lunedì 6 agosto 2007
STORIELLA DUE
Vienna, verso il 1912.
Grazie al dottor Freud ed ai suoi primi allievi la psicoanalisi inizia ad affermarsi, in particolare tra la fiorente e numerosa comunità ebraica della capitale austriaca: molto spesso, in quegli esordi della nuova disciplina, sono di fede ebraica sia i dottori che i pazienti.
Dal dottor Levine si presenta un giorno il signor Goldblum, molto agitato…
“Dottore! Lei mi deve aiutare! Faccio ogni notte terribili incubi nei quali degli orrendi demoni nascosti sotto il mio letto tentano di ghermirmi per trascinarmi all’inferno! Mi sveglio tutto sudato e non ho il coraggio di muovermi perché comincio a pensare che sotto il letto ci sia davvero qualcosa di minaccioso!”
“Mmmmm… Certo, certo! Il suo inconscio segnala un disagio antico, profondamente sepolto. Si sdrai sul lettino e mi parli della sua infanzia!”
Dopo la prima seduta il signor Goldblum è invitato a ritornare dopo una settimana per altri cinquanta minuti di terapia… e questo si ripete per altre tre settimane, mentre gli incubi si fanno sempre più spaventosi.
Al sesto appuntamento, però, Goldblum non si presenta, ma il dottor Levine non è affatto preoccupato, anzi: tra sé e sé riflette che è normale, quando la verità comincia a farsi strada nella mente del paziente, che questi tenti di rifiutarla fuggendo.
Tuttavia Goldblum non rispetta l’appuntamento neppure nella settimana successiva, né in quella dopo e, per farla breve, scompare del tutto.
Passa un anno ed un sabato mattina, mentre si reca in sinagoga, il dottor Levine incontra casualmente per strada il signor Goldblum, che gli si fa incontro festoso:
“Dottore! Che piacere rivederla! Come sta?”
“ Come sta lei, piuttosto…” – risponde Levine un po’ sulle sue – “… visto che ha cessato la terapia psicoanalitica?!”
“Benissimo, benissimo: sono completamente guarito!”
“Guarito? E’ forse andato da un altro medico?”
“Oh, no! Mi ha guarito il rabbino…”
“Il rabbino?! Questo è impossibile! Come può un rabbino curare una psicosi come la sua?!”
“Dottore, lei si ricorda del mio problema, vero? Immaginavo che sotto il letto ci fossero mostri e diavoli…”
“Sì, sì, ricordo… Ma cosa c’entra il rabbino?”
“Ecco… quando gliel’ho raccontato mi ha detto:
“E tu taglia le gambe del letto!”…”
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OK: questa volta volete essere voi a commentare per primi?
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17 commenti:
La psicanalisi aumenta i nostri mostri?
Il rabbino ne sa sempre una più del diavolo?
A volte la soluzione è sotto i nostri occhi ed è la via più semplice?
Quell'uomo avrà un sacco di problemi quando solleverà il letto per traslocare?
Mi arrendo... :) Cedo la parola ai più saggi...
Ska, ho sempre detto che sei una ragazza intelligente, quando più di ora potevi servirmi una tua analisi in un piatto d'argento?
Mi avrebbe fatto piacere.
Comunque dato che sei impegnatissima in questo periodo... ti perdono ;))
Io credo che si tratti di:
- applicare le soluzioni più semplici possibili a fronte di grandi problemi, quando questo sia possibile (come accenato da Ska);
- il sempiterno "problema" dei mostri sotto il letto, potrebbe essere dato dalla distanza dello stesso dal livello della pavimentazione... più alto è il letto più un senso di "vuoto" e/o di "viaggio" potrebbe convolgerci... boh!
Ci ho provato... comunque di non semplice interpretazione.
Ciao Equo, bellissimo racconto.
...mi sovviene quest'altra considerazione: forse la psicoanalisi non serve??
C'entra forse l'ebraismo? In quanto come si accenna all'inizio del post, gli esordi della "nuova disciplina" nascono nel bel mezzo di una fiorente comunità ebraica... con tutto ciò che se ne ricava dalla loro cultura di fede?
A ri-boh!
:)
Pagherei per discutere di ciò, standocene seduti ad un tavolo mentre si bivacca (ma anche senza bivaccare!).
Ciao.
Buongiorno.
Io sono per la filosofia spicciola e per il affronta i tuoi demoni". forse in un'altra vita ero un rabbino!
Ma proprio non mi vedo con la barba e come dissi già, senza prosciuttino non saprei vivere. Che senso ha la vita se non puoi mangiare un panino col salame ungherese o con un salamino della duja piemontese?
Comunque sto andando fuori tema...
Tagliando le gambe del letto, il rabbino ha fornito un'arma per schiacciare i demoni dell'altro. A volte le parole non bastanos ervono i fatti! Seve passare all'azione perchè le dissertazioni filosofiche...Vanno bene per una conversazione da salotto ma all'atto pratico non sono accessibli a tutti. Proprio in questi giorni mi facevo tante paranoie...Avevo paura di una cosa...Che ho fatto? Sono andata a vedere se esisteva una ragione reale per temere...Non c'era. Ho vinto il mio demone. Ma lo so, ho vinto solo una battaglia la guerra è ancora in atto.
Ah una cosa...Ora non ha più demoni sotto il letto...Ma come farà a togliere gli acari se non può più passare la scopa?
Aspetto altri simpatici commenti prima di dire la mia... Ma sono molto colpito da una cosa: Melarosa! Ma non eri romana? Come accidenti fai a conoscere i mitici "salam 'ntla duja" caratteristici del Vercellese?! Per chi non lo sapesse: salami che vengono conservati in appositi contenitori (un tempo un cassetto nella madia), sotto uno spesso strato di grasso perché rimangano morbidissimi e friabili, ingrediente indispensabile per la celeberrima panisa ( o paniscia): risotto con fagioli rossi, salame e abbondante pepe... Buongustaia!
Anche a me Melarosa mi ha colpito... a schiaffi però!
Leggendo la sua analisi del racconto, mi sono reso conto che io, ho detto solo minchiate.
Brava Melarosa!
Per Equo.
Sono un miscuglio di razze...piemontese, toscana, friulana, emiliana, tedesca, statunitense, e svizzera. La parte a cui sono legata di più è il Piemonte, quella della mia mitica nonnina e della mia mamma. Nella paniscia mia nonna ci mette pure la verza. Io sono cresciuta in palude...Indovina dove? comunque sono una esperta in disinfestazione di zanzare...
Per Edgar.
MMM. Non so come prenderlo il tuo commento. Io non penso di aver detto una verità assoluta, ma solo di aver lasciato una mia opinione...O meglio una riflessione a quanto scritto da Equo.
Non so...A volte penso che come psichiatra, sarei stata brava. Penso di avere quella sensibilità che serve per arrivare a capire l'animo umano. Se avessi gli strumenti tecnici...;me lo disse anche il professore di criminologia...ero sprecata come chirurgo! Insomma mi manca la chiave di lettura. Però di solito capisco il malessere dell'altro. Mi basta poco per inquadrare una persona. Di rado mi sbaglio. Peccato che non mi do quasi mai ascolto!
Ma l'analisi dello stato umano...Equo io credo che sia molto ma molto più difficile di qualsiasi altra branca della medicina. Forse tu puoi aiutarmi. Mi sono sempre domandata...Ok scopriamo cosa turba realmente quella persona...Quindi scopriamo la causa...Ma che cura diamo? Come farà a guarire? Si può davvero arrivare ad accettare? Come si fa a superare...
Ok scusate è tardi e io parlo a flusso di coscienza. Notte ragazzi:-)
Ho gustato questo racconto -e i vostri commenti- come non mi accadeva da tempo.
Il testo mi fa riflettere sulla necessità quasi esasperata di rendere complesso il mondo.
Sembra una sorta di corsa, io la chiamo "rendi tutto più complicato per essere all'altezza della tua condizione di essere umano".
Si finisce col perdersi, in questo caso nei meandri della mente o comunque in luoghi senza uscita, nella ricerca di spiegazioni più o meno plausibili -chissà se oltre al rabbino Goldblum si è rivolto anche all'esorcista?-
per poi ritrovarsi di fronte ad una realtà molto più semplice, quasi disarmante, che non somiglia per nulla al mostro che la nostra percezione di essa ha costruito.
Io la vedo così..
Certo per un eventuale trasloco chiamerei il rabbino! :)
P.S. Grazie per il passaggio Maestro, sempre troppo buono.
A presto!
Dal mio punto di vista la soluzione del Rabbino è servita a dimostrare che spesso i demoni da cui pensiamo di essere inseguiti, sono solamente frutto della nostra immaginazione. Di paure inconscie. Per cui invece di far perdere l'uomo in questione in lunghissime sedute d'analisi, gli ha dato una soluzione pratica. Gli ha fatto vedere con i fatti che non c'era niente da temere. Alle volte ci sono persone che necessitano di interventi diretti, in quanto rischiano di perdersi in milioni di elucubrazioni, ossessionate come sono dal trovarsi problemi!
Ma che personcine brillanti frequentano questo blog! Avete detto pressoché ogni cosa che valesse la pena di dire, mi limito a nettere "le virgole"... Capire (e far capire al paziente) le motivazioni antiche del suo malessere è la strada che percorrono la psicoanalisi e gran parte delle altre forme di psicoterapia. Una strada spesso lunga e dolorosa. Come ho cercato di dire in quei post dove parlavo per sommi capi della metodologia che adotto nei miei stage: "Qualche volta non importa capire quale sia il cerino che ha dato inizio all'incendio: per intanto spegnamo le fiamme!" Metodi che scavalcano la necessità di comprensione per rivolgersi direttamente alla parte "pre-logica" ed emozionale della persona esistono... e, cosa più importante, funzionano. Ma, naturalmente, è più "conveniente" una terapia di cinquanta minuti a settimana per anni, di una che "scaccia i demoni" in un fine settimana! Il rabbino della storiella ha applicato ciò che Jodorowsky chiamerebbe "psicomagia" e, per rispondere un po' a tutti, ma in particolare a Melarosa... Sì: i nostri condizionamenti, le nostre insicurezze, quegli stati d'animo che ci conducono a commettere sempre gli stessi errori nella vita, si possono superare con relativa facilità grazie ad un agire concreto e, nello stesso tempo, simbolico; grazie ad un "linguaggio" che parla direttamente...ai demoni sotto il letto. Avremo ancora modo di riparlarne, credo... nel frattempo invito chi non lo avesse fatto a fare un salto in quei vecchi post che parlavano, anche se in modo sommario, della metodologia delle Dinamiche Emozionali e narravano specifici episodi in cui sono state utilizzate. Nel frattempo complimenti a tutti e... namasté.
Hm...rileggerò le storie e le realtive teorie con annessi commenti meglio perchè andando di fretta non ho potuto rifletterci...però...mi dispiace....ma Spratz non è poi così fermamente convinta in quello che si è detto!
O meglio..lo è ma fino ad un certo punto!
Fermo restando che vi sono varie correnti e rispettive metodologie sull'approccio psicoanalitico, al di là dell'affrontare in pratica le nostre paure, credo che ci sia bisogno di quelle "chiacchierate" che ci aiutino a capire il problema a fondo!
Se i demoni sono spariti tagliano le gambe del letto..e mettendo caso che questi demoni ricomapiano dentro l'armadio, che consiglia? Di bruciare l'armadio?
E se poi ricompaiono nel comò? E se finissero per tormentarlo parlandogli attraverso un quadro?
Brucia o distrugge tutta casa per eliminare i demoni?
O forse questa persona che soffriva di queste "visioni" in reltà non era poi così "malata" (termine in parte improprio)per cui è bastata quella semplice soluzione!
Rivolgersi totalmane a se stessi è controproducente...ma anche voltarsi sempre al di fuori di sè lo è!
Forse ci vorrebbero entrambi gli aiuti in base ai casi!
L'uomo è troppo complesso per ridurlo a regole univoche, standard!
Per cui viva il rabbino e viva lo psicologo!
^___^
Melarosa...ricordati che le persone non si conoscono mai abbastanza!?
La mia teoria è "dubbio sempre e comunque"...tradotto...non dare mai nulla per scontato! Lasciare quel margine di dubbio e di eventualità!
ooohhhhh!!!!uuhhhh!!!!!perchè finisco sempre per interpretare il ruolo dell'avvocato del diavolo?
(°___°)
Ecco! Sto assente (giustificata...) per qualche giorno e voi subito vi lanciate in disquisizioni che non aspettano il mio illuminato parere... vergogna!!SCHERZO, per carità... non sono COSI' megalomane (di più!).
Avete detto tutto voi. O quasi...
Spratz, fai l'avvocato del diavolo perché... ma perché sei tu! Ed è così che ci piaci... Non scherzo questa volta: voglio semplicemente dire che ognuno, nelle storie che legge, trova quello che maggiormente fa suonare una corda nel suo profondo... e reagisce di conseguenza.
Personalmente, ho esperienza in entrambi i campi (per così dire, sia il rabbino che lo psichiatra). E, sempre per quel che riguarda me, sono arrivata alla conclusione che entrambe le figure, "da sole", non mi servono. Lo psichiatra (meglio, psicologo) perché ci mette dei secoli a scoprire soluzioni che, in modo più "empirico", il rabbino ha sottomano. Ma allo stesso modo il rabbino non mi aiuta... se io non voglio aiutarmi. Quello che davvero mi serve è UNO SPECCHIO. Che rifletta fedelmente quello che "vede" e me lo ributti addosso senza orpelli, abbellimenti ma neppure imbruttimenti. Io come sono realmente. Poi però... non c'è rabbino o analista che tenga: sono IO che devo muovermi e cambiare quello che non mi piace, di quello che vedo... capito??? Ogni riferimento a fatti e persone è... puramente voluto.
L'ho detto secoli fa e per me è sempre valido: rifletto perché lo specchio mi riflette...
SPECCHIOOOOOOOOOOOOOO! Dove sei? :)
A proposito di barzellette: sapete quanti psicologi ci vogliono per cambiare una lampadina?
Nessuno: è la lampadina che deve voler cambiare! :-)
Sono rammaricato, figliole e giovanotti: non posso spiegare una metodologia che rifugge dalla semplice parola...con le parole; non sono mica il dottor Suzuki (si chiama proprio come le moto) che ha scritto una ventina di volumi sullo Zen per dire, in sostanza, che sullo Zen non si possono scrivere libri! Vi aspetto tutti al prossimo stage, così vediamo come lo psicologo, lo sciamano e lo specchio possono fondersi e confondersi :-)
E infatti, caro specchio, nessuno ti chiede di parlare... perlomeno non io. Le tue parole mi bastano qui.
NELLA VITA, DA TE, IO VOGLIO I FATTI!!!
E comunque, dice il saggio naturopata: la vera domanda è "quante lampadine ci vogliono per cambiare uno psicologo?"
Risposta: "impossibile, perché lo psicologo non vuole cambiare..." :)))
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