venerdì 27 aprile 2007

LABIRINTO


Quasi a sottolineare alcune cose dette da Sethar...eccovi l'aneddoto:

Una parte, una parte importante, del mio addestramento si sarebbe conclusa quel giorno…

La “prova” da superare veniva direttamente da tempi molto lontani, dalla Tradizione di quel Monastero di Shao-Lin nel quale le Arti Marziali avevano mosso i loro primi passi sulla terra cinese.

Ero entrato nelle viscere della terra, in un buio profondo che era sottolineato, più che attutito, dalle torce che inviavano il loro bagliore esitante ogni cento passi.
In quel buio si nascondevano pericoli che avrei dovuto dimostrare di saper evitare o affrontare.
La più insidiosa delle difficoltà stava nella scelta del percorso: la galleria, periodicamente, si ripartiva in corridoi laterali e, seguendo le indicazioni che mi erano state date, io avrei dovuto “percepire con il Ventre” quale strada mi avrebbe portato alla salvezza, verso la ritrovata luce del sole, e quale, al contrario, mi avrebbe condotto a perdermi senza scampo…

Al primo bivio mi concentrai, tentando di estendere i miei sensi, respirando e cercando di cogliere un qualche “segnale”, una qualche “vibrazione” dell’Energia che mi servisse da suggerimento… Ma non “sentivo” proprio nulla!
Malgrado cercassi di mettere in atto tutto ciò che mi era stato insegnato i due corridoi che mi si aprivano di fronte m’apparivano assolutamente identici e “muti”…
Finii con l’imboccarne uno a caso, pieno di dubbi ed esitazioni.

Al bivio successivo tutto si ripropose nell’identico modo: continuavo a non ricevere nel mio spirito nessun “suggerimento” su quale fosse la via verso la salvezza! Mi immettevo a caso nel corridoio di sinistra o in quello di destra, sentendo crescere dentro di me, sempre più prepotentemente, la paura che mi stessi perdendo irrimediabilmente in quel buio labirinto…

Invece, dopo un tempo che mi sembrò interminabile, mi apparve lo spiraglio di luce che annunciava l’uscita.

Il Maestro era lì ad attendermi…

“Come è andata?” mi domandò.

“Insomma…” – risposi esitante – “…bene con le trappole e le persone in agguato… Ma c’è una cosa che devo onestamente confessarti, Maestro: sono salvo per pura fortuna! Ad ogni bivio incontrato ho dovuto scegliere a caso la strada perché, mi vergogno a dirlo, io non sono riuscito a percepire alcuna differenza! Temo che il mio addestramento in questo campo non abbia dato buoni frutti… Forse sono troppo… occidentale!”

“Non hai percepito differenze…” – rispose serio il Maestro – “perché non ve n’erano: tutti i corridoi portavano qui… L’unica cosa che avrebbe potuto ucciderti era non scegliere!”

E questo, io credo, è il primo dato: se non “scegliamo” qualcosa o qualcuno lo farà per noi.

19 commenti:

Capitano ha detto...

La scelta è la manifestazione della nostra Libertà. Scegliere la nostra strada, le nostre parole, scegliere chi essere.

Ma non si pò scegliere se prima non si impara a pensare criticamente. Non importa se tra due scelte poi ci si affida alla fortuna: è pur sempre una presa di posizione.

Non scegliere sarebbe morire.
Non scegliere significa essere schiavi.

SUERTE SIEMPRE

Anonimo ha detto...

Mmmmh, ho fatto il labirinto, quello della tua immagine. E ne ho dedotto che per uscirne dovevo percorrerlo tutto. Così penso che le proprie scelte siano fondamentali ma che talvolta, alcune scelte, sono obbligate (da altri o da altro).

Equo ha detto...

Mettiamola così: Sartre diceva che il soldato in trincea non ha il diritto di maledire la guerra... perché poteva disertare o suicidarsi. "Altre scelte" ci sono sempre: se le consideriamo impercorribili... allora dobbiamo imparare ad accettare (non subire) quelle possibili. N'est pas?

nemo ha detto...

Odioso Sartre...

elena ha detto...

... come dire "dammi la forza di cambiare quello che non voglio accettare", no? Oppure, se mi adeguo... zitta!
Scusa il pessimismo, ma mi piacerebbe fosse così facile! Anche se non nego che sia tutto profondamente vero.
Suerte!

Equo ha detto...

Già... Vecchio "detto": la forza di cambiare ciò che si può cambiare; la pazienza d'accettare ciò che non può essere cambiato...e l'intelligenza per distinguere tra le due.
Non facile... Ma bisogna credere al Grande Maestro Se-Po-Fa! :-)

ska ha detto...

Ahahaha!!!! Il Grande Maestro Se-Po-Fa!!! :D
Ma questo è anche un blog divertente! :)

In merito al tema del post, volevo dirlo pure io che magari nella vita bastasse prendere una via a caso per giungere dove si deve/vuole giungere, ma ho preferito lasciare il ruolo della guastafeste ad Elena! ;)

elena ha detto...

HAHAHA! Ben gentile, Ska... grazie per l'onore... :)

Piper ha detto...

Sono forse l'unico a credere che ci si può abbandonare alla "corrente" (anche senza scegliere se usare la zattera o il transatlantico) perchè alla fine il fiume ti porterà al mare?

Dico questo perchè osservando la realtà mi pare di aver percepito una "forza" che spinge le persone in una direzione che non è quella prestabilita. In fondo le interconnessioni tra gli eventi sono così complesse che qualsiasi scelta non si può "avverare". Io ho provato nella mia vita a "non scegliere" ma non sono morto. La realtà mi ha proposto lo stesso tante cose...

Equo ha detto...

Interessante riflessione, quella di Piper: suggerisce che, qualche volta, il "non scegliere" è un modo per "scegliere". La vita, tuttavia, è un sottile gioco d'equilibri: tra chi pensa che la volontà sia tutto e cade in un delirio d'onnipotenza e chi rifluisce in un fatalismo che ha il sapore della rassegnazione, ci deve essere posto per la Via di Mezzo, che, credo, è poi sempre la stessa: scegliere quando si può, accettare quando si deve.

Piper ha detto...

Sto riflettendo Equo sulla tua ultima frase da 'sta mattina e (sarò tardo?) non ne riesco a venire a capo... :)
Sarà perchè Via di Mezzo mi accende in continuazione la lampadina del Buddhismo... Non lo so. Puoi spiegare meglio questa cosa? Io personalmente ritengo utile per avvicinarsi alla "via di mezzo" l'osservazione attenta di ciò che ci circonda ma, ammesso che questo sia un esercizio utile, non riesco nel concreto ad appliccare questa cosa nella realtà, nel quotidiano. Voglio dire: è facile dire a noi stessi che bisogna stare in equilibrio ma poi è facilissimo sfracellarsi al suolo come il funambolo nel Zarathustra di Nietzsche :)... La tua frase implica l'"azione", o sbaglio? Quindi, almeno per me, il discorso è più complesso (o incomprensibile) di quel che sembra.

Equo ha detto...

Caro Piper (adorabile il micetto della tua foto), convengo che il discorso è complesso e non lo esauriremo nei commenti di un misero blog! L'osservazione attenta di ciò che ci circonda è importante...ma relativamente facile. Più ostico osservare attentamente ciò che ci...permea, ovvero le pulsioni, i condizionamenti, le paure che si agitano in noi. Se possedessimo QUESTO equilibrio, scegliere (od anche scegliere di non scegliere), l'azione (od anche la non-azione) cesserebbero d'essere un problema e... camminare sulla fune diverrebbe esercizio alla nostra portata. Ciò che, in realtà, sto suggerendo (con tutta la doverosa umiltà che occorre in questi casi) è che esistono strade per apprendere a... fare i funamboli senza dover, ogni volta, rimetterci l'osso del collo o incrinarsi l'anima.

Piper ha detto...

Oh no! Lo so che non la risolviamo così facilmente la questione :)

Grazie per avermi risposto, adesso mi sembra più chiaro. L'osservazione interiore mi riporta sempre al buddismo però e mi chiedo: trovato l'equilibrio è davvero possibile mantenerlo vivendo a contatto con persone che... non l'hanno trovato!? :) Io sono sempre stato convinto che "andare in India" a trovare sè stessi può essere una cosa utile... però quando torni a "casa", quando hai abbandonato il silenzio e la calma della foresta, devi tornare a fare i conti con una realtà "imperfetta" che per forza di cose ti condiziona... No? Qual è dunque l'identikit del funambolo/illuminato?

Se ti sto rompendo dillo e mi smaterializzo all'istante. Il micio ringrazia per i complimenti :)

Ciao

Equo ha detto...

Rompendo? Questo blog esiste per parlare, no? :-) Non nego di nutrire una certa simpatia per il Buddhismo (lo Zen in particolare)ma molti anni or sono (più di quanti ami ricordare) ho scelto di vivere "qui ed ora"... ovvero nel nostro tempo e nel nostro Occidente e di non rifugiarmi in un qualche monastero (anche solo ideale), vestirmi d'arancione o suonare campanellini recitanto l'OM. Ovvio che tutto ciò ha un prezzo: è meno facile mantenere "l'Illuminazione" quando si sguazza nelle miserie quotidiane...ma è questa la sfida. Non ci servono, credo, teorie che permettano d'essere sereni...sino a che te ne stai in un eremo tra persone gentili, educate e benevole; ciò che serve veramente è qualcosa che ti permetta di mantenere quella serenità nella vita di tutti i giorni, malgrado (che so?) i padri-assenti, le mamme-chioccia, i partner scostanti e, perché no?, le bollette ed i poveri istrici che si suicidano sotto la tua auto danneggiando due radiatori! (Sorry: excursus personale recente).Insomma... credo che ne riparleremo, ma, come scrivevo nel post dedicato ai Bodhisattva, nessuno ha mai detto che sia facile... Però ne vale la pena :-)

Piper ha detto...

Solo un'ultima cosa... nulla di personale ma... mi spiace per i ricci! :(

Ciao :)

Equo ha detto...

Mi dispiace anche per i ricci, ma questo, purtroppo, era un istrice...molto più grosso. La mia compagna, causa involontaria dell'investimento, ha avuto un'ora di pianto convulso...

elena ha detto...

MAYDAY MAYDAY MAYDAY!!!
Urge corso...
se l'ottimismo è il sale della vita, sto annegando nella melassa... non mi piaccio ma non sono più capace di cambiare... AIUTO!!!
Namasté...

Equo ha detto...

Mmmmmm.... Tendenzialmente non faccio corsi per insegnare il pessimismo...ma, in fondo, le Dinamiche Emozionali sono uno strumento neutro: ognuno porta a casa un po' quello che vuole (o che riesce). Ma che succede, Elena? Hai assunto Walt Disney per scrivere la sceneggiatura della tua vita? :-))

elena ha detto...

Macché... devo aver assoldato la somma peggiorata tra Stephen King e Dario Argento...
infatti non ti chiedo di insegnarmi il pessimismo (di cui peraltro non sono mai stata seguace), ma di ri-insegnarmi ad oppormi al "noncambianientismo". Non voglio rassegnarmi!!! Ma non sono più capace di trovare la via da sola...
Namasté