martedì 26 giugno 2007

SICUREZZA ED AGGRESSIVITA'


CAPITOLO PRIMO - RADICI


Nella grande foresta primordiale la vita, in un certo senso, scorre con relativa serenità…
L’eterna lotta tra prede e predatori si manifesta certamente anche in questo habitat, ma non sono poi molte le fiere in grado di arrampicarsi sui rami più alti e sottili degli alberi con l’agilità e la destrezza di una scimmia vivace e intelligente, capace, tra l’altro, d’appostare sentinelle che lanciano strida d’allarme a ogni pericolo in avvicinamento.
La dolce frutta ed i teneri germogli sono a portata di mano, così come anche i numerosi insetti che vivono tra le fronde e dei quali ci si può nutrire, di tanto in tanto, per arricchire la propria dieta di preziose proteine.
Ma ecco che in questo ambiente in una certa misura “protetto” piomba una sorta di folgore divina!
Qualche brusco mutamento climatico, forse il lungo inverno indotto dall’accumularsi nell’atmosfera delle ceneri vulcaniche prodotte da una o più imponenti eruzioni, sfoltisce progressivamente la foresta: gli alberi muoiono, il loro numero diminuisce e, di conseguenza, tra i loro rami non è più possibile che sia ospitata la stessa quantità di scimmie che vi trovavano rifugio e cibo. Inevitabilmente a farne le spese sono gli individui e i gruppi più deboli, meno aggressivi, che vengono respinti a vivere al livello del suolo, dove si aggirano i grandi predatori e dove il nutrimento non è più a portata di mano.

Sarà il “ricordo genetico” di questo traumatico episodio ad essere reso allegorico nella “cacciata dal paradiso terrestre” verso una vita in cui occorre “guadagnarsi il pane con il sudore della fronte”?

Comunque sia, il destino annunciato dei nostri deboli antenati è quello di estinguersi inesorabilmente, non possedendo nessuna specializzazione per sopravvivere in un ambiente disperatamente nuovo e traboccante di pericoli ancora in gran parte sconosciuti. Non sono altro, ormai, che cibo per le grandi tigri dai denti a sciabola o per i branchi di lupi famelici…

Tuttavia le piccole scimmie nostre progenitrici hanno un incredibile asso nella manica: una mano molto complessa e dotata di un pollice opponibile a tutte le altre dita!
In origine questo arto si è evoluto perfezionandosi per uno scopo preciso: è perfettamente adatto ad afferrare il ramo di un albero e a permettere una presa sicura. È certamente un organo molto raffinato ma, in fondo, nulla di molto più duttile, in apparenza, di quanto sia una pinna per un pesce, un’ala per un uccello o uno zoccolo per un equino.
Ma, espulsi in modo brutale dal loro habitat, i nostri avi scoprono che quella mano, allo stesso modo che afferrava un ramo sugli alberi, ne può impugnare uno caduto, trasformandolo in un prolungamento del braccio, e può colpire con esso, mutarlo in arma.

Dal ramo raccolto occasionalmente (come ancora fanno gli scimpanzé) all’ascia di pietra il passo è, allo stesso tempo, immenso e breve, ma l’abilità manipolativa di una mano con il pollice opponibile, lo consente. Da questo momento il nostro antenato diviene, in una certa misura, qualcosa di mai visto prima nel panorama naturale: non adatta, come gli altri animali, il proprio corpo per integrarsi con l’ambiente in cui è chiamato a vivere, ma, al contrario, inizia a modificare l’ambiente per renderlo confortevole e adatto alle proprie esigenze.

…E lo fa con una sempre crescente virulenza, con violenza, quasi come se, cacciato da quel “paradiso terrestre” delle cime degli alberi, dichiarasse da quello stesso momento una sorta di guerra santa alla Natura, che inizia a violentare in ogni modo, giungendo a estinguere intere specie di animali, a modificare il corso dei fiumi, la composizione stessa dell’atmosfera del pianeta.
La piccola, debole scimmia condannata a morte sta prendendosi la sua terribile rivincita trascinando ogni forma di vita in un disastro ecologico senza precedenti, se non altro per le cause e la sua irreversibilità, trovando altresì il tempo per affrescare pareti di grotta con splendidi dipinti, costruire la cattedrale di Notre Dame, imparare a utilizzare il fuoco, viaggiare nel sistema solare, edificare piramidi, inventare filosofie, comporre sinfonie di note musicali o di numeri…

Eppure è passato così poco tempo da quando viveva tra le fronde di un albero, che nei suoi neonati, ancora oggi, gli unici comportamenti del tutto istintivi sono il pianto, per richiamare l’attenzione su un disagio, il succhiare, per potersi nutrire, e l’aggrapparsi, l’usare la mano per afferrarsi ad una madre che da tempo non ha più un pelame a cui reggersi o a un ramo che è solo più nella “memoria storica” incisa nei nostri geni!

