giovedì 9 agosto 2007
INFEDELTA'
Sospendiamo, per un attimo, il racconto di storielle buffe per seguire un’ispirazione nata dalla lettura dell’ultimo post apparso su “Deserti di Cioccolata” di Elys, nel quale la nostra amica s’interroga sulla natura dell’infedeltà umana.
Tanto per capirci parliamo dell’infedeltà in campo sessuo-affettivo, lasciando da parte altre possibili forme di “tradimento”( come quelle verso gli amici, verso i propri ideali, ecc.) perché già così la carne al fuoco è molta…
Abitualmente quando cerco di comprendere le motivazioni profonde di un determinato comportamento umano mi rifaccio al mondo naturale, al fine di eliminare dall’analisi tutti quei condizionamenti che sono un tardivo frutto della nostra cultura, più o meno deviata da implicazioni che hanno poco a che vedere con la nostra natura.
Se osserviamo i nostri parenti stretti, le cosiddette scimmie antropomorfe, ovvero Bonobo, Scimpanzé, Gorilla ed Oranghi (con i quali, come ormai tutti sanno, condividiamo oltre il 98% del corredo genetico) è facile osservare che il “maschio alfa” si costituisce un harem e si accoppia con tutte le femmine che gli capitano a tiro.
Dal punto di vista della sopravvivenza della specie è un’ottima soluzione: garantisce la massima diffusione dei propri geni, in quanto un maschio è in grado di fecondare anche molte femmine in un giorno, mentre queste, una volta incinte, devono necessariamente portare avanti per mesi la gravidanza prima di tornare ad essere fertili.
Nel maschio di quella “scimmia glabra” che è l’essere umano una tale spinta alla diffusione del seme è ancora presente ed operante, seppur a livello inconscio, ovviamente, per cui egli sarebbe (notate il condizionale, perché c’è dell’altro) tendenzialmente poligamo. Inoltre, sempre da un punto di vista che potremmo definire “archeo-psicologico”, il “possedere” più femmine lo qualifica, appunto, come “maschio dominante”, ovvero lo rassicura sul suo “ruolo sociale” e rappresenta una forte gratificazione.
Tuttavia, nel corso dell’evoluzione della specie umana, è accaduta una cosa non da poco che ha mutato tutta questa prospettiva…
Lo sviluppo eccezionale della nostra scatola cranica (e del cervello che contiene) ha prodotto, come spiacevole effetto collaterale, sia le difficoltà del parto (nessun’altra femmina soffre tanto nel mettere al mondo un cucciolo), sia il fatto che il neonato è assolutamente dipendente dalle cure parentali per un numero di anni incredibilmente cospicuo e, anche in questo caso, assolutamente esagerato rispetto a qualsivoglia altro animale del nostro pianeta.
Una donna stremata dal parto e bloccata dalla necessità di allattare ed accudire il suo piccolo per periodi così lunghi non avrebbe possibilità di sopravvivenza (sempre allo stato di natura, naturalmente) se non potesse contare sul fatto d’avere al proprio fianco un maschio che provvede a quanto lei non è momentaneamente in grado di procurare a sé ed al piccolo.
Sempre se osserviamo ciò che accade in natura possiamo vedere che, in effetti, gli animali che sviluppano forme più o meno durature di monogamia sono quelli (come molti uccelli) i cui piccoli necessitano di un’assistenza prolungata.
Nel maschio dell’essere umano, di conseguenza, si scontrano violentemente due pulsioni contrapposte: quella a spargere il proprio seme ed affermare la propria “dominanza” che lo spinge a rapporti multipli e quella, più recente da un punto di vista evolutivo, che lo induce ad essere fedele alla propria compagna per garantire al frutto dei loro geni maggiori possibilità di sopravvivenza.
Sia detto per inciso: questa è la ragione per la quale si parla di “crisi dei sette anni” nei matrimoni e nelle relazioni: è come se per il periodo in cui il “cucciolo d’Uomo” sarebbe totalmente dipendente dalle cure parentali prevalga nel maschio l’istinto alla difesa della propria discendenza, mentre non appena questo si affievolisce per la conquistata autonomia del cucciolo, riemerga quello più antico che induce ad accoppiarsi con ogni femmina disponibile.
