mercoledì 20 febbraio 2008

UN TRAM CHIAMATO UTOPIA


Prima di parlare, come più o meno promesso, della “comunicazione” e di come si possa migliorare la nostra capacità di capire gli altri e farci capire da loro, lasciate che vi racconti una storia che, per una volta, non è mia, non appartiene al bagaglio delle mie personali esperienze.
E’ stata disegnata, molti anni or sono, da quel geniale e mai abbastanza rimpianto autore di fumetti che si firmava con lo pseudonimo di “Bonvi”.
Purtroppo in uno dei miei innumerevoli traslochi è andato perso il numero della rivista che la pubblicò: dovrò sopperire con la fantasia là dove non mi soccorrerà la memoria, ma il succo della storia manterrà, mi auguro, il sapore originale…

Ed ora, signore e signori, andiamo a incominciare…

Milano – Esterno Notte

L’ultimo tram arranca sferragliando per le strade umide e nebbiose di una città addormentata.
A bordo, oltre al manovratore ed al bigliettaio, un piccolo campionario di un’umanità spicciola, banalmente normale, moderatamente squallida.

C’è una donna, ancora giovane, ancora avvenente, ma già ferita dalle delusioni, dagli abbandoni, probabilmente pronta a lasciarsi andare alla rassegnazione, a considerare le fantasie romantiche di cui si è nutrita come una malattia infantile dalla quale sta guarendo per approdare alla normalità di una vita senza sorprese, senza entusiasmi…

Poco distante siede, assorto nei suoi pensieri, un impiegato che rientra dopo lunghe ore di lavoro straordinario effettuate sotto la supervisione del suo dispotico e sprezzante capufficio, un uomo rozzo che sembra divertirsi ad angariarlo ed a metterlo alla berlina di fronte ai colleghi; come sempre il nostro passeggero sta immaginando le parole dure e taglienti con le quali vorrebbe rispondergli per le rime… le parole che non avrà mai il coraggio di pronunciare.

Anche il terzo passeggero sta rincasando insolitamente tardi: ha trovato scuse su scuse per rimandare il suo ritorno ad una casa in cui lo attendono quella donna che ha amato, in un tempo lontano, e che ora è per lui un’estranea rancorosa, ed i loro figli, due adolescenti pretenziosi ed irrispettosi, sempre pronti ad allearsi con la madre per rimproveragli tutto ciò che non è in grado di dar loro…

Milano – Esterno Notte

L’ultimo tram in servizio effettua una fermata ed al gruppetto di passeggeri si aggiunge un giovane con biondi capelli scarmigliati, la barba lunga ed uno sguardo stranamente lucido, brillante, che contrasta con le palpebre abbassate ed appesantite dei suoi compagni di viaggio.
Improvvisamente il giovane estrae, da una tasca della giubba militare male in arnese che indossa, una bomba a mano e, brandendola, si rivolge al manovratore ed a tutti i presenti dichiarando: “Questo è un dirottamento! Fai rotta verso Cuba!”

Sbigottiti ed allarmati i passeggeri si guardano tra loro, incapaci di credere a ciò che sta accadendo. Il manovratore tenta timidamente di spiegare che quello è un tram, non un aereo e che non crede che le rotaie possano proseguire sull’Atlantico… ma il giovane non lo ascolta neppure: baloccandosi con la sua bomba si limita a dirgli qualcosa come: “Tu pensa a guidare…”

Approfittando di un attimo di distrazione dello strano dirottatore il bigliettaio riesce ad azionare una porta, saltare giù dal mezzo in movimento e scomparire nella notte milanese, ma tutti gli altri a bordo sono ormai bloccati, nelle mani di un pazzo che vuole dirottare un tram su Cuba!

