senta in diritto di esprimere opinioni o idee contrarie, a volte in modo tale che l'opinione stessa denuncia una totale ignoranza sull'argomento. Per contro, però, devo dire che questa convinzione prende un po' tutti noi, e anche a me è capitato di argomentare e ragionare basandomi unicamente sul "buon senso" parlando di argomenti che non ho approfondito. Penso sia un peccato umano, ma certamente sarebbe bene limitarlo e cercare di avere un po' più di profondità quando si partecipa a una discussione.
Un'altra cosa da dire è, però, che spesso è proprio chi è "ignorante" su determinati problemi o argomenti che può, in maniera del tutto naif, trovare una prospettiva innovativa che gli "esperti" non avevano mai raggiunto, "salire sulla cattedra" e magari vedere un paesaggio diverso. Chi può dirlo...
L'argomento è senza dubbio interessante e le sue implicazioni sono vaste e controverse.

Equo ha detto...

Mi si permetta, per ora, di notare il simpatico calembour tra "salire sulla cattedra" e "salire in cattedra" :-)
Ah! Nemesisnemo: bella anche l'immagine della TV che ronza... come le mosche, appunto :-)

Elys ha detto...

Equo un post interessante che promette di dar vita, in seguito, ad altre discussioni ugualmente intriganti! E' vero che siamo nell'epoca della superficialità più vera e molta gente pensa di pover "dire la sua" su ogni cosa, anche quando non ne sa assolutamente niente! Un po' come quando si dice: "A me quel libro fa schifo". Al che si deduce che l'abbia letto. Quando invece in molti casi non è così?! Si parla per partito preso. Tuttavia non voglio intendere di esprimere un'opinione solo ed esclusivamente quando si conosce a fondo una materia o un argomento, piuttosto di riconoscere che su quella data faccenda si hanno dei limiti e di conseguenza quanto si sostiene potrebbe essere non esaustivo. Ovviamente se la propria infarinatura è pari a zero...sarebbe meglio tacere!

Francesco Candeliere ha detto...

Analisi superperfetta!!!! D'altra parte il frutto di tutto ciò è la nostra società che io defisco un corpo senza anima,dove l'apparire sovrasta l'essere diventando sempre più verità assoluta!!
Per il resto concordo assolutamente con il commento di Elys.

elena ha detto...

Premessa: parto in specifico dall'esperienza del mio blog, perché è un po' di tempo che mi ci interrogo... anche se la cosa potrebbe valere più in generale. E' vero: a volte parliamo per superficialità e/o per partito preso. Ma a volte uno dice quello che pensa senza la pretesa di "avere la verità in tasca", anzi: a volte si esprime per esternare pensieri ed opinioni che gli piacerebbe che qualche esperto confermasse o demolisse... ma forse sono troppo ottimista. Quanto poi al medico che conosce il mio fegato meglio di me: in linea di massima è vero. Ma anche lì sarebbe meglio non generalizzare. A qualcuno l'ho già detto: mia figlia, dopo un paio di esperienze disastrose con pediatri, è stata curata da un veterinario. Ovviamente un veterinario MOOOLTO ben conosciuto dalla madre degenere... infatti è mio cugino. Che ha un fratello (altro mio cugino logicamente) medico, ma mi son fidata del medico degli animali in base ad un ragionamento molto semplice (ma sarà meglio non dica la specializzazione del medico...): un pediatra ed un veterinario in teoria hanno a che fare con pazienti simili, in quanto né una mucca o un gatto né un neonato sono in grado di esprimere i loro disagi tramite la parola. Però, in teoria, entrambi gli specialisti riescono a guarire i loro pazienti (e già su questo termine avrei molto da eccepire). In pratica però, i veterinari sostengono esami più duri ed approfonditi. Senza contare che chi conosce la Yaris può testimoniare quanto sia in salute... perché sua madre non ha voluto seguire le astruse teorie libresche ma si è basata sull'esperienza sul campo.
E lo so, Equo, stavolta ti remo contro... ma è più apparenza che altro.
Forse quello che voglio dire, alla fine, è che non è tanto la conoscenza di un argomento a giustificare il fatto che uno ne parli, quanto la non supponenza, o se preferite la voglia di capire confrontandosi. Vogliamo dire l'umiltà? So di non sapere, diceva qualcuno... :)

Equo ha detto...

Elena: remare contro? E perché mai? Concordo che l'errore non stia mai nell'ignoranza, conditio sine qua non della curiosità e, quindi, dell'approfondimento, ma nella supponenza per la quale, appunto, si sale in cattedra e si decide aprioristicamente che le proprie idee sono migliori "a prescindere"...
Esistono, tuttavia, dei campi del sapere umano dove, chissà perché?, tutti si sentono autorizzati ad emettere più che giudizi vere e proprie sentenze lapidarie. Ma, ripeto, questa era solo una premessa: sono in programma un minimo di 5 post/tassello, per sviluppare il discorso e, per di più, intervallati da altri "fuori tema" di alleggerimento... Confido nella vostra pazienza :-)

Anonimo ha detto...

Madò cos'hai scritto Equo!
Un post bellissimo. Non dico altro.
(Ti superi sempre eh? - lo so che non sei in gara e non ti poni di superarti, ecc. ecc. - Solo che, in altre parole, voglio dire che ogni volta che ti si legge... si resta colpiti).
Bravo, bravo, bravo, è un'argomento a cui tengo particolarmente, quello della differenza tra conoscenza e nozionismo.
Ciao.

Neo ha detto...

Nel ringraziarti di tutto (non approfondisco) e nel chiederti scusa per l'intervento occulto (sono stata troppo impulsiva, ma il mio lato paranoico a volte prevale su tutto malgrado cerchi di seppellirlo) attendo con ansia il prossimo post..
Non mi è nuova l'analisi transazionale ma le mie poche nozioni (attenzione non ho detto conoscenza) risalgono a qualche anno fa, sono poco aggiornata in materia.

Nel frattempo ti mando un bacio
Namasté

Anonimo ha detto...

Grazie del bacio Istanbul!

Equo mi dispiace ma... mi sono messo avanti e... opss! Mi son rubato il bacio di Istanbul ;)))))

(Istanbul... che bella! L'ho visitata quella città!... sinceramente preferisco molto di più i paesaggi mediterranei che i grandi grattacieli, i quali semrbrano esaltare maggiormente la superbia dell'uomo).

Bye.