Tre milioni e mezzo (circa) di anni non sono moltissimi, dal punto di vista dell’evoluzione… ma dovrebbero essere in ogni caso abbastanza per consolidare un comportamento e, quindi, oggi come oggi, pur con qualche frustrazione e qualche tentennamento, il maschio della nostra specie dovrebbe aver imparato ad essere fedele alla propria compagna.
In realtà, essendo l’Uomo un animale piuttosto complesso, giocano altri importanti fattori, il primo dei quali si chiama (guarda caso) “sicurezza”.
Tendenzialmente i maschi umani che non sanno resistere alla tentazione di avventure sessuali, di trasgressioni e tradimenti della propria compagna sono inconsciamente insicuri della propria “virilità” e della propria capacità d’essere “accettati e scelti”… cosa che (alla buon’ora!) vale anche per le femmine, insicure della loro “desiderabilità”.
Chi “non sa dire di no” al bisogno di conquista e seduzione, chi ha necessità di “segnare dei punti” in campo sessuale con una collezione di relazioni occasionali e semplici “una botta e via”, ha dei grossi problemi di sicurezza e di autostima.
Questo comportamento, infatti, sia nei maschi che nelle femmine, è accettabile nella fase sperimentale (dal punto di vista sessuo-affettivo) che è l’adolescenza, dove ci si misura e ci si conferma nel proprio ruolo: se perdura oltre assume le forme di una ricerca compulsiva di continue conferme che odora di psicosi.
Il discorso non si dovrebbe concludere qui: occorrerebbe tirare in ballo quei condizionamenti culturali che ho escluso dall’esposizione all’inizio…
Uno per tutti: viviamo in una società, nel nord del pianeta, che ci sta facendo dimenticare il valore della scelta… perché scegliere vuole anche e sempre dire rinunciare… e noi non amiamo rinunciare, vogliamo tutto ed il contrario di tutto, preferibilmente senza sforzo!
Così accade che la donna desideri un compagno rassicurante, affidabile, presente e fedele… e poi lo tradisca con un fascinoso avventuriero brillante e totalmente irresponsabile; o che l’uomo voglia la madre dei propri figli “santa” com’era (secondo lui) la sua mammina per rotolarsi poi tra le lenzuola con una “Messalina” mangia-uomini… o con un transessuale.
Insomma: per garantire voi stessi dall’infedeltà altrui (e per rassicurare gli altri sulla vostra fedeltà) ci sono due regole auree:
* cercate persone che siano sufficientemente sicure di sé da non aver bisogno di dimostrare a nessuno (tanto meno a se stessi) di poter piacere e coltivate in voi questa sicurezza;
* scegliete uomini o donne che siano capaci d’essere più di una persona, che uniscano la dote dell’affidabilità alla fantasia… e tentate di diventare voi stessi capaci di farlo.
E, per finire, innamoratevi davvero e siate capaci di suscitare questo sentimento... e il resto del mondo non sarà che un palcoscenico per la vostra naturale, spontanea, fluida e non imposta scelta di fedeltà.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
49 commenti:
Concordo sulle caratteristiche che dovrebbe avere il proprio compagno ed effettivamente le persone insicure non mi sono mai piaciute. Tuttavia esistono anche individui che sono estremamente sicuri di se stessi e che tradiscono solo perchè gli va di farlo, perchè non si accontentano di avere solo una donna o solo un uomo, e vogliono continuare a ricoprire il ruolo di "don giovanni" anche quando hanno al dito una fede matrimoniale. E ne ho prove certe! La fedeltà è una scelta e come hai scritto tu bisogna essere pronti a farla. Se non lo si è, allora è meglio non intraprendere nessun tipo di relazione seria, imparando ad essere onesti e sinceri con se stessi e con gli altri.
Senza perdermi in troppe spiegazioni, direi che il post ha già chiarito tutto.
La questione del tradimento comunque resterà perenne per tutti i motivi sopracitati, come accade appunto nel campo dell'amicizia, del lavoro, ecc.
Ovunque c'è l'uomo c'è "il peccato" no?
