sabato 1 novembre 2008

LAST MATCH

Una qualche spiegazione la dovevo…

“…E i sogni, i sogni, i sogni vengono dal mare,
per tutti quelli che han sempre scelto di sbagliare,
perché, perché vincere significa "accettare"
se arrivo vuol dire che a "qualcuno può servire”,
e questo, lo dovessi mai fare, tu, questo, non me lo perdonare…”


Mio figlio sostiene che ho preso troppo sul serio queste parole che Vecchioni ha inserito nella sua canzone “Figlia”… cosa che, probabilmente, è dannatamente vera.

Io esprimevo lo stesso concetto in altro modo: molti, veramente molti, anni or sono, mi sono imposto un comandamento: “Di fronte alla necessità di operare una scelta non domandarti mai cosa sia più utile, ma cosa sia più giusto”.

Ho cercato di vivere secondo questo principio, ma agire da Don Chisciotte in un mondo di mercanti ha un prezzo… e ti va di lusso quando a pagare sei solo tu.
Purtroppo non è così che funziona: le scelte di rigore, di coerenza, forse, talvolta, anche di eccessiva rigidità, le pagano anche gli altri, quelli che ti sono più vicini.

Come se una Nemesis beffarda avesse atteso il momento più opportuno, quello in cui ero più debole ed indifeso, per sferrare il suo attacco, tutti i nodi di una vita sono arrivati al pettine contemporaneamente…

Così l’aver chiesto al mio corpo di dare più di quanto avesse mi ha trasformato in una sorta d’invalido, che cammina a stento, con fatica e dolore; l’aver optato per la coerenza del mio “giusto” comportamento fa di me un vecchio che non ha una casa in cui andare, non ha un centesimo da parte né la prospettiva di una pensione, non ha più un lavoro e, presumibilmente, neanche la speranza di trovarne uno in queste condizioni.

Mi restavano i sentimenti.

Io, pur non essendo mai entrato in una chiesa per sancire davanti ad un dio il mio amore, ho sempre preso molto sul serio la formula “in salute e in malattia, in ricchezza e povertà…”, ecc.
Ma questo, come ogni cosa, giustamente non vale per tutti: altri, che non hanno la mia ostinazione verso cosa sia giusto e che sono più propensi all’attenzione verso le cose utili, proficue o, per lo meno, non dannose, hanno sentimenti che durano… “sino a che la fatica non è più del gusto”.

Vivere con un vecchio invalido costretto a farsi mantenere non è piacevole per nessuno e lo si può accettare (persino con gioia) solo se si sanno sganciare i sentimenti stessi dalla voglia di soddisfare immediatamente i propri bisogni.

Così, per non continuare ad essere una palla al piede, un peso da trascinare, un freno al libero volo della donna che amavo ho, ancora una volta, cercato di fare ciò che sentivo come l’unica cosa giusta.

Ora, nel presente, non mi resta più nulla… tranne, naturalmente, l’amore della mia famiglia… che mi schiaccia ancora di più perché anche loro sono costretti a pagare il costo di scelte che sono state mie e solo mie.

In quanto al futuro… Scusate: me lo sono già reinventato un numero eccessivo di volte ed ora sono stanco, come profeticamente scrivevo nella mia “Last Match”…

“Lanciò uno sguardo all'angolo, sentendosi insicuro,
e l'avversario riuscì a colpirlo duro.
Le ginocchia si piegarono e nella sua mente allora
soltanto quel pensiero: di rialzarsi ancora...

E l'arbitro, intanto, contava sulle dita
e lui rimuginava: "No, per dio, non è finita!

Dimentica il dolore e non pensare a niente,
ricordati che sei un combattente!

Ti è già successo di finire steso,
ma con la volontà ti sei ripreso,
lascia contare l'arbitro, magari sino a otto...
e poi in piedi, amico, e fatti sotto!"

Però ha nella mente un velo di tristezza,
forse son le ferite, o forse la stanchezza…
In ginocchio sul tappeto, puntellato sulle braccia,
ripensa a tutti i pugni sulla faccia...

Ripensa a tutti i colpi che la vita gli ha inferto,
alle rare carezze ed a quanto ha già sofferto,
al suo corpo segnato da vecchie cicatrici,
ai giorni grigi e alle notti infelici...

Ed improvvisamente, così, di punto in bianco,
gli sembra che 'stavolta sia un po' troppo stanco
e si domanda: "Ma che gusto ci provo
a rialzarmi soltanto per prenderle di nuovo?"

Sulle spalle si sente tutto il peso del mondo,
si dice che potrebbe aspettar qualche secondo...
o magari stare a terra solo per un momento...
e chiudere così il combattimento.


Nel silenzio della folla sente che fuori piove
(e l'arbitro, intanto, è arrivato sino a nove).
Lui si lascia cadere e, ora che ha deciso,
ritrova la parvenza di un sorriso”


Siete ancora abbastanza giovani, abbastanza sani, abbastanza amati?
Allora combattete, per la miseria!

Io cercherò di disturbare il meno possibile, mentre aspetto di scrivere la mia ultima canzone.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Dici bene: la coerenza ha un prezzo. Molto alto.
Ma i più riescono sempre a trovare al loro interno giustificazioni per il compromesso.
E la loro coscienza li fa andare avanti schiacciando i coerenti.
In questo blog credevi di trovare la tua strada. Purtroppo si raccolgono belle parole che da casa è facile dispensare.
Buon viaggio,
Nadia

fenix ha detto...

E' vero, dare consigli è semplice, soprattutto quando sei nei tuoi panni e non in quelli degli altri.
Ma credo anche nella della terapeuticità delle parole, quando queste sono vere ..sentite...
Riuscirai a venirne fuori e sentiremo ancora la tua voce in questi polverosi vicoli..voglio crederlo.
Sono con te, ovunque tu sia!
Un abbraccio.

Neo ha detto...

(Ti voglio bene)

Neo ha detto...

Li conosco quei segni, quei puntini all'infinito..
c'è ancora tanto da dire e lo nascondi a te stesso, oppure semplicemente non ne hai voglia.

Ma qualcuno che li vede, quei segni tirati su una riga, c'è.
NOn sottovalutare mai la tua emergia.

Un bacio
ire

SETHAR ha detto...

Mi hanno detto: "Vai..."
Non avevo speranze di aprire porte d'arcobaleno o cavalcare onde verdi col sorriso pieno di sogni...
Ascoltando il mio cuore ho costruito castelli...
non tutti avevano fondamenta... sabbia che crollava attorno a me...
amare... comprendere ... vivere...
non sempre il mondo ascolta paziente i dubbi del tuo cuore...
ma io sono qui...
e allora ascolto..
e ancora mi parlo specchiandomi nel tuo specchio...
cosa posso cambiare?
posso dare qualcosa che non sia una parvenza vuota?
i giorni passano...
restera' il silenzio dopo il rumore...
e poi un rumoroso silenzio..
comunque dentro ci sono io..
e resisto...
dopo il nulla io vivo comunque...

ska ha detto...

Puoi rimanere un po' a terra e perdere quel match, ma ce ne saranno altri, non ci credo che ti sei inventato il futuro una volta di troppo. Ieri ho visto per la prima volta "V per vendetta", che in questo posto consigliavi molti mesi orsono: tu, come V, aspetterai che gli altri finiscano le pallottole, incassandole, e sarà allora che tirerai fuori i tuoi coltelli, la tua katana.
Non parlerò più per rispetto del tuo dolore, ma se come dice Irene dopo quei puntini ci sarà qualcosa da dire, io sarò qui a leggerla, ad ascoltarla, a "sentirla".
Per quello che vale.
Con affetto
Simona

Anonimo ha detto...

Vinto forse, sconfitto mai Equo.Hai liberamente scelto e perseguito una strada, la tua, con pertinacia e convinzione. Potrai sicuramente affermare di vivere in un mondo di merda, ma guardandoti allo specchio mai avrai da sputarti contro. Equesto non a tutti è concesso amico mio.

Anonimo ha detto...

Volendo, in questo asimmetrico gioco della vita, si potrebbe, volendo e senza che ciò ti sia di disturbo, anche fare scopa, te ed io, Equo—e che le due carte uguali abbiano semi, naturalmente, diversi, tanto per ricordarsi chi sia delle due l’uno e chi l’altro!
coccoina

Daniele ha detto...

la crisi non e' male, solo il modo in cui reagiamo ad essa. ti ricordi queste tue parole ? Me le hai dette quando pensavo che tutta la mia vita fosse finita e mi hai dato la forza di reinventarmi. Da allora tanti anni sono passati, ma non dimentichero' mai quel momento. Se c'e' dolore, trasformalo in rabbia ed energia ed usalo per costruire il prossimo passo. Solo la morte e' la fine del mutamento, e forse neppure quella.

elena ha detto...

Non pretendo di dare consigli, né - tantomeno - giudizi. Ma te lo posso dire? C'è una parola che mi ha "disturbato" nel tuo testo: rigidità.

“Sotto i colpi del destino
la mia testa sanguina ma non si spezza…”

Non ricordo dove l'ho letto... ma mi è piaciuto, posto che per non spezzarsi sotto le raffiche ei venti più impetuosi bisogna essere... canne al vento.

Non sempre è vero che si scelgono i compromessi per comodità: spesso li si subisce in attesa di tempi migliori. Il fatto poi che la coerenza sia un pane amaro che non si paga da soli basta a giustificare, legittimare e perfino nobilitare il piegarsi – soprattutto se da questo “piegamento” ne risultano vantaggi per gli altri, quelli a cui vogliamo bene. Ma, ovviamente, questo è il mio parere “di comodo” da mamma.

Da qualche tempo i commenti che lasciamo su questo blog ad un certo punto spariscono… la rete non ci vuole più bene.

Buona vita, amico… te lo dice la Befana. Credici!

Anonimo ha detto...

Salute a voi Bardo e guerriero con cui condivisi tante avventure. Chiedo perdono se scrivo nella lingua del mondo in cui ci incontrammo ma avendo letto i vostri ultimi scritti ho pensato che le parole di un epoca lontana potessero giungervi curative ed amiche piuttosto del commento più classico.
A voi rivolgo un abbraccio, nella speranza che possa essere di conforto seppure virtuale e fatto della materia dei sogni. Non ho il diritto di dare consigli ma voglio dire che le qualità che ho conosciuto in terre lontane non sono certamente morte e forse solo assopite aspettano di riemergere, un abbraccio immaginato dunque da una creatura di un mondo di sogno che si ricorda ancora di voi.
Lady Gatta