sabato 3 marzo 2007

IL VECCHIO, IL MARE E LE ALLERGIE


Jorge soffriva di atroci dolori alla schiena che gli stavano rovinando la vita proprio ora che, raggiunta l’età della pensione, avrebbe invece voluto godersela dopo una dura esistenza passata in mare.
Era stato pescatore, marinaio e, negli ultimi 15 anni, proprietario e capitano di una bella imbarcazione attrezzata per la pesca d’altura con la quale conduceva turisti ed appassionati ad insidiare con canna ed esca i Marlin dalla grande pinna dorsale a vela, gli agili Barracuda, i potenti Tonni…
Dall’età di otto anni aveva passato gran parte del suo tempo sulla prua di un veliero o di una barca a motore lanciata a fendere le onde, lottando contro il vento impetuoso che gli soffiava in faccia e tentava di scaraventarlo sul ponte o, peggio, in mare. Il suo corpo aveva imparato con destrezza a difendersi da questa aggressione, spostando il peso in avanti, tenendo costantemente tesi i muscoli della schiena e delle cosce, bilanciando con la propria forza quella degli elementi ed “inventandosi” un equilibrio che contrastava la spinta del vento, il rollio ed il beccheggio delle barche.
La sua schiena era sempre stata sanissima, malgrado l’infinita dose di umidità che aveva dovuto subire ed il fatto che il suo lavoro fosse tutt’altro che leggero: il suo corpo sapeva come difendersi, mantenendo, nello stesso tempo, la salute.

Ora che, acquistata una casetta sulla Riviera ligure, non più soggetto a fatiche od al maltempo, avrebbe voluto riposare, lancinanti dolori gli davano il tormento.

Molte visite ortopediche, radiografie, manipolazioni chiropratiche non avevano dato nessun esito, così Jorge era finito davanti alla mia scrivania, a raccontarmi la sua vita avventurosa cercando una spiegazione.

Fu un gesto molto banale a darmi la giusta chiave di lettura del problema: mentre mi parlava dei suoi dolori, delle notti insonni, della stanchezza che lo stava debilitando, Jorge, ad un certo punto, mi chiese di poter accendere la sua vecchia pipa annerita dall’uso per cercare un po’ di conforto nell’aroma del tabacco…e, malgrado ci trovassimo in una stanza dalle finestre chiuse ed in una serena mattinata d’Aprile assolutamente quieta, lo fece proteggendo il fornello della pipa con le mani a coppa, come se dovesse riparare la fiamma del suo accendino da un furioso uragano tropicale…

La barca era stata tirata in secca, il vento era cessato…ma Jorge, condizionato da una vita di lotte e di fatica, continuava ad opporsi ad esso: quelle tensioni muscolari che gli erano state utili per tutta la vita ora, in assenza di una forza contraria che le compensasse, diventavano fonte di sofferenza.

Qualche volta la nostra esistenza c’insegna che difenderci è indispensabile per sopravvivere. Il problema è che il più delle volte continuiamo a farlo anche quando il pericolo è cessato.
Prendete, ad esempio (per restare nel campo delle somatizzazioni) le manifestazioni allergiche.
Che cos’è l’allergia se non una forma di “eccesso di legittima difesa” ?

Il mio organismo si difende da sostanze che, in realtà, sono del tutto innocue, considera “nemici” ed “invasori” pollini, peli animali, polvere…
L’allergico…continua a lottare contro il vento anche quando il vento è cessato.
Gli antistaminici possono alleviare i sintomi, ma la causa scatenante è altrove: in quella insicurezza che ci attanaglia strisciante e ci spinge a vivere costantemente “in guardia”, in guerra con il mondo, pronti a reagire contro chi non ci attacca per nulla.

Allargate il discorso, estendete le metafore e se, per caso, vi riconoscete in qualcosa di tutto ciò… cominciate a pensare che è tempo d’abbassare la guardia.

Signore e signori… la guerra è finita!

7 commenti:

Capitano ha detto...

Spesso ci si continua a difendere a oltranza perchè non si capisce che il pericolo è passato... quando con certezza si può affermarlo?