Anche se addivengo alle stesse conclusioni, non credendo all'evoluzionismo (restando comunque nel mistero sull'inizio dell'umanità) credo che non si sia avuta una evoluzione cranica o altro, ma che sia proprio il nostro essere "umani" a renderci così speciali e così fragili, sin dall'inizio dei tempi.
Quando ero innamorata, per me il tradimento era inconcepibile. Qualcosa che avrebbe per sempre inquinato il mio amore eterno, puro e invincibile. Il mio ex, mi disse che io non ero fatta per tante realtà. E forse ha ragione. L'infedeltà insorge quando non interessa realmente molto dell'altro. O quando mettiamo i nostri bisogni davanti a tutto il resto...Quando, anche solo per quell'istante, in cui smettiamo di pensare per due ( io e il mio amore) e finiamo per pensare solo alla nostra esigenza di quell'attimo. Se la coscienza non pesa...Allora non aveva importanza. Ah un'ultima cortesia...Se questo blog dovesse venir letto da un mio ipotetico futuro amore...Per favore se mi metti le corna...NON DIRMELO.
Elys io credo al riguardo del tuo commento, che la scelta della fedeltà vada sì maturata, ma considerata la "specialità" dei rapporti coniugali o comunque "a due", chi la desidera, la compia.
Si dovrebbe imparare ad essere fedeli e non semplicemente "allontanarsi" da questo sentimento/azione se "non si è pronti". La relazione seria va coltivata come una buona amicizia e quindi, auguriamoci che nessuno scelga di non intraprendere relazioni serie!
Ciao.
P.S.: l'uomo/donna anche se vive con dieci concubine/concubini, prima o poi le/li tradirà con l'undicesima/o! :D Succede, succederà, ma è sbagliato.
Lungi da me, Edgar, il voler riaprire l'annosa (e già fatta) discussione tra evoluzionisti e creazionisti!
Segnalo solo qualche dato:
Australopithecus afarensis
CAPACITA'CRANICA 380/550 cc
Australopithecus africanus
CAPACITA'CRANICA 430/520 cc
Australopithecus boisei
CAPACITA'CRANICA 490/500 cc
Australopithecus robustus
CAPACITA'CRANICA 500/530 cc
Homo habililis
CAPACITA'CRANICA 640 cc
Homo ergaster
CAPACITA'CRANICA 1000 cc
Homo sapiens arcaicus
CAPACITA'CRANICA 1200 cc
Homo neanderthalensis
CAPACITA'CRANICA 1245/1740cc
Questa volta mi astengo. Sarei talmente fuori dal coro che... ho deciso di farvi passare un ferragosto tranquillo...
Non siatemi grati: capiterà prima o poi che mi sbilanci... e allora preparate i vostri fulmini! :)
Suerte
Imparare ad essere fedeli? Edgar con questo intendi dire che quando uno intraprende una relazione, all'inizio gli è consentito "farsi qualche donna o qualche uomo" perchè gli si deve insegnare ad essere monogamo? Lo trovo un pò ridicolo, scusa! Se uno decide di legarsi ad un compagno/a ad un certo punto della vita, lo dovrebbe fare nella piena consapevolezza che farlo comporta anche a delle rinunce. Rinunce che al di là del nome, non sono sempre negative o comunque non sono sempre un sacrificio. La fedeltà deve esserci nel rapporto coniugale e in qualsiasi altro rapporto di coppia. Ma ti assicuro che ci sono persone che sono felicemente sposate e che nonostante questo tradiscono, con avventure diverse, la propria moglie e vivono la situazione come se fosse la cosa più naturale del mondo! Per cui ripeto. Se non sei pronto a scegliere la fedeltà, vivi perennemente da latin lover scapolo! Il concetto del dover crescere insieme non è applicabile alla fedeltà! La fedeltà si dovrebbe compiere nel momento in cui ci si sente oggettivamente pronti per stare accanto ad una sola compagna/o. Ma al giorno d'oggi non è più così. Ci si sposa per il conto in banca dell'altro. Ci si sposa per avere una spalla su cui piangere. Ci si sposa o si sta semplicemente insieme con qualcuno per i motivi più disparati, ma non per AMORE. Sinceramente mi auguro di compiere certi passi in virtù del sentimento e non per il timore di restare da sola.