I “più deboli” si sono trasformati nei “Signori del Creato” e su quel creato stesso hanno scatenato la loro violenza…
Nei prossimi capitoli cercheremo di capire perché...

15 commenti:

Elys ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Elys ha detto...

Come si fa a non sviluppare l'aggressività e la voglia di picchiare quando si ha a che fare con gente che non ha nè rispetto nè la serietà di mantenere impegni lavorativi? Sono veramente stufa e se sarò costretta all'ennesima giustificazione con il "capo" per colpe non mie...questo martedì avrà un esito imprevisto. Ossia uragano Elys in azione!

Equo ha detto...

Credo che la tua domanda troverà risposta, ma ci vuole un po' di pazienza. Ho pensato di strutturare l'argomento per "tasselli" che, alla fine, si comporranno in un disegno unitario, ma che hanno bisogno di snodarsi secondo un certo ordine per risultare efficaci. Per ora ti consiglio solo questo: quando scatenerai l'uragano... sii autorevole e non autoritaria, sìì determinata ma non violenta, difendi e valorizza il tuo operato piuttosto che sminuire quello altrui...anche se lo meriterebbe. Rammenta (ne parleremo ancora): sono i cani piccoli che mordono...i lupi, sicuri di sé, non attaccano mai inutilmente. Trova il Lupo che è in te e lascia agire la sua tranquilla determinazione.

Capitano ha detto...

Ti ringrazio per le parole che hai lasciato da me: ho sorriso leggendole, grazie...

Non commento il testo del tuo blog: vista la lunghezza merita un certo impegno e qui ci sono 44° all'ombra... ho detto tutto!

SUERTE

Elys ha detto...

Ma Equoooooooo perchè non posso sminuire gli altri se lo meritano? T_____T Io già mi stavo preparando l'attacco con missili terra aria...uf rifletterò e rivedrò meglio la maniera giusta di agire! U____U

Anonimo ha detto...

Strano come nella vita si possa fingere di esser persone sicure, quando anche la mancanta risposta ad un saluto possa scuoterti dentro. Strano come nella vita si vada avanti per capacità e per opportunità. Io non amo essere ne autorevole ne autoritaria, eppure per necessità devo esserlo. E mi sento in colpa. vorrei esser dall'altra parte. Vorrei esser quella che prende ordini non quella che propone. Vorrei esser forte poggiandomi sulla forza altri. Basta, ho 15 pazienti che aspettano il mio sorriso.

Equo ha detto...

Capitano: grazie a te. Percorro sempre volentieri la tua "Rotta verso Sud", trovando ogni volta...qualcosa da portare a casa :-)

Elys: "Il Maestro, con il bastone al quale era solito appoggiarsi, tracciò due linee parallele, della stessa lunghezza, nella polvere della strada. "Queste linee sono uguali..." disse all'Allievo che lo guardava incuriosito. Poi, con il piede, cancellò una ventina di centimetri da una delle due linee. "Ora" - aggiunse- "non lo sono più. Come fare perché tornino uguali?" Istintivamente l'Allievo cancellò a sua volta una pari lunghezza sulla linea integra. "Questo è un sistema" - disse il Mastro sorridendo - "Ma ce n'è uno migliore..." e, riafferrato il bastone, tracciò nuovamente il tratto sulla linea mutilata, aggiungendo: "Nella vita allunga la tua linea, invece di accorciare quella degli altri..." La "grandezza", la ragione di una persona si misurano sulle sue azioni, non sui demeriti altrui.Se qualcuno manca al suo dovere, penalizzando anche noi, il primo tentativo dovrebbe essere quello di motivarlo a far meglio, nell'interesse comune. In caso di reiterata recidiva è legittimo metterlo in condizioni di non danneggiarci, ma non come "punizione": piuttosto come sistema educativo che possa insegnargli a migliorarsi. Non è facile...ma si ottengono risultati migliori e più duraturi.

Melarosa: hai sfiorato un argomento d'estrema importanza. Non è un caso se tra i miei "utenti" ho avuto moltissimi medici (d'ambo i sessi) che, spesso, provenivano da condizioni di lavoro "pesanti": reparti di malati terminali, centri dialisi, cronicari di lungo-degenti,reparti pediatrici oncologici, ecc. il DOVER essere forti perché altri dipendono da noi è debilitante e, in casi estremi, l'ho visto anche produrre imponenti somatizzazioni.Quello che in queste occasioni potevo fare è condurre le persone a liberarsi dei condizionamenti che generano insicurezza, oltre che trasmettere loro le "vie" lungo le quali rinnovare e rinforzare le ragioni di una loro difficile ma nobilissima scelta. Certo è che, dopo aver "combattuto" il Male per tutto il giorno, meglio sarebbe potersi togliere la corazza e lasciarci cadere, a nostra volta, in un paio di braccia protettive e rassicuranti... Ma ogni cosa a suo tempo... Tra qualche giorno...il capitolo 2 :-)

Anonimo ha detto...

AAA. Cercasi abbracciatore professionista possibilmente moro, occhi azzuri e spalle larghe. Astenrsi puzzoni, pelosissimi e uomini bassi. Ho la fobia per l'uomo basso...

Anonimo ha detto...

Ovviamente scherzavo e non volevo assolutamente denigrare quello che hai detto Equo. E hai colpito nel segno ;-).

Anonimo ha detto...

Ho le mie braccia fortissime, ho uno scrigno pieno d'oro. Contiene un sentimento forte e potente: l'amore che sanno darti le persone che ti stanno accanto. Ringrazio Dio ogni giorno, per avermi regalato persone come la mia nonnina, Spratz, Elys, Amylee, Pasticcina...Ersi...E tanti altri che voi non conoscete. Ed è bello dopo un mese di assenza dal lavoro, sentire un pz che ti dice: "dottorè quando non c'è lei si sente la differenza. C'è mancata ^___^"
Adoro le torte che mi preparano!!!
Mi nutro del loro amore, mi nutro della loro forza. Sono una persona ottimista, si vede...Solo he a volte mi stanco pure io. Mi spiace se l'infermiere mi vede cattiva. Forse c'è modo e modo di dire le cose, ma io non conosco altro modo.

E mi manca tanto la mia mamma.

Equo ha detto...

Eheheheh... Mi fa piacere aver colpito nel segno: vuol dire che anche noi uomini bassi abbiamo qualche qualità :-)) Comunque sei una persona di spirito e con una grande forza interiore, Melarosa...ma non ne abusare (della forza, voglio dire...lo spirito usalo come vuoi). In ogni caso hai ragione ed hai individuato una delle principali fonti per "ricaricarci" dopo aver tanto speso. Immagino che la torta che il tuo paziente prepara appositamente per te ti faccia l'effetto che a me, ad esempio, produce la letteera che una ragazza anoressica, più volte ricoverata e nutrita forzatamente, mi scrive dopo un corso con me, concludendola con : "Ho scelto di vivere". Scusate la volgarità ma... 'fanculo la stanchezza! Avanti così, Doc!

Spratz ha detto...

Sono commossa!
Anche io ringrazio Dio per avermi dato persone come voi!
Continuo a dirti che non sono chissà che...ma tu mi rendi sempre speciale!Uffiii...poi mi commuovo!!!
E' difficle trovare l'amicizia vera, ma con voi l'ho trovata!?
Grazie!! ^___^

Spratz ha detto...

Melarosa, la tua mammina sarà sempre con te!
è con te e in te in ogni momento!
Quando ti vedo, quando ti parlo, ritrovo così tanto di lei....
Tra i doni più belli che ti ha dato è quello di avere una grande forza d'animo e di avere sempre il sorriso nonostante tutto...
e la tua mammina sorrideva...e aveva uno splendido sorriso!

Dai che ci mangiamo una bella torta tuti insieme!!!Però deve avere tanta tanta ciccolata!!!!
^__________^

Spratz ha detto...

Maròòò...scusate! Ho un momento strano!!!!sarà la giornata!!!
U____U

Equo ha detto...

No problem, Spratz. Questo nostro "luogo" ha molte facce: ci si può discutere, confrontare e parlare dei "massimi sistemi"...ma è anche un posto per lasciar uscire i sentimenti e le emozioni. Che la vita ti sorrida :-)