Comunque, tempesta o no, io continuo la mia rotta... alla costante ricerca di quell'orizzonte di serenità.

SUERTE SIEMPRE

Anonimo ha detto...

caro equo, la mia mente accetta il tuo discorso ma il mio corpo non ne vuol sapere.. Oh, so bene che io "sono" anche il mio corpo e che non è un tutto separato.. Devo trovare il modo di dialogare con quel bambino spaventato e diffidente che è in me.. sempre sulla difensiva perché da sempre è stato addestrato ad esserlo dai fatti della vita.. Devo riconoscere che da solo mi riesce poco, e male, anche perché ho un'accumulo di anni di incrostazioni e sofferenze.. Mi serve l'aiuto di un amico come te, e, chissà, la "trasformazione" sarà possibile..
mauro

Blue ha detto...

Ascoltate tutti il nostro saggio Maestro...le sue parole sono così vere e così comprensibili ma non sempre, anzi quasi mai è facile realizzarle. Per farlo dovete avere fiducia in voi stessi, conoscervi...solo allora potrete sapere quale è la vostra forza, con quanta velocità siete in grado di difendervi da un pericolo che arriva e quando è il momento di abbassare le armi...
Io per tanti anni per evitare di soffrire, di essere impreparata, per tanti motivi ho portato costantemente un'armatura addosso...di notte e di giorno...sempre. Vi assicuro che nel momento che ho deciso di posarla è diventato tutto più facile, ho ricominciato a sorridere veramente (perchè anche se non ce ne accorgiamo quella difesa costante a volte non fa discriminazione e ci impedisce di vivere anche tante piccole cose che invece erano belle)...
A volte la paura ci è nemica, ma non bisogna mai scordare che la sua funzione è quella di avvertici della presenza di un pericolo...una volta che si sa finisce il suo ruolo, se si continua ad avere paura ci si mette da soli i bastoni fra le ruote. Suerte a tutti!!
Namastè

nemo ha detto...

Siamo sempre in guerra...
In lotta perenne
sotto costante minaccia.
Fortunato è colui
che conosce il suo nemico.

Equo ha detto...

Capitano, in fondo che conta se il pericolo è cessato o sussiste ancora? Un piccolo cane passa la vita tremando e ringhiando; un lupo cammina sicuro per la sua strada: sa che se un pericolo si presenta lo saprà affrontare. Ti auguro di cuore di trovare il tuo orizzonte... E di riconoscerlo.
Mauro: contaci. "Se con la mia vita o con la mia morte posso aiutarti nella tua impresa, lo farò. Hai la mia spada!" (Aragorn).
Blue: grazie sei sempre molto carina con me. "Occorre bruciarsi cento volte, ma continuare ad amare il fuoco". Questo è ciò che chiamo il vero coraggio di vivere.
Nemesisnemo: in realtà Sun-Tzu dice che se conosci il tuo nemico vincerai il 50% delle tue battaglie. Per vincerle tutte devi anche conoscere te stesso. Ma hai tempo, per tua fortuna...
A tutti coloro con cui sto scambiando mail: perdonatemi se, talvolta, non riuscirò ad essere tempestivo... E' un mondo difficile, una vita complicata... :-)
Namasté.

ska ha detto...

E' quello che chi ha la pazienza di starmi accanto mi ripete ogni giorno, dolcemente e tenendomi per mano...ma non passa, non è così facile liberarsi da barriere che si è eretto con tanta fatica.
Una riflessione bellissima comunque, maestro...

Anonimo ha detto...

"Siamo sempre in guerra...
In lotta perenne
sotto costante minaccia.
Fortunato è colui
che conosce il suo nemico."

Sono perfettamente d'accordo. Ma siamo sempre in guerra e in lotta perenne con noi stessi, non con il vento o con le avversità della vita che vanno e vengono, insieme alle gioie, anzi, intrinsecamente legate ad esse. Ecco perché è fortunato colui che conosce il proprio nemico, perché una persona così conosce se stesso.