mercoledì 11 aprile 2007

UN ALTRO ESEMPIO ?


Colgo l'attimo in cui la connessione pare reggere... Questi post vogliono essere pezzetti di mosaico: metteteli da parte. Il disegno si svilupperà col tempo...

Approfondendo quanto si diceva nel precedente post occorre domandarsi: “Ma com’è possibile vincere in due quando si è in conflitto?”
Ci sono, in realtà, tanti modi: uno di essi si verifica quando la priorità per i due contendenti non è esattamente la stessa, malgrado le apparenze.
Facciamo un altro “esempio storico”…

Il miliardario americano Andrew Carnegie (quello della Carnegie Hall di New York, per intenderci) nella seconda metà dell’800 era fortemente interessato ad ottenere l’appalto dei vagoni-letto della Union Railroad.
In questa sua ambizione era duramente contrastato da un altro magnate che mirava allo stesso scopo. Tra i due scoppiò una lotta senza quartiere che li portò a proporre entrambi di lavorare sotto costo pur d’ottenere la concessione.
Era chiaro, quindi, che il denaro contava solo relativamente. Carnegie sapeva cosa interessava a lui: ottenere quell’appalto significava entrare pesantemente nell’industria dei trasporti e porre le basi per un piano di sviluppo ben più ampio e che lui aveva bene in mente, ma non sapeva quale fosse, invece, l’interesse del suo avversario.
Per scoprirlo, in un’occasione nella quale erano entrambi a New York per presentare le proprie offerte, fece in modo di venire a sapere in quale hotel risiedesse il suo antagonista e di incontralo “per caso” nella hall dell’albergo.

“Facendoci la guerra” – gli disse allora – “finiremo per rovinarci. Non sarebbe meglio fondare una società insieme e presentare un’unica offerta?”

“E come avrebbe intenzione di chiamare questa nuova società?” gli domandò l’interpellato.

Carnegie, a questo punto, intuì quale fosse la priorità dell’altro: mentre lui mirava a guadagnare denaro imponendo una sorta di monopolio sul trasporto delle persone a lunga distanza, il suo avversario sembrava fortemente interessato ad una “questione di immagine”… al punto da porre per prima quella domanda, invece, ad esempio, d’informarsi su chi sarebbe stato l’azionista di maggioranza. Così, come se fosse la cosa più naturale del mondo, rispose: “Pensavo, visto che io avrò il controllo del pacchetto di maggioranza, di compensarla dando il suo nome alla società…”

L’accordo fu raggiunto, Carnegie “vinse” perché ottenne ciò che voleva sul piano economico… e l’altro magnate “vinse” a sua volta perché ciò che voleva veramente era che il suo nome passasse alla storia: non solo la società si chiamò come lui, le nuove carrozze-letto presero il suo nome e lo stesso fu poi esteso alle grandi corriere su ruote gommate che iniziarono ad attraversare gli Stati Uniti da costa a costa…e, ancora oggi, quel nome è sulla bocca di tutti, è diventato immortale.

Quell’uomo si chiamava Pullman.

Se scoprite cosa vuole veramente chi si mette in competizione con voi, probabilmente troverete anche il modo per “vincere in due”, “fermare la lancia” e trasformare una contesa in un’occasione per entrambi.





7 commenti:

ska ha detto...

Ahaha, bell'aneddoto...sto già pensando di "rivendermelo" in altra sede...:)
Però ammetti che questo è un po' più facile di quando due vogliono esattamente la stessa cosa.
Scaltra soluzione ad ogni modo.

...e io che pensavo che i pullman si chiamassero così perché le persone dentro venivano "pressate" l'una all'altra...ah, no: sarebbe stato "Pushman"...no, quello esiste, è il pusher...vabbè, la smetto. ;)

elena ha detto...

Caro Maestro... questa volta dimostro una qual certa maturità e me ne sto zitta e buona!
Ma quale maturità... è solo che butterei tutto sul personale, come al solito, e "scoprirei" di essere l'ambita preda...
Ska, torna nei libri immediatamente! Anche se a ben vedere forse ti farebbe meglio un giretto al parco... guarda lì come sei ridotta... straparli... meno male che non sei passata al latino o, peggio, al tedesco! :)
suerte...

Equo ha detto...

Skakkì! Cosa ti sei fumata? E, qualsiasi cosa sia, perché non la passi? :-)
Elenuccia: magari fossi una preda... ogni tanto, più che altro, mi sembri un elastico! Mah! Sarà la storia di "nomen omen"... in fondo per un'altra Elena hanno fatto una guerra famosa, no?

elena ha detto...

Elastico? E perché mai? Proprio non capisco... Come non capisco la storia di nomen omen... sarà la vecchiaia? IHIHIH! Adesso ti tocca consolarmi, oltre che spiegarmi... :)
Quanto alla guerra per la mia famosa omonima, lasciamo perdere... non bastava un cugino chiamato Ulisse... che se andavano avanti a fare figli, in famiglia, potevamo rifare dal vivo tutta l'Iliade... poi mi hanno perseguitato abbastanza al liceo, per i miei gusti!
Suerte a voi, portatori di nomi "sani"...! :)

Equo ha detto...

Doverosa spiegazione per Elena: elastico nel senso che sei emozionalmente "tirata" tra 2 affetti, seppur diversi...e chi tira non si rende conto di farti male. "Nomen Omen" era un modo di dire latino che intendeva (più o meno) che nel nome si cela già un destino...ma, naturalmente, era uno scherzo: non credo a nulla di tutto ciò, off course.

elena ha detto...

Io invece ci credo, al nome beneaugurante... sarà perché, come spesso succede ancora, avrei dovuto portare il nome della mia nonna paterna (la quale, saggia com'era, non ha mai rivelato il suo per intero, quindi le supposizioni hanno dato adito all'equivoco. Avrei dovuto essere Eleonora - che non mi piace - ma l'altro nonno, quello "furbo" per intenderci, stabilì che un esserino minuscolo come me non poteva portare degnamente un nome così importante... ergo, son nata "Elena": nientemeno con precedenti come la madre di Sant'Agostino, santa di suo, l'impulsiva che scatenò la guerra e... la regina del Montenegro! Nonché una radice in comune con il sole... Poi qualcuno osa chiedersi come mai sia così sfrenatamente megalomane... Devo darmi da fare per stare alla mia altezza!!! :)))
Ma anche per la pargola, ci ho pensato a lungo: mi piaceva Claudia (nome di una persona cui vorrei assomigliare), ma siccome la radice significa "zoppo", ho desistito e le ho dato un nome "libero"... come spero sarà.
Ma, ovviamente, ci credo solo quando mi fa comodo...!

Blue ha detto...

Ma dove le prendi tutte ste storielle che vanno a pennello?!?
Namastè!