Ed a questo punto, mentre il panico inizia a serpeggiare, a bassa voce, quasi come se parlasse solo con se stesso, il giovane con la bomba comincia a narrare del posto in cui sono ora, secondo lui, diretti, inizia a parlare di Cuba…

Naturalmente non è la Cuba reale, ma quella che le sue fantasie malate stanno da tempo sognando come via di fuga da una realtà che l’opprime.
E’ un luogo di sogno, con giorni sempre inondati di sole e notti profumate dai sensuali fiori del frangipane; un’isola dalle spiagge di candida sabbia, circondata da un mare di smeraldo che nasconde preziosi coralli d’ogni colore e relitti di galeoni spagnoli ancora ricolmi d’oro, perle e pietre preziose; un Paese popolato di donne bellissime, sempre allegre e gioviali, di uomini dallo sguardo franco ed onesto…
Più ancora: è il luogo dove ogni ingiustizia è stata sconfitta, dove non si conosce il razzismo od il disprezzo del diverso, dove gli esseri umani si sentono fratelli e si aiutano a vicenda nella difficoltà… è la nazione in cui si sta costruendo una società di liberi e di uguali, profondamente diversa dalla triste burocrazia dei Paesi dell’Est, un socialismo solare, caraìbico, che ha il sapore del rum di canna ed il ritmo della rumba!

I passeggeri lo ascoltano… e sanno bene che le sue sono le fantasie di un povero pazzo.
Tuttavia…
E’ tale e tanta l’energia che si sprigiona dalle sue allucinate parole, da quel suo sguardo perso in immagini che solo lui vede e, pure, tanto vivo, tanto luminoso, che, quasi per gioco, nella loro mente iniziano a farsi strada brandelli di sogno…
E la giovane donna, senza crederci veramente, in un primo tempo, prova ad immaginarsi l’aitante cavaliere dal bel corpo abbronzato che la stringe tra le braccia, che le sussurra appassionate parole d’amore all’orecchio, sullo sfondo di un tropicale tramonto incendiario…

Ed al timido, supino impiegatuccio sfugge un sorriso mentre immagina la faccia del capufficio che riceve la cartolina dove lui è ritratto con due meravigliose mulatte sorridenti che lo abbracciano mentre sorseggia un mojito… ed arriva quasi alla risata nell’istante in cui gli sembra di vedere la rabbia che coglie il suo persecutore nel leggere il testo che lui ha vergato di sua mano sul retro della fotografia: “Buon lavoro, coglione!”

Il padre di famiglia, in quello stesso momento, sta pensando a Fidel Castro, al “Che”, alla Rivoluzione… a Marx che diceva. “Non avete altro da perdere che le vostre catene!” E riesce a vederle, queste catene: bollette, ingiunzioni di pagamento, rate, il mutuo, avvisi bancari…e le altre, quelle più pesanti, le catene di un affetto rugginoso e greve, la moglie, i figli, le responsabilità… “Un calcio a tutto” – pensa – “Certo, non si può fare, non si deve… ma, dio! Come sarei più leggero!” Improvvisamente si ricorda di quando aveva vent’anni e voleva scrivere. Gli bruciavano dentro, allora, mille storie che avrebbe voluto narrare e che seppellì da qualche parte, negli angoli più segreti della sua anima…perché… la famiglia, il lavoro… si deve crescere, che diamine!
“A Cuba” – pensa – “A Cuba riuscirei a scrivere… e non è colpa mia: è il tram che è stato dirottato…” e quasi gli viene da sperare che l’impossibile si realizzi.

Così, senza rendersene conto, iniziano a parlare tra loro di quanto potrebbero realizzare a Cuba, di cosa potranno abbandonare una volta arrivati, di come siano felici di questa nuova occasione che la vita sta offrendo loro.

Intanto il bigliettaio fuggito ha dato l’allarme.
Polizia e Carabinieri, consapevoli di trovarsi di fronte ad un pazzo, organizzano un piano: manovrando a distanza gli scambi automatici dirigono il tram verso un deposito periferico che, nel frattempo, viene esteriormente trasformato e camuffato.
Sulla sua facciata viene montata una grande insegna luminosa che reca la scritta:
“Aeroporto de La Habana” e tutt’intorno, a coronamento, molte bandierine con “un rubin, cinco fragas y un’estrella”, molte bandierine di Cuba, insomma. Tanto per non lasciare dubbi qualcuno trova anche un grande ritratto di Ernesto “Che” Guevara e lo appiccica in bella vista…

Così, agli occhi di un frastornato manovratore, ad un tratto la nebbiosa notte milanese si trasforma in un’esplosione di luci e colori ed i binari che il tram sta percorrendo finiscono, dritti-dritti, in un fantasmagorico aeroporto da favola.