Elys... ehm... non ci siamo capiti... ti sei risposta da sola (e bene) alla fine del tuo ultimo commento. Concordo.
Volevo solo dire che nella complessa vicenda in cui ci siamo addentrati, dovremmo impegnarci a vivere in qualità e non in quantità (meglio una donna che ami da morire che 100 che ti fai ad uso e consumo! Nell'illusione di che poi? Sarebbe saggio dire: "lo faccio solo per godere, sono egoista e lo faccio per questo").
Non mi piace l'uomo/donna che si nasconde nella scelta di vita "single", perchè essere/scegliere di essere singles oggi è una conseguenza del mondo del lavoro innanzitutto e poi della tipologia di vita e degli usi e costumi strettamente connessi (e sottomessi) alle politiche neoliberiste ed ad una dilagante relatività massificatrice.
Ecc. ecc. ecc.
Ciao.
Mettiamola così (almeno per ciò che riguarda me, ben inteso): se una donna non m'interessa abbastanza da farmi smettere di desiderare qualsiasi altra... non m'interessa affatto! Non sono un santo: mi è capitato d'essere infedele, ma è accaduto quando un rapporto era, di fatto, già finito e si trascinava stancamente. E' stato sbagliato comunque, dal mio punto di vista: avrei dovuto "chiudere" prima di riaprire da un'altra parte... cosa che, per altro, ho fatto appena mi è stato possibile.
Però manca una voce fuori dal coro! Allora, Elena...dai: accetta la provocazione e parlaci della tua visione! Coppia aperta? Sesso come forma di comunicazione senza implicazioni sentimentali? In fondo una discreta parte del mondo (vedi Paesi scandinavi o, all'opposta estremità, isole dei mari del sud) vive secondo principi analoghi... Dici, dicci...che ad essere tutti d'accordo mi sembra d'essere al comitato centrale del vecchio PCUS! :-)
... intanto io preparo fulmini e saette!
Non rispondo alle provocazioni, ecco!
Una volta tanto che non ho voglia di litigare... (infatti, non so se avete notato, il tempo non è propriamente da "agosto torrido"... anzi! tra un po' nevica...)
No, seriamente: la mia ritrosia nasce dal fatto che poi, per spiegare le cose, mi toccherebbe parlare di esempi concreti e vissuti e, se per quel che mi riguarda non mi faccio scrupoli né problemi, ho pur sempre il DOVERE di difendere la privacy della mia pargoletta... o no?
Beh vabbé... quante righe ho? :)
Il DOVERE di difendere la pargola... fino a sette anni? :)
Il DOVERE di difendere la pargola...
si torna sempre a quel concetto di difesa della propria progenie... magari se si trattava di difendere un terzo o il proprio partner le cose cambiavano.
Il DOVERE di essere fedeli... forse è proprio questo che dobbiamo perpetrare.
Le nostre "cadute" in merito, non devono farci pensare ad un "vabbè, cadono tutti, tanto vale... l'essere umano mica può essere sempre fedele ecc. ecc.". Niente di più errato, proprio perchè si cade, proprio perchè il terreno "è minato", che nella nostra vita giornaliera dobbiamo ricercare la fedeltà verso l'altro.
Senza dimenticare che il DOVERE di difendere i propri figli, deve essere sentito anche per gli altri, solo così si può sperare in un mondo migliore.
Sarebbe inutile programmare questo o quello se il marcio che è in noi, anzichè combatterlo giornalmente, lo nascondiamo sotto il tappetto acconsentendo a determinati usi di prevalere sulla saggezza.
Un salutone.
Elena! Quante RIGHE????! In questo blog abbiamo concesso un lungo post ad Ely e Spratz perché potessero esprimere bene le loro idee sulla fede e vuoi che faccia di meno per una "libera pensatrice" ? :-)
Se vuoi fai con calma, inviami un file per posta elettronica ed io provvederò a postarlo... Ci scateneremo dopo, Messalina! :-)))
Uh! Che esagerati! Ma che vi credete??? :) In realtà è pure peggio!
Dunque: ero lì a rimestare il pentolone e intanto rimuginavo tra me (che era pure in tono con i borbottii del pentolame, o meglio del suo contenuto) e me. Quando all'improvviso sono stata folgorata - dove si dimostra che non è necessario intraprendere lunghi viaggi...
E va bene, la smetto.
Ho semplicemente deciso di esporre le mie teorie SENZA specificare se sono state o meno messe in pratica. Il dovere di difendere la pargola, in questo caso specifico, significa solo che, dopo la sentenza del giudice spagnolo che ha sottratto i figli alla madre perché il padre l'ha scoperta a letto con un'altra donna, non voglio rischiare la stessa fine. Che c'entra? Nulla, apparentemente. Ma dato che di questi tempi uno che protesta contro il suo essere precario è considerato un terrorista (senza prove), allora tanto vale prevenire, no? :)
Mi sembra di aver già detto altrove che non concepisco la gelosia. Per me non è sinonimo di amore ma di debolezza, di insicurezza e anche di scarsa fiducia, in sé e nel partner. Allo stesso modo non credo nella fedeltà come "conquista", come sacrificio, come sublimazione dei propri bassi istinti (???) in nome dell'amore. Non mi ritengo proprietaria del corpo del mio partner esattamente come non mi arrogo il diritto di gestirgli il cervello, e poi ditemi: che gusto c'è ad avere un partner che non ti tradisce fisicamente, ma magari, e proprio mentre fa l'amore con te, pensa ad un altro/a? Io mi sentirei tradita lo stesso, anzi di più.
Per me (ribadisco: PER ME) la fedeltà non è una scelta e nemmeno un'imposizione: è la logica conseguenza del fatto che sto bene con il mio compagno. Ma se anche mai dovessi "cornificarlo" (cosa più facile a dirsi che a farsi, per tutta una serie di motivi, non ultima la pigrizia, in cui non ho peraltro voglia di addentrarmi - vedi sopra) non gli sarei infedele. Perché per me essere infedeli significa essersene già andati - con lo spirito. Se uno se ne va solo con il corpo, mi importa relativamente poco - per nulla, direi. Ma se "non c'è" con la testa e con il cuore, allora sì che mi imbufalisco! E non è un bel vedere...
E ora sbizzarritevi pure: sono troppo abituata ad essere considerata uno zerbino e quindi è normale che non attribuisca valore a me, all'altro ed alla fedeltà, oppure sono troppo egocentrica per pensare che qualcuno possa anche solo desiderare di allontanarsi dalla mia gloriosa presenza? O sono solo così consapevole dei miei limiti da non curarmi affatto di paragoni fisici - che comunque un'infedeltà comporta?
Fate voi...!
Ah, dimenticavo: per qualche giorno non ci sarò: vado a godermi la pargola, il nipotame ed i genitori. Quindi non prendete il mio silenzio come accettazione implicita delle sbacchettate e/o critiche: tornerò!
Suerte a tutti e buon ferragosto!
Post scriptum: non sono molto d'accordo neppure sulle cure parentali, tranne nel caso degli animali (vedi i pinguini, ad esempio). Ancora oggi, certi individui è meglio perderli... ma non mi inoltro nel campo minato tranne che per specificare che ovviamente esistono fior di eccezioni, in entrambi i "campi".
E poi... storicamente la fedeltà come "valore" nasce dall'esigenza di assicurarsi che il patrimonio venga ereditato dai legittimi "eredi" appunto... tant'è vero che era una virtù richiesta alle donne - e basta.
Arisuerte!
Ciò che hai scritto Elena, come al solito è bello da leggersi, ma è frutto della decadenza dei valori.
La fedeltà non è solo una virtù richiesta alle donne, è tuttalpiù la società maschilista che avvalla questa tesi e comunque, sai dove si nasconde il "male" relativista? Nell'accingersi a queste tematiche, ponendo le basi su pilastri che prendono il nome di: "per me"... "secondo me"... ecc.
La fedeltà è più alta se più alto è l'amore verso una persona.
Io non desidererei mai una persona insipida, mediocre, del tipo: mi ama, ma mi ha tradito "solo" un paio di volte.
Mi sembra di scorgere nelle tue parole, la classica e per me odiosa paura che le donne hanno di restare sole, quindi decidono così: meglio cornute che nell'oblio della solitudine.
Non deve essere così.
Bye.
Spiacente, ma quando una dichiara di voler rispettare le idee altrui, il "relativismo" diventa un valore. Quindi dico "per me", "secondo me" e non pretendo di avere la verità in tasca.
Ad esempio, se tu vuoi metterti il cilicio, per quel che mi riguarda fai benissimo. Ma non sperare che io segua il tuo esempio. E' SOLO un esempio... Per te la fedeltà, caro Edgar, è una virtù da coltivare con il sacrificio e la fatica? Per me è una cosa naturale e nel momento stesso in cui viene imposta non è più un valore ma un fardello - e ce n'ho già abbastanza.
Per me - e sottolineo, per me - la fedeltà fisica non ha senso senza quella etica.
Quanto al fatto che le mie siano teorie derivanti da "decadenza di costumi"... ovviamente per me è una tua opinabilissima opinione. Io preferisco essere scelta consapevolmente tutti i giorni, piuttosto che sapere che il mio compagno mi è fedele per un "patto stipulato" anni/giorni/mesi fa, che sarebbe disposto e magari pure voglioso di tradirmi ma "si sacrifica" e non lo fa. Del resto, dalle mie rimembranze di catechismo, mi sembra che nel Confiteor (aridaje!, dirai tu...) si confessino PRIMA i peccati compiuti con il PENSIERO, e poi quelli con parole ed opere - pure le omissioni, già.
Questione di opinioni - appunto.
Invece, per quel che concerne la sindrome dell'abbandono, proprio non è il mio caso. Piuttosto di tenere in piedi un rapporto insoddisfacente, tronco. Che è poi quello che ho sempre fatto. Io, da sola ci sto benissimo. Il che non significa assolutamente che stia male con gli altri... ma che vuoi, evidentemente sono troppo... egocentrica!
E adesso scusate ma parto davvero... riprendiamo al mio rientro, semmai.
Buon tutto a tutti! :)
UFF! Dimenticavo: che vuol dire "come al solito è bello a leggersi"? Uhm?
IHIHIHIH! Qui mi sa che ti devi fare un'arrampicata su specchi mica male, per "placare le mie ire"... :)
Ciao Ele :)
Parti pure in vacanza tranquillamente, tempo e post permettendo, riaffronteremo la questione con più calma.
Certo, io intendo una fedeltà sia etica che fisica, mica solo una o l'altra.
C'è qualche "ingranaggio" che nei nostri "discorsi" non riesce a collegarsi, rischiamo così di andare avanti in modo parallelo senza incontrarci/scontrarci.
Quindi considerando che anch'io da domani pm (spero già in am) sarò vacanziero... a risentirci.
Ciao a tutti i bloggers!
Insomma: in realtà, quando nel post scrivevo, "...naturale, spontanea, fluida e non imposta scelta di fedeltà..." non intendevo dire cose molto diverse da ciò che ha scritto Elena. Io sono tendenzialmente "fedele" non perché debba aderire ad una qualche etica, ma perché ho dal mio rapporto tutto ciò che mi occorre ; il giorno in cui essere fedele mi pesasse lo prenderei come un preoccupante sintomo di qualcosa che si sta guastando con la mia compagna e, in primo luogo, affronterei la cosa con lei... e la cosa è reciproca. Aggiungo che ho cercato (sempre nel post) di esaminare le "ragioni etologiche" dell'istinto alla fedeltà e della contrapposta pulsione al tradimento, specificando che avrei volutamente ignorato alcune implicazioni di carattere culturale, ma mi rendo conto che, in questo modo, la mia analisi è parziale... per cui (anche perché così la lettura diventa più agile) credo che introdurrò una postilla integrativa. Ve la leggerete al rirorno dalle vostre vacanze, fortunelli! Io sono costretto a restare qui, a passeggiare con la cagnona tra caprioli e poiane! Un duro lavoro, ma qualcuno deve pue farlo! :-)
Sono perfettamente d'accordo con Elena. Conosco la gelosia, il "dovere" di essere fedeli e la costrizione alla fedeltà del partner, il senso del possesso... Personalmente, non mi sono mai sentito così libero e leggero da quanto mi sono (spero per sempre) liberato da tutte queste cose. Ho scritto il mio commento all'altro post prima di aver letto questo, altrimenti avrei citato il post di Elena estesamente. Credo che tutto stia nella definizione di "fedeltà" e di "tradimento", di cosa decidiamo di mettere dentro questi contenitori. Ogni società in ogni tempo ha deciso di infilarci dentro cose differenti, così come tanti individui hanno idee diverse sulla precisa collocazione dei vari elementi. Personalmente, ritengo un tradimento grave la mancanza di rispetto e di affetto sincero, la mancanza di attenzione, di comprensione e di gentilezza, l'inganno e la paraculaggine, le bugie inutili, la distanza spirituale. Forse è vero che chi tradisce spesso mostra insicurezza, ma allora che dire da chi è ossessionato dalla fedeltà propria e altrui?
P.S.
Sull'evoluzionismo, cristianesimo e quant'altro ho deciso di sorvolare non perché non abbia notato quanto è stato scritto ma perché sono troppo depresso per averlo letto.
"Forse è vero che chi tradisce spesso mostra insicurezza, ma allora che dire da chi è ossessionato dalla fedeltà propria e altrui?"
Per quanto riguarda ciò, ci vuole armonia... nel rapporto (sessuale e non) ci vuole armonia tra le parti.
P.S.: non ti deprimere sulle teorie evoluzionistiche e/o cristiane, se prima non ti ci sei tuffato dentro... anima e corpo.
Io per primo ho sempre nello specchietto retrovisore della mia vita, l'evoluzionismo che mi insegue... ed io non lo caccio. Lo lascio lì ad inseguirmi. Lo tengo d'occhio.
Ciao :)
Ti assicuro che mi sono tuffato parecchio nella questione, proprio per questo mi deprimo. Sono contento di sentirti dire che l'evoluzionismo continua ad inseguirti e posso solo augurarti di tutto cuore che prima o poi ti raggiunga. È veramente triste, molto triste, vedere come ancora, in pieno 2007, ci siano persone, magari anche molto intelligenti, che si bevono certe sconsiderate scempiaggini. Non credere all'evoluzionismo è *esattamente* come affermare che la Luna è una forma di formaggio svizzero, che la Terra è piatta e il Sole le gira attorno o che la tabella periodica è composta da soli quattro elementi: Terra, Aria, Fuoco e Acqua. Davvero molto, molto triste.
E prima che qualcuno si metta a disquisire sui miei toni o sul fatto che "non rispetto le convinzioni altrui" o cose del genere... No, non le rispetto. Non rispetto la negazione di migliaia di studi condotti da migliaia di persone diverse in decenni e milioni e milioni di dati osservativi e sperimentali comparati e controllati su base quotidiana. Non rispetto la superstizione, non rispetto le sciocchezze medievali e non rispetto le persone intelligenti che danno in gestione il proprio cervello a biechi mentitori che lavorano per le lobby politico-religiose. Vivere in un mondo in cui un essere umano dotato di cervello può affermare di non credere all'evoluzione senza che venga sommerso di risate è per me fonte di grandissima vergogna.
"migliaia di persone diverse in decenni e milioni e milioni di dati osservativi e sperimentali comparati e controllati su base quotidiana"... che non riescono ancora a dirti chi sei e dove andrai.
E' interessante notare come spesso (se non sempre), nei commenti in rete (blog e similari) si vada a cercare l'ago nel pagliaio (come per es. i post scriptum) per poter "attaccare", guerreggiare comment VS comment, quasi fosse un bisogno, tralasciando così il tema essenziale.
Ciao.
Sul tema del post: a volte ritengo alcune cose un po' troppo scontate... Credevo ovvio che, se l'infedeltà compulsiva è sintomo di insicurezza, a maggior ragione lo è la gelosia, ovvero, in particolare per i maschietti, la paura del confronto. Ringrazio l'Abietto per averlo fatto notare. Da aggiungere che, sul piano della "fedeltà sessuale" ci troviamo in un campo in cui la contestualizzazione sociale è d'obbligo: tra gli Inuit, come sappiamo tutti, è uso offrire la moglie all'ospite... e sarebbe interessante, ma lungo e fuorviante, analizzare le origini di tale costume. In ogni caso ci troviamo in un settore in cui l'equilibrio ognuno se lo trova da sé... purché rispetti l'equilibrio del partner.
Su evoluzionismo e creazionismo abbiamo già riempito pagine e conosciamo le posizioni dei vari frequentatori del blog: se proprio vi scappa... ricominciamo pure; in caso contrario si può andare oltre.
Anch'io mi stupisco sempre un po' che si possa negare una teoria comprovata... ma c'è anche chi nega l'Olocausto o chi è ancora convinto che la Terra sia cava e noi si viva all'interno. Sino a che costoro non cercano d'impormi le loro idee ci posso convivere.
Va bene, lasciamo perdere... tanto...
Dall'altro canto e in rigoroso rispetto alla prospettiva relativista, soppraggiunse un egual frase, ma di avversa concezione:
Va bene, lasciamo perdere... tanto...
Per me è fonte di vergogna (tra le molte altre cose, certamente) vivere in un mondo dove esplicitamente si dichiara di non rispettare le convinzioni intime e personali di chi vive la propria vita secondo determinati precetti religiosi, senza offendere nessuno, senza imporre alcunché al prossimo.
Edgar non è un crociato: è una persona molto sensibile, intelligente, coerente, rispettosa ed educata.
E' con persone come lui che si può dialogare costruttivamente, per incamminarsi sulla via del rispetto reciproco e della pacifica convivenza. Ed è quello che faccio, pur pensandola sostanzialmente come Abietto.
Lo so, Abietto, che avevi previsto questa obiezione: chiedo venia se la esprimo lo stesso. Mi piace prendere posizione quando vedo qualcosa che mi infastidisce.
Saluti a tutti!
Io penso semplicemente che ci sia differenza tra il rispettare genericamente le idee altrui, anche se sono diverse dalle nostre, e dare uguale rispetto, dignità e credibilità a chi afferma di credere fermamente alle favole, come nel caso della terra piatta, della terra cava o del disegno intelligente. Le persone che al giorno d'oggi (e ci sono) affermano che la terra è piatta e che tutte le prove contrarie a tale tesi sono fonte di un complotto internazionale ai massimi livelli (e vi assicuro che lo dicono) vengono giustamente presi per i fondelli. Quelli che affermano che "l'evoluzione è una teoria" non vengono sufficientemente derisi in sedi pubbliche e private solo e unicamente perché di mezzo c'è la religione, cosa che ci fa sempre fare un (falsamente) rispettoso "passo indietro" anche quando sentiamo cose che non stanno nè in cielo nè in terra. La realtà è che negare l'evoluzione è un'idiozia e non c'è proprio alcuna possibilità di "dialogo". Non c'è altro modo per esprimere questo concetto... Mi spiace se trovate queste parole dure, la realtà lo è molto spesso.
Rispettare le idee altrui non significa stare al tavolo con uno che afferma di parlare con gli angeli e gli spiriti guida e di fare la "scrittura automatica" dettata dal Capitano Stellar della Quinta Dimensione e annuire con rispetto. Non so cosa sia più insultante: chi sotto sotto pensa "questo qui è un idiota" però continua a "rispettare" formalmente le idiozie che vengono dette, sorridendo e annuendo, o chi si alza dal tavolo ridendo e scuotendo la testa. Personalmente, io preferirei di gran lunga il secondo atteggiamento.
Inoltre, Skakkina, spiegami come si più pretendere rispetto dal prossimo quando persone come Edgar, in primo luogo e in prima persona, non rispettano il loro stesso intelletto credendo a stupidaggini come il creazionismo. Se lui non ha rispetto per sè stesso, non vedo perché noi dovremmo averne per le sue deliranti opinioni riguardo all'origine della vita. Scusate, mi rendo conto che sono più duro del solito, ma non riesco davvero più a sopportare di vedere i tentacoli del fondamentalismo protestante americano insinuarsi nelle pieghe della nostra società. Non ci sarà mai abbastanza gente che non rispetta queste idee affermando pubblicamente l'unