venerdì 22 febbraio 2008

GIBI'


Lo chiamavano “Gibì”.
Ufficialmente perché il suo nome completo era Giovan Battista… in realtà per alludere al “J & B”, nota marca di popolare whisky scozzese, dato che non era insolito che alzasse il gomito più del lecito.

Alcuni amici, preoccupati per come stava riducendo il suo fegato, gli consigliarono uno dei miei “stage”… e lui accettò di venire, ma non per affrontare il proprio problema: più che altro per pura curiosità intellettuale e perché, come disse dopo il colloquio preliminare con me, gli ero piaciuto.

D’altra parte avevamo molte cose in comune, ad iniziare dall’età, anche se, fisicamente, ci trovavamo agli antipodi: lui era grande e grosso per quanto io ero tappo, lui esibiva un’orgogliosa chioma leonina là dove riluceva la mia zucca pelata, lui aveva guance ben rasate e rubizze invece della mia barba precocemente incanutita…

Era un architetto, il che, data, appunto, l’età, significava che aveva frequentato la Facoltà di Architettura di Torino negli anni della grande contestazione…

Ora: chi non ha vissuto quegli anni credo non possa neppure immaginare in che cosa si fossero trasformate le sedi universitarie in quell’epoca (e in particolare quelle di architettura) sotto la spinta della frenesia creativa che giungeva dal cosiddetto “Atelier Populaire” che, da Parigi, diffondeva manifesti ed idee.

Era il tempo dell’immaginazione al potere, del “siate realisti: chiedete l’impossibile”…
Lo splendido palazzo savoiardo del Valentino che ospitava la facoltà di architettura era una fucina d’idee innovative, rivoluzionarie, talvolta strampalate ma sicuramente eccitanti. Sembrava ai futuri architetti (quasi in una sorta di allegoria massonica) d’essere chiamati non a progettare case o ponti, ma ad immaginare la “città futura”, a modellare il mondo di domani…

All’epoca in cui incontrai Gibì il ’68 era passato da venticinque anni e l’atmosfera intorno a noi era molto, molto diversa: l’immaginazione non aveva preso il potere, né l’impossibile era stato realizzato.
Anzi: una grigia e pesante cappa di restaurazione cancellava gli ultimi sprazzi di colore di una primavera durata troppo poco, consumata troppo in fretta.

Non fu difficile, durante lo stage, portare Gibì a parlare di sé: sapevo quali tasti schiacciare…
Iniziò con una pungente ed intelligente autoironia che, gradualmente, si trasformò in rabbia sorda e, infine, nella più cupa delle rassegnazioni.

“Ho fatto un solo errore!”
– mi disse – “Fermarmi per guardare indietro…”

Già: ad un certo punto della sua vita Gibì si era guardato alle spalle e, per usare una sua espressione, non aveva visto altro che la cenere di un’esistenza bruciata.
Aveva sognato di ricostruire il mondo… ma il mondo non sapeva che farsene delle sue idee e lui si ritrovava a ristrutturare vecchie fabbriche dismesse per trasformarle in centri commerciali; si era gettato in politica con l’entusiasmo e la foga di chi ha qualcosa in cui credere… solo per vedere arrivisti e maneggioni prendere un grande sogno e mutarlo in vuota demagogia; troppo preso dall’immane e futile opera della realizzazione di un ideale non aveva costruito nulla per se stesso, non aveva una famiglia, non aveva dei figli…

Ed ora non aveva più neanche il sogno.

Gli restava la bottiglia, il suo anestetico di malto delle colline scozzesi.

“Sì! Mi sto uccidendo! E allora?” – mi disse a muso duro – “Il mio lavoro mi fa schifo, la mia vita mi fa schifo… Non ho costruito niente di ciò che sognavo e sono solo come l’ultimo dei dinosauri! Ok, facciamo un patto! Io m’impegno a smettere di bere se tu mi dai una buona ragione per farlo, qualcosa che dia un senso alla mia esistenza ed in cui possa ancora credere, qualcosa che smentisca il fatto che sono inutile come una bicicletta per un pesce, superato come una parrucca incipriata!”

Un compito non facile, in apparenza: Gibì era troppo intelligente e smaliziato per essere fregato da qualche bella frase di convenienza sul valore della vita o qualche consolatoria pacca sulle spalle.

Ma io avevo l’asso nella manica, accuratamente predisposto.

Il mio asso si chiamava Dino ed aveva 18 anni.
Ciò che, invece, non aveva, era la più piccola voglia di vivere.
Schiacciato da una depressione apparentemente immotivata si trascinava privo di desideri, senza alcuna scintilla di vitalità, senza interessi, senza sogni o ambizioni.
Lo avevo osservato mentre Gibì parlava della sua giovinezza forsennata, di quelle notti passate ad immaginare il mondo di domani, di quelle piazze gremite di ragazze e ragazzi che cantavano e gridavano slogan, delle barricate, dei lacrimogeni, dell’amore rubato in un’aula magna occupata…
Avevo notato il suo sguardo farsi man mano più incuriosito, coinvolto dall’appassionata foga con cui Gibì parlava di quel regno di Utopia che avrebbe voluto costruire senza riuscirvi.

“Eccola la tua ragione…”
– dissi a Gibì indicandogli Dino – “…questo diciottenne che non è neppure l’ombra dell’ombra di quello che tu sei stato alla sua età. Lui e quelli come lui che non sanno più in cosa credere, che non hanno sogni da sognare, mulini a vento contro cui scagliarsi, barricate da erigere, mondi da progettare! Sei troppo vecchio, troppo stanco, troppo deluso per sognare ancora? Bene! Allora insegna a sognare a chi non ne è capace. Non hai avuto figli? Ecco: questo è tuo figlio… e, fuori, ce ne sono mille altri… C’è ancora tanta forza in te, vecchio mio. Devi solo scegliere: puoi usarla per costringere te stesso ad arrenderti, per avvelenarti e lentamente ammazzarti… Oppure per prendere questi ragazzi e scuoterli, trasfondere in loro tutta la passione che ti resta, narrare del passato perché riescano a credere nel futuro! Non sei riuscito a dar fuoco alla foresta? Allora prenditi cura dei singoli alberi, cazzo!”

A questo punto Dino si alzò dalla sua sedia e si accoccolò davanti a quella di Gibì. Due grosse lacrime gli brillavano negli occhi…

“Dimmelo, ti prego!”
– gli mormorò – “Dimmi come facevate ad avere tante cose in cui credere, tante cose per cui vivere! Io…io non ci riesco. Aiutami!”

E Gibì cominciò a parlare.

45 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie... Per essere un uomo che non ha bisogno di corsi per insegnare a gente come me il gusto del sogno e dell'impegno. Grazie =)

Equo ha detto...

Snifff......

Capitano ha detto...

Scuole e università insegnano di tutto, perfino l'attività intestinale di una mosca: nozioni a valanga ma relativamente utili.
Abbiamo tanto supefluo e poco essenziale. La voglia di vivere non è data dal conto in banca (strumento ovviamente necessario visto che non si campa d'aria) o da altre mille cose che in realtà non dicono nulla.

La curiosità e la sorpresa, ecco. Personalmente ritengo che siano questi gli ingradienti -almeno per me- per non smettere di sognare. E apprezzare la vita intorno.

BUENA VIDA

elena ha detto...

E' da quando ti conosco che te lo ripeto... uno specchio a distanza non mi basta!!!
Io qualcosa (ben più di "qualcosa"...) per cui vivere ce l'ho. Ma se non riesco a cambiare questo stupido mondo, cosa ce l'ho messa a fare mia figlia? Cerco di passarle il mio donchisciottismo e forse ci riesco anche troppo bene... ma per cosa? Perché anche lei si rompa la testa tutti i giorni? Fa male sai? Sì che lo sai, quanto fa male... lo stesso male che fa sentirsi dire dal nipote poco più che ventenne che non crede più a nessuno... e la vecchia zia pazza serve solo a raccontare aneddoti divertenti...
Devo trovare un tombino.
Namasté.

Equo ha detto...

Cara Elena... quando, alla matura età di 15 anni, decisi d'impegnarmi seriamente in politica mio padre si oppose duramente, arrivando ad affermazioni che non appartenevano al suo repertorio... tipo: "Te lo proibisco" e "Finché vivi in questa casa fai come dico io!" Io non capivo come mai, visto che lui s'era impegnato in imprese ben più pesanti durante la Resistenza. Arrivammo ai ferri corti (io facevo lo sciopero della fame e gli parlavo a monosillabi...e lui stava da cane). Alla fine arrivò il chiarimento: voleva risparmiarmi delusioni, difficoltà, discriminazioni e tutto quello che aveva dovuto subire lui. Ma era la MIA vita: da lui avevo assorbito il senso della giustizia e, ora, toccava a me vivere, secondo i miei tempi, cercando di non tradirlo. Mio padre aveva ragione: ho sofferto delusioni, vissuto difficoltà e sono stato oggetto di discriminazioni, ma gli sono grato, d'aver, alla fine, ceduto e d'avermi lasciato fare le mie scelte. Rammenta: i figli sono frecce... noi puntiamo l'arco e rilasciamo la corda, ma, da quel momento in poi, possiamo solo guardarli volare. Io credo che un'ottima cura, per i Don Chisciotte come te e come me, sia quella di... cancellare ogni aspettativa. Non mi aspetto che il mondo mi dia retta, non mi aspetto d'essere capito né seguito, non mi aspetto che le mie idee vincano da qualche parte. Non mi aspetto nulla: dico e faccio ciò che ritengo giusto, anche se non c'è nessun "premio" da vincere... Dico e faccio ciò che ritengo giusto e, se "gli altri" buttano via ciò che regalo loro... non è un problema mio: il comportamento corretto è premio a se stesso...e tanto mi basta. Se smettiamo di sperare di poter cambiare il mondo...siamo più leggeri e, forse,...abbiamo cambiato un po' il mondo :-))

articolo21 ha detto...

La foto è presa da una barricata del maggio francese vero?

Equo ha detto...

Esatto, Articolo 21: l'amicizia, l'amore e la lotta. Che si può volere di più? :-)

ska ha detto...

Io credo in tante cose, davvero. E sogno molto. Però avrei potuto accoccolarmi davanti a GIBI chiedendogli "dimmi, dimmi come facevate a manifestare il vostro impegno".
E' quello che mi manca: oltre a far la predica agli altri ed incazzarmi nei dibattiti, andare a qualche manifestazione non faccio altro. E' un periodo di sonno delle coscienze, io forse aspetto dei "compagni", non so... ma così sa tanto di "armiamoci e partite", me ne rendo conto. Mi sento molto impotente.

Anonimo ha detto...

Sera a tutti...nn è facile trovare la spinta per affrontare la vita e le sue difficoltà..sarebbe più semplice lasciarsi andare alla deriva, ma quando stiamo per toccare il fondo, qualcosa dentro si muove,si ribella e prende il sopravvento sull'apatia.Torniamo così a lottare ..piccole battaglie,piccole vittori,che ci aiutano a serci vivi!!
Voglio condividere con voi questa frase trovata ieri su Impronte, spero vi piaccia..."PRENDI POSIZIONE.LA NEUTRALITA' FAVORISCE SEMPRE L'OPPRESSORE, NON LA VITTIMA.iL SILENZIO INCORAGGIA SEMPRE IL TORTURATORE,NON IL TORTURATO" E.WIESEL
Un bacio!
fenix

Equo ha detto...

Sagge parole, Fenix. Non sono da temere le urla dei pochi prepotenti, quanto il silenzio di un gran numero d'indifferenti. In un vecchio post citai la frase di Franz Fanon; "Ogni spettatore è un vigliacco o un traditore"... e credo volesse dire esattamente la stessa cosa che afferma Wiesel con la frase che hai riportato. A titolo di pura curiosità, visto che parli della "pesantezza" della vita, mi permetto di ricordarti che, letteralmente e praticamente, "depressione" significa "mancanza d'espressione", ovvero: chi non si esprime in qualche modo, si deprime inevitabilmente. Trovare la propria Via è trovare la propria Vita.
Un abbraccio.

fenix ha detto...

Buona Giornata a tutti!!!!

Anonimo ha detto...

Bhe!! siete tutti a riposo???.Ok! allora ne approfitto...se nn sbaglio sono l'ultima arrivata..ho letto saltellando alcuni vecchi post, ma ci sono cose che ancora mi sfuggono, e vorrei mettermi alla pari con il resto di voi...chi è così gentile da volermi raccontare qualcosa di Equo??( tu stesso??)quello che ha fatto..che fà, se nn sbaglio tiene dei corsi, solo al nord?? ho anche visto i profili di alcuni di voi..(nn sono riuscita a trovarvi tutti)...mi accontentate??? :-)) sò curiosa!!! ;-)
Baci!
fenix

Equo ha detto...

Uh! Come si può raccontarsi in poche righe?! Non ci provo nemmeno :-D
Sì conduco dei corsi di Dinamiche Emozionali, roba per palati forti :-)) Non solo al nord, ma ovunque si riesca a mettere insieme un gruppo da 8 a 12 persone seriamente interessate ad affrontare e superare i condizionamenti della loro vita e varie problematiche, da quelle "di coppia", alle depressioni, stati d'ansia, dipendenze varie, ecc. Il problema è che sono corsi residenziali, ovvero ci si chiude in un hotel dal venerdì alla domenica sera e si lavora duro... con poche parole e tante...emozioni, appunto. Il mio trasferimento dal Piemonte all'Emilia ha frenato in questi ultimi tempi la mia attività: spero di poter riprendere presto. Per il resto, Felix, se fai domande specifiche sarò lietissimo di risponderti. Un abbraccione.

Anonimo ha detto...

Ciao!
mi sento più vicina a una fenice, per il suo simbolico significato, che ad un felino(fenix ,no felix) anche se quando mi arrabbio graffio!battuta a parte, grazie per l'informazione, mi considero brava ad organizzare convegni se dovessi scendere in Calabria, a Cosenza, per qualche corso,fammelo sapere,sarei felice di darti una mano con l'organizzazione e se è possibile prendervi parte, deve essere un'esperienza emozionante , ma anche emotivamente sconvolgente almeno da quello che ho letto nel post "Questa Specie D'amore"...quindi detto volgarmente fai una terapia d'urto..hai un sito specifico per questo??Altrimenti come fai a farti conoscere professionalmente ??? starò dando i numeri, ma mi piacerebbe averti qui con un tuo corso..PENSACCI. Anche se qui da noi, con il "vizio" di tener tutto nascosto ( i panni "sporchi" si lavano in famiglia)sarebbe difficile organizzare..ma a provarci!!!!!
Un bacio grande.
fenix

Equo ha detto...

Scusa feNix: è stato un errore di battitura. In realtà non faccio nulla per farmi conoscere...perché sono pigro! :-D
No: la verità è che le "cose" che faccio sono talmente insolite che è praticamente impossibile farle comprendere tramite un sito o anche altri mezzi più tradizionali di pubblicizzazione. L'unica cosa che funziona è il "passa parola", ovvero persone che hanno fatto il corso e accompagnano qualcun altro a dei colloqui con me che, poi, se sono bravo (e lo sono) :-) li convinco a partecipare... Questa è però anche la ragione per la quale di solito le cose si sviluppano in determinate aree geografiche e non si espandono a macchia d'olio. Dato che dici d'essere brava ad organizzare convegni...perché no? Possiamo organizzare una presentazione della mia metodologia ed io "faccio un salto" a Cosenza, visto che ci siamo conosciuti sul mio blog, al solo costo delle spese di trasferta... Se ne può parlare... Nel frattempo...non graffiare nessuno, mi raccomando :-) Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

ok!
possiamo parlarne quando vuoi,ho alcuni amici in un paio di associazioni locali, posso provare a coinvolgerli.Al momento sono invece impegnata ad organizzare un comitato per la mia associazione..bhe!,ci stò provando,ho mandato tutto il materiale alla sede nazionale,ora nn resta che aspettare il verdetto..nell'attesa tengo le dita incrociate, con il rischio di nn riuscire più a sbrogliarle.
Sogni d'oro.
fenix

Anonimo ha detto...

Ma la tua associazione, invece, Fenix... di cosa si occupa?

Anonimo ha detto...

Giorno!
la mia è un'associazione animalista riconosciuta a livello nazionale, composta da volontari, che come me amano gli animali spesso più dei loro simili, vai sul sito www.lav.it..magari ti scopri animalista anche tu e decidi di entrare a far parte della nostra grande famiglia!Saresti il benvenuto,e con il tuo carisma potresti far molta strada. buona giornata!!
fenix

Anonimo ha detto...

p.s.
odio il programma che usi per lasciare i commenti...non riconosce mai la pass e devo lasciarli in anonimo, bha!!!
Baci!
fenix

Equo ha detto...

Immagino che LAV stia per Lega Anti Vivisezione. Un'associazione ben conosciuta e di grande prestigio, non solo perché è tra quelle che "danno parola a chi non può parlare", ma anche perché la vivisezione è una pratica barbara e scientificamente inutile, che si continua a praticare solo per spillare quattrini con la scusa della "ricerca". Chi può farlo (e nei modi in cui può farlo) sostenga le associazioni animaliste come la LAV, la LIPU, La Lega per la Difesa del Cane e (parere personale) soprattutto gli splendidi guerriglieri dell'ALF!

Anonimo ha detto...

Si!
è la LAV,e sono orogliosa di dire che sono un'attivista con la A maiuscola.8 e 9 marzo saremo nelle principale piazze d'Italia( scusa Equo se faccio un pò di pubblicità alla mia associazione)
venitecci a trovare presso i tavoli Lav, potrete aiutarci firmando le nostre petizioni.
Questa Giornata Nazionale è contro le gabbie di batteria in cui vengono allevate le galline ovaiole.
"Gli animali non possono parlare, ma come possiamo io e te non parlare per loro e astenerci dal rappresentarli? Ascoltiamo, noi tutti, il loro silenzioso pianto di agonia e aiutiamo quel pianto a essere ascoltato nel mondo.."
Rukmini Devi Arundale.
Fenix

elena ha detto...

Ciao Fenix, ben arrivata anche da me (che qui faccio l'ospite).
Con Equo hai trovato "pane per i tuoi denti"... fatti raccontare di Ambra!
D'altronde ho una cagnetta anch'io ed il mio giardino è il ritrovo preferito dei gatti randagi del circondario. A volte preferisco gli animali agli umani...
Equo: cercherò di seguire i tuoi suggerimenti, ma se mi è "relativamente facile" pensare alla pargola come ad un essere autonomo - o ad una freccia, come poeticamente dici - mi è molto difficile non cercare di prepararle un terreno migliore di quanto non sia questo mondo. Anche perché, se parto pensando di non poter/dover cambiare le cose, mi impigrisco... e mi deprimo. Cosa che peraltro sta puntualmente accadendo in questo momento. E lo sai, quando son depressa mi nascondo...
Non è che voglio un premio per il mio impegno,anche perché ogni volta che ci penso mi dico che comunque potrei ache fare di più. E non me ne importa nulla di avere seguito, adepti o quant'altro. Ma mi ostino a pretendere che chi ha il cervello lo usi... che illusa! :)

Anonimo ha detto...

Ciao Elena!!..anche io ho il giardino pieno di gatti,che il mio cagnolone sopporta pazientemente..bhe!in verità gli piace farsi coccolare da loro.Mi fà piacere sapere che a parte frequentare la stessa questa "zona" abbiamo anche l'amore per gli animali ad accumunarci. Chiederò..chiedo ad Equo di raccontarmi , quando ha tempo, di Ambra....mi sono resa conto di aver fatto confusione ...quando ho parlato della mia associazione, e del grande carisma..mi riferivo ad Equo ..nn avevo letto con attenzione chi aveva postato il commento, scusami tanto Abietto,comunque, saresti il benvenuto anche tu,lo sareste tutti...sono brava a pasticciare eh!!
Buona Giornata a tutti.
fenix

Equo ha detto...

* Elena: hai sfiorato uno dei temi più spinosi nella vita di un Don Chisciotte! E' infatti dannatamente difficile continuare a credere nell'Uomo e, nello stesso tempo, non lasciarsi deprimere quando si vedono tante persone comportarsi... stupidamente, cadere nelle trappole della retorica catodica, seguire come topi affascinati i pifferai magici del momento o chiudersi nel loro piccolo egoismo per difendere i sempre più scarsi privilegi di cui dispongono. E' tutto un difficile e faticosissimo equilibrio tra il "partire per la tangente" ed immaginarsi la realtà come la si vorrebbe (il Popolo con la P maiuscola. il Sol dell'Avvenire che è lì che sta sempre per spuntare, la Grande Ribellione che serpeggia... oh, quanto serpeggia!) e la stanchezza, il disgusto, la voglia di arrendersi al cinismo e chiudersi nel proprio monastero a giudicare dall'alto, con amarezza, il medioevo dilagante. Entrambi gli atteggiamenti sono dei complicati modi d'arrendersi e, come tu sai molto bene, Don Chisciotte è più bravo a perdere, a prenderle... che ad arrendersi... Per cui: io credo che tu, ogni tanto, abbia il sacrosanto diritto di sentirti pesta, delusa ed anche un po' incazzata... Rammenti i versi di Neruda? "Torno a casa, la sera, con gli occhi stanchi di vedere un mondo che non cambia..." Ecco: io non attraverso un momento molto diverso dal tuo, ma, nel fatto che ci siano persone come te, ho trovato un po' di... collirio per i miei occhi. L'esercizio più difficile è proprio quello a cui siamo chiamati: guardando a questo tempo della nostra vita ci è chiesto di usare (come diceva il buon Gramsci) "il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà". E' un duro lavoro... ma qualcuno lo deve pur fare! :-)
* Fenix: non ti preoccupare... Non hai mica sbagliato di molto! In quanto a carisma l'Abietto mi affianca e mi supera... e, poi, lui è anche moooolto più bello! :-))

Anonimo ha detto...

Preferisco nn pronunciarmi ancora su Abietto..voglio studiarmelo ancora un pò ;-))dici che è bello???..nn sò se sei attendibile da questo punto di vista :-)
Baci!
fenix

Elys ha detto...

Imparare alla gente a sognare e a trovare cose in cui credere. Questo tuo post Equo comunica un messaggio bellissimo. In un mondo come quello di oggi dove spesso le persone non sanno trovare il proprio posto, si avrebbe bisogno di tanti Gibi sparsi qua e là. Hai mai pensato di scrivere una tua biografia? Secondo me verrebbe fuori un libro davvero interessante!

Saluto tutti e chiedo venia per essere sparita! Purtroppo gli ultimi esami universitari sono tremendi!

Anonimo ha detto...

えっ!アビエッティ先生のブログやんけ・・・
本間やったら、すごいやんなぁ

ありがとうございました!

或弟子より

Equo ha detto...

Nesun problema, Elys. Anzi: è bello sapere che, malgrado il periodo intenso, ogni tanto fai un salto da queste parti. In quanto all'autobiografia... non è prudente che la scriva: certi reati non vanno mai in prescrizione :-))
Anonimo: ti sei accorto che la tua tastiera ha un centinaio di tasti in più di quelli che hai usato? Se li schiacci succedono cose bellissime: prova!

Elys ha detto...

O___O Ma l'anonimo ha scritto in ideogrammi giapponesi o cinesi?? Io pure voglio la tastiera che fa gli ideogrammi!!!!
^___^ Equo il tempo di passare da te cerco sempre di trovarlo!!

Equo ha detto...

Chiedo scusa all'Anonimo: pur essendo un appassionato della cultura orientale al momento il mio PC non ha un programma che "legga" i "kanji", né il katakana o l'hiragana... quindi il suo scritto mi appare solo come una lunga riga di punti interrogativi.
Sicuramente avrà detto cose interessanti...ma senza vedere gli ideogrammi non posso sapere cosa!
Go men nasai.

Anonimo ha detto...

mousiwake gozaimasenu

Anonimo ha detto...

Credo che significhi "tante scuse" in giapponese... E grazie a google non è necessario conoscere la lingua! Riguardo al mio carisma e alla mia bellezza, che posso dire? Quando la Natura ti dà certi fardelli da portare non puoi che accettarli con umiltà e responsabilità...!

Neo ha detto...

Sei un grande Uomo.

Namasté

Equo ha detto...

:-) Mi accontenterei d'essere un Uomo.

Anonimo ha detto...

Giorno!!
il discorso del fardello, Abietto,nn mi è nuovo,avevo un amico, uno scrittore(..non è passato a miglior vita,semplicemennte mi ha esculso dalla sua :-|)diceva che il suo talento-fardello spesso gli aveva procurato problemi e che essere "un mezzo-talento"come si definiva lui, era destabilizzante.Le persone come Voi non posso che ammirarle e un pochino invidiarle visto che la Natura,in questo senso nn è stata clemente con me.Ho visto che sei un musicista,volevo ascoltare qualche pezzo, ma nn sono riuscita a "recuperarli" in rete..qualche consiglio su come fare???
Un bacio a tutti, fenix

Anonimo ha detto...

A parte gli scherzi... sì, puoi sentire un po' di roba del mio gruppo (e vedere qualche filmato tratto dai vari live) se vai all'indirizzo della nostra pagina myspace:
http://www.myspace.com/thesilverkey
buona visione e buon ascolto! =)

Anonimo ha detto...

...so che nn è il blog giusto per lasciare questo commento,ma nn sono un'esperta navigatrice, chiedo perciò scusa a tutti voi e al padrone di casa in particolare..ho seguito il tuo consiglio Abietto e sono stata sul sito,i filmati sono amatoriali e perciò nn molto chiari, ma the web e market square heroes mi sono piaciute, grazie per avermele fatte scoprire....vorrei anche "procurarmele", ma nn le ho trovate in giro!!
Buona serata,fenix

Anonimo ha detto...

Sono tutti pezzi dei Marillion e penso che tu possa "procurarteli" in modo piuttosto semplice... Mal che vada puoi trovare i CD (che in genere sono in offerta "nice price")! Mi spiace per i filmati... Sono presi in diretta con diverse videocamere nei vari live, ma alcuni sono piuttosto chiari e nitidi, come video, semmai il problema è proprio l'audio che è preso con il microfono della videocamera (che non è il massimo)... Comunque grazie! =)

P.S.
Torniamo pure a parlare d'altro, sorry per la digressione. Mal che vada fenix (o chiunque altro voglia) potete dare un'occhiata ogni tanto al sito ufficiale del gruppo www.silver-key.it e lasciare lì qualche commento! Ciao!

Equo ha detto...

Nessun problema. i Silver Key rappresentano la colonna sonora ufficiale de "L'Arpa e la Spada" :-))

Anonimo ha detto...

Finalmente, rubando tempo alla notte, ho potuto leggere con attenzione la storia di Gibì.

Condivido i versi di Capitano, quando scrive: "Abbiamo tanto supefluo e poco essenziale".
D'altronde, in un era eccessivamente tecnicistica, questi sono i frutti.
Forza Gibì!

Piccolissima critica costruttiva: molti ragazzi hanno tanto in testa e nel cuore oggi. Sicuramente non ci sono movimenti "colorati" come quelli degli anni 60-70, che seguivano il diffuso benessere post-bellico.
La palude nichilista risucchia il "colore" e il sogno di pace, facilmente si trasforma in desiderio distruttivo (vedasi Black block).
Ciao.

P.S.: sempre per difendere i miei tempi che amo e che, ho imparato a difendere dai nostalgici degli anni 60-70-80, ho elencato per esempio nel mio blog, alcuni grandi artisti musicali della mia contemporaneità.
Come pure ci sono i grandi scrittori... ma omaggiandovi, vi ricordo un vostro/mio grande pensatore/scrittore: Mario Capanna!

Equo ha detto...

Questa notte è morto mio padre. Scusate....Tornerò appena posso.

elena ha detto...

Equo... in certi casi le parole sono vuote.
Ti siamo vicini e ti abbracciamo stretto.
Poi, quando vuoi... sai dove siamo.
Con tutto il nostro affetto
elena testarossa e mauro

Anonimo ha detto...

Caro Equo..ti abbraccio forte.
fenix

Anonimo ha detto...

mi dispiace tanto equo. ti porgo le mie condoglianze e ti faccio un caro saluto

elena ha detto...

Equo, torno dopo 15 anni e di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Volevo solo dirti che, forse. ho finalmente imparato a fare senza aspettarmi niente. A vivere secondo quello che credo giusto senza pretendere (o anche solo sperare) che gli altri mi seguano. Infatti trovo sempre più difficile usare il "noi": sono diventata (sarebbe più appropriato "tornata") anarchica. Penso per me, parlo per me, agisco per me. Il che non significa egoismo sfrenato (anche se ritengo l'egoismo, certo egoismo, la spinta essenziale per essere empatici. Credo di aaverlo già detto), ma semplicemente coerenza e cercare di mettere in pratica il Kropotkin che tanto mi ha affascinato: "fai agli altri quello che, in analoghe circostanze, vorresti fosse fatto a te".
Grazie, perché hai seminato e, seppure con i tempi lunghi che mi contraddistinguono, sta spuntando qualcosa. Ti abbraccio forte forte.