Ed allora, sul tram, esplode l’entusiasmo: nessuno si chiede più come sia stato possibile realizzare l’impossibile; l’unica cosa che conta è che, ora, sono a Cuba, lontani dal grigiore della loro vita, pronti a ricominciare, a giocarsi al meglio le nuove carte che la sorte ha loro assegnate.

Ci si abbraccia, ci si congratula, ci si da appuntamento per il giorno dopo, sulla spiaggia… ed appena messo piede a terra gli agenti si lanciano sul giovane folle, gli sottraggono la bomba (che risulta finta), lo ammanettano e lo portano via…

E l’incanto, improvvisamente, si spezza, si frantuma. Le luci si spengono, si spengono le illusioni e le speranze.

Ognuno dei passeggeri è pronto a compiere una veloce, radicale, capriola mentale: da questo momento negherà anche a se stesso che, per un istante della sua grigia esistenza, ha avuto il coraggio di sognare l’irrealizzabile.

Negli occhi della giovane donna, forse, la luce resta accesa per un secondo in più, mentre osserva il ragazzo dai biondi capelli scomposti che viene trascinato lontano… ma poi anche lei si stringe nelle spalle pensando: “Bèh…in fondo era solo un pazzo!”

Milano Esterno – Notte

Non ci sono più tram.


Le persone che sanno benissimo che non si possono dirottare tram su Cuba, quelle che, con razionale cinismo logico ti guardano sorridendo e ti dicono: “L’uomo non cambierà mai!” e “Le cose sono sempre andate così e così andranno sempre”, le persone che hanno i piedi per terra e non la testa tra le nuvole, quelle che badano al concreto, che sono realiste, che non si perdono in sogni utopici adolescenziali, sono le meglio attrezzate per vivere in questa società, per avere un’esistenza normale, una normale famiglia, una normale carriera…

Gli altri, i sognatori, i poeti, i bambini mai cresciuti, i folli, spesso, molto spesso, finiscono con le manette ai polsi, in una camera imbottita o, più semplicemente, rinchiusi nel ghetto dell’indifferenza.

Ma qualche volta, qualche rara volta, la forza del loro sogno è talmente grande, l’assurda grandezza della loro visione tanto coinvolgente, che altre menti iniziano a sognare lo stesso loro sogno… e la cosa si espande, come un contagio, come un virus che cancella e modifica la realtà.

Allora loro, i sognatori, i poeti, i bambini mai cresciuti ed i folli, cambiano il mondo.

Milano Esterno – Notte

L’ultimo tram sta passando.
Che fate?

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei che andaste su www.abietto.net e cercaste nell'archivio news il post "Yume" scritto il primo settembre 2005, alle ore 4:38 di mattina. Penso che descriva bene la mia risposta. =)

elena ha detto...

Che domanda... lo dirotto! Già sono "spostata" di mio...! :)
Adesso vado a leggere l'Abietto.
Grazie Equo, namasté.

elena ha detto...

Ehm... rettifico, dopo l'esame di coscienza che (quasi sempre) segue le mie affermazioni sull'onda emotiva.
Mi sa che devo aspettare che qualcuno mi dirotti il tram... e poi spero di aver la forza di approfittarne.

Equo ha detto...

Sono andato a rileggermi il post dell'abietto.
Cazzo! Vorrei un figlio come lui!
:-)))

Neo ha detto...

Io.. beh, salirei sul tram ricordando questo racconto nell'osservare i volti spenti che insieme al mio si dirigono verso casa.
Triste? Può darsi.


Namasté

Neo ha detto...

P.s. il post di abietto non l'ho trovato
:(

Anonimo ha detto...

E se, anzichè pensare al sole di Cuba, alle donne e all'oro stivato nei galeoni, si sognasse una società, la propria, più giusta, più libera.
Se anzichè assistere ad una contrapposizione (che ha fatto danni enormi) tra destra e sinistra si sognasse un mondo dove gli uomini fossero apprezzati per il loro valore e non la loro appartenenza.
Se si sognasse che la propria terra fosse governata da saggi che prendono le cose buone dalle varie ideologie e le realizzassero?
Se si sognasse una giustizia davvero uguale per tutti e che tutti siano eguali davanti ad essa?
Se anzichè pensare ad eroi lontani ed inappropriati per la mia terra (oltre 50 anni di dittatura e il bastone passato al fratellino - a me fa ridere), sognassi persone che si rifanno a Mazzini, Garibaldi, Nicolò Tommaseo. Carlo Cattaneo, Piero Gobetti, Gaetano Salvemini, Paolo Eminio Taviani, Giovanni Minzoni, Sandro Pertini, ecc, ecc,..

Non sarebbero sogni anche questi?

(ps: per sognare sole, donne e oro non occorre essere idealisti)

Mat

Anonimo ha detto...

Permettini Equo anche di fare una'altra piccola critica.

Hai detto che il mondo è dei folli (su questo siamo d'accordo, purchè per folle si intende la stessa cosa :-)
Peccato che su quel tram, a sognare, metti un "allucinato" e delle persone che tu stesso definisci "piccolo campionario di un’umanità spicciola, banalmente normale, moderatamente squallida"

un saluto
Mat

ska ha detto...

Prendo la storiella in modo metaforico...una piccola rivincita - p"piccola" perché ha avuto presto fine - per i Don Chisciotte!

Per il resto...manco io sogno le dittature!

Bella storia, comunque. :)

Equo ha detto...

Caro Mat, io credo che proprio questo sia il messaggio... Anche la "piccola gente", quella schiacciata dalla vita, quella che non ha mai voce in capitolo, quella che non ha il coraggio di rispondere al capufficio e non osa protestare se qualcuno le passa davanti mentre è in fila ad uno sportello... Anche queste modeste persone che, in realtà, sono il sale della Terra, possono imparare a sognare...anche se, spesso, occorre un "folle", un idealista, un Don Chisciotte deciso a non accettare un mondo di mercanti, per insegnarlo loro. In quanto a Cuba... è detto che non è la Cuba reale, ma un simbolo... Poteva essere Sangri-la, o l'Isola del Sole di Tomnmaso Campanella, o la Repubblica di Platone. Il problema che tu poni è serio: non si potrebbe....ecc. No, Mat: temo di no. Perché, prima di tutto, la divisione tra Sinistra e Destra, filosoficamente parlando, è proprio quella: c'è chi crede in un mondo di fratelli, dove i meno fortunati ricevono aiuto dai più dotati, e c'è chi invece crede nel diritto del più forte; c'è chi si sente al servizio del popolo e chi si vive come una èlite che deve guidare il popolo... Le altre (la politica spicciola, l'economia, la gestione della cosa pubblica) sono differenze da poco, ma quella filosofica, antica e mai sopita, è ancora operante ed ognuno di noi è chiamato,in qualche modo, a fare la sua scelta. Rifacciamoci pure a Garibaldi, anziché a Guevara: mi sta bene... Ma le sue camicie erano rosse :-))

Anonimo ha detto...

Va bene Equo, avevo capito che la tua era una metafora "forzata", ma con la precisa idea di stilare un'ode alla "follia".
Neanche per un istante ti ho addebitato l'appetito di "oro, sole, e donne" , benchè io certe debolezze ce lò (parlo dei sogni, quelli veri :-) e neanche una "adorazione" per il Fidel post rivoluzione.

La netta divisione che tu fai tra destra e sinistra non è giusta, è smentita dagli uomini e dalla storia. Non bisogna essere di sinistra per credere nella solidarietà, nell'uguaglianza e nella giustizia.
Non esiste solo destra e sinistra.
Sono un moderato, credo di essere di idee socialdemocratiche, spero di avere qualche riconoscimento anche da te.

Mat

Anonimo ha detto...

Forse sono socialista, forse anarchico-radicale, forse.....
Mannaggià a te Equo che mi costringi a giustificare un'appartenenza che non trovo:-))

Sò però cosa non potrei essere, ecco, escludi:
- maoista
- fascista
- nazista
- comunista
- democristiano
- mastelliano
- casini..ano
- neosocialista
- demitiano
- bassoliniano
- berlusconiano
- leghista

uffà, mi stai rendendo la vita complicata :-))

Mat

Anonimo ha detto...

Solo due brevi cose.
Grazie, Equo, se vuoi puoi adottarmi!
Per quelli che non hanno trovato il mo post, andate sul mio sito: nella barra del titolo di ogni news ci sono vari link, uno dei quali è "ARCHIVIO NEWS". Non è difficile! Cliccate lì, e quindi cercate la data (e se volete, spulciatevi un po' anche le vecchie cose che sto riordinando proprio in questi giorni).
Per Mat: purtroppo certe differenze esistono, ed è vero che gli uomini sono molto più sfaccettati delle ideologie che decidono di seguire, quindi è possibile (eccome!) trovare uomini che si dichiarano di sinistra ma che si comportano come il peggior fascista archetipico da barzelletta, così come è possibile trovare persone che si dichiarano "nostalgiche e di destra" (e ne ho conosciute molte) che però, personalmente, guarda caso, si comportano come dei "compagni", magari burberi e con l'immaginetta "sbagliata" nel portafoglio, ma sempre pronti a farsi in quattro, se non in otto, non solo per gli amici ma anche per il maghrebino o lo zingaro che ti pulisce il vetro al semaforo. Diciamo che sarebbe ora di trascendere le posizioni politiche spicciole e di creare dei movimenti più reali, ma filosoficamente parlando non puoi prescindere da alcune tendenze storiche.
E poi un'ultima cosa: il termine comunista, ahimé, è stato ampiamente abusato da parti politiche e sociali che nulla avevano in comune con tale termine. Pensare che Stalin fosse comunista e che il suo regime cosse il comunismo, solo perché si dichiaravano tali ufficialmente, è alquanto ingenuo. Purtroppo, allo stato attuale delle cose, mai nella storia e da nessuna parte del mondo l'uomo è riuscito ancora a realizzare qualcosa di anche solo vagamente paragonabile al mondo pensato dai signori Marx ed Engels... Per questo il termine "comunismo" è tanto complesso da utilizzare, bisognerebbe prima mettersi d'accordo bene sulla definizione.

Equo ha detto...

Facciamo così, old boy: tu sei Mat, io sono Equo... e ci confronteremo, ogni volta che ci piace, senza etichette, magari con veemenza ma sempre con rispetto, ok? ((( )))

Anonimo ha detto...

per Abietto non posso che confermare la mia opposizione al comunismo, e non è vero che non è stato mai realizzato.
La verità e che il comunismo abbatte una classe che domina un'altra (capitalisti) e ne crea un'altra altrettanto temibile "i burocrati con a capo un dittatore".

Se le mie parole appaiono poco credibili, eccoti il pensiero "prefetico" di Bakunin:

"Bakunin individuò gli equivoci e i possibili rischi della nozione di Marx di dittatura del proletariato. Secondo Bakunin il marxismo era l'ideologia di quella che chiamava "élite della classe dominata", avviata a diventare classe dominante a sua volta, e, in particolare, era l'ideologia degli intellettuali sradicati. La conquista del potere da parte dei comunisti marxisti, secondo Bakunin, avrebbe portato non alla libertà ma a una dittatura tecnocratica. Se c'è uno Stato ci deve essere per forza dominio di una classe sull'altra... Che cosa significa che il proletariato deve elevarsi a classe dominante? È possibile che tutto il proletariato si metta alla testa del governo?... I marxisti sono consci di tale contraddizione e si rendono conto che un governo di scienziati sarà effettivamente una dittatura... Essi si consolano con l'idea che tale dominio sarà temporaneo... La massa del popolo verrà divisa in due armate, quella agricola e quella industriale, poste agli ordini degli ingegneri di Stato che costituiranno la nuova classe politico-scientifica privilegiata. (Michail Bakunin, Stato e Anarchia)"

tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Comunismo

ciao Mat

Anonimo ha detto...

Ho sempre rispetto per chi è più intelligente e saggio di me, anche quando ci divide un "punto di vista".

ciao Mat

Anonimo ha detto...

Mat, so benissimo quale sia il pensiero di Bakunin (e non lo condivido in buona parte) ma so anche qual è il pensiero di Marx ed Engels (che invece in buona parte condivido). Il punto è proprio questo: se è vero che il comunismo dovrebbe essere un'ulteriore "step" nell'evoluzione della società umana, dove il proletariato "rovescia" il potere capitalista e instaura un nuovo regime economico, mi spieghi come sia possibile che in Russia, durante la rivoluzione d'ottobre, si sia instaurato il comunismo, dato che invece si è trattato di un movimento in cui esponenti della borghesia hanno rovesciato un regime di nobiltà? La rivoluzione d'ottobre è più simile alla rivoluzione francese, dal punto di vista dell'analisi materialistica storica, e non ha visto il rovesciarsi di una classe borghese, ma il suo affermarsi. Una classe borghese povera, neonata e in un Paese gigantesco e arretrato, che ha dovuto instaurare un capitalismo accentrato di tipo statalista per reggere il passo con le potenze (già ben avviate e sviluppate) occidentali. Non c'è proprio nulla di comunista in tutto questo, se non il nome che hanno più o meno demagogicamente scelto per tenersi in piedi dal punto di di vista ideologico.

Anonimo ha detto...

Peraltro, le critiche di Bakunin non sono cosa nuova: già all'epoca in cui la classe borghese stava alzando la cresta in Europa c'erano fior fior di pensatori che dicevano che sarebbe stato impossibile gestire le cose, e che la nobiltà era la classe dominante per una serie di ragioni economiche, sociali e politiche, assolutamente inoppugnabili. Ma così non è stato. La borghesia ha rovesciato il sistema delle grandi monarchie imperialiste e ha instaurato un sistema economico completamente diverso che regge e che è stato fonte di rivoluzione in tutti i campi, rendendo la vita più comoda a una maggior percentuale di persone. Se prima era l'un percento della popolazione che governava sul rimanente 99, ora è il dieci percento che governa sul novanta. E' già un gran passo avanti. Il capitalismo ha portato a uno sfruttamento più razionale delle risorse naturali del pianeta, a un'industrializzazione che ha permesso la creazione di maggiore ricchezza, a una grandissima evoluzione in campo scientifico e tecnologico, a un aumento delle condizioni e delle aspettative di vita, a migliori condizioni mediche e sanitarie, eccetera eccetera.
E' sempre difficile giudicare o immaginare un sistema "nuovo" partendo dai presupposti e dagli schemi che abbiamo all'interno di quello in cui viviamo. Così come i pensatori figli del loro periodo giudicavano "impossibile" un mondo governato dai mercanti e dai borghesi, ora i pensatori figli del nostro periodo reputano impossibile un mondo governato dai proletari.

Anonimo ha detto...

Sera!ho appena letto il nuovo post, grazie Equo per averci dato nuovo materiale su cui riflettere, confrontarci e perché no .. crescere. In questa storia,i passeggeri del tram si trovano loro malgrado trasportati nn da un punto all’altro della città,ma in un “sogno”dove se pur per un breve attimo dalla loro vita, dimenticano problemi e amarezze.Il bisogno di evadere, fuggire via da una realtà dura è così grande che riescono persino a respirare l’aria frizzante e allegra della lontana Cuba,ne percepiscono anche il calore…
Sarebbe meraviglioso lasciarsi problemi e frustrazioni alle spalle, ma si sa, questo nn è possibile, siamo costretti a vivere giorno per giorno una vita dove i momenti belli sono pochi..veramente pochi,dove spesso la felicità la si incontra nei sogni, anche quelli ad occhi aperti…
E quelle persone straordinarie che sognano di cambiare il mondo, di renderlo migliore che fine hanno fatto??? Forse sono rimasti coinvolti in un incidente “automobilistico”,dove il muro..che è la realtà ha avuto la meglio sulla fragile lamiera dei sogni!!!
Questa è la mia interpretazione..questi i miei pensieri…nn ho voluto considerare altro!
fenix77

Anonimo ha detto...

caro Abietto, se a Lenin fosse succeduto Trotsky anzichè Stalin non la potresti raccontare così.

Del Soviet facevano parte anche figli di operai e Krusciov lo era.

La borghesia o quella che ne era rimasta fu decapitata da Stalin.

Cmq su questo argomento, che riconosco importante e serio, hanno discusso e si sono scontrate persone migliori di me e non sembra che siano addivenuti a qualche parere di concordanza. Pertanto non saprei cosa aggiungere. Lasciamo la soluzione alla storia prossima futura :-))

Mat

Equo ha detto...

Grande domanda Fenix...: che fine hanno fatto quelli che volevano cambiare il mondo? La mia generazione lo ha "sognato forte"... poi sono accadute molte cose. Qualcuno è "cresciuto" ed ha ereditato lo studio d'avvocato di papà o si è impegnato a far carriera in quei partiti che criticava sino al giorno prima; qualcuno, pensando di "essere contro la società" ha iniziato a spararsi veleno nelle vene ed è crepato d'overdose in una sudicia cantina di periferia; qualcuno ha scambiato i sogni con la realtà ed ha iniziato una "rivoluzione" che esisteva solo nella sua testa... La maggior parte si è sposata, ha fatto figli... e non si è nemmeno curata d'insegnar loro a sognare in grande...
Qualcuno (pochi, temo) ha... pareggiato: ovvero, non ha cambiato il mondo, ma non ha lasciato che il mondo lo cambiasse troppo... ed è ancora qui, pronto ad offrirsi volontario per guerre perse prima d'iniziare, a scagliarsi contro mulini a vento per rimetterci i denti, ad amare senza freni, costi quello che costi. Siamo un po' patetici...me ne rendo conto. Come diceva Gaber in una sua bellissima canzone.... Anzi, guarda, hai smosso con la tua domanda tanti dolcemente amari ricordi... che ci faccio un post. Grazie. :-)

Anonimo ha detto...

Per rispondere a Fenix: non metto in dubbio tutte le cose che tu dici rispondendo al mio intervento, ma qui non si sta parlando di singole persone o del fatto che ci fossero individui di estrazioni diverse, si sta parlando in senso di movimenti storici sociali. E non credo sia un caso che Trotskij sia stato ucciso proprio per mandato di Stalin in Messico da sicari prezzolati. Gli oppositori politici possono anche essere trasversali alle divisioni di casta e di ceto sociale, e la lotta è stata aspra da ogni parte, ma rimane il fatto che il socialismo reale e il comunismo teorizzato da Marx ed Engels non hanno praticamente nulla in comune, né dal punto di vista politico, né dal punto di vista economico (che poi è quello determinante), né dal punto di vista sociale.

Comunque, certamente si tratta di un argomento molto vasto e ramificato, di difficile analisi e interpretazione. Io rimango dell'opinione che i "veri" cambiamenti a livello mondiale debbano ancora accadere, e che inevitabilmente si andrà nella direzione di un "vero" socialismo, anche se magari ci vorranno ancora decenni o secoli.

Anonimo ha detto...

Caro Abietto, molte delle cose a cui ti riferisci le conosco per sommi capi, altre per nulla.. è per questo motivo che ho trattato l'argomento in maniera molto light..soffermandomi solo su gli aspetti più lampanti. Di una cosa sono certa..i cambiamenti, i grandi cambiamenti hanno bisogno di uomini "forti" pronti a mettersi in gioco, a lasciare il certo per l'incerto a mettere VERAMENTE l'interesse altrui, davanti al proprio...In passato abbiamo avuto figure eccezionali,uomini e donne votati in tutto e per tutto al loro Dio, ai propri simili, al loro Paese...e oggi??????
Fenix77

Anonimo ha detto...

Eh... oggi...
Come disse qualcuno un tempo: "Dopo il freddo degli anni di piombo, gustiamoci il calduccio di questi anni di merda." =)

Anonimo ha detto...

Mentre ci godiamo il "calduccio"...nusseno ci vieta di "sognare"...vero Abietto?!?!, Notte!!
fenix77

Equo ha detto...

PS: solo una nota a margine per Istanbul...
Forse faresti quello che hai detto, ma (non so perché) io m'immagino, invece, che dopo un po' ti metteresti a disegnare con il dito sui finestrini appannati dal freddo... Gli altri passeggeri si affollerebbero per guardare i tuoi disegni, strani, astratti...e ognuno comincerebbe a vedervi...delle "cose". Cose che lo faranno ricordare, riflettere...forse sorridere, forse piangere...ma che, in ogni caso, non lo lasceranno indifferente.
Ci sono tanti modi per... seminare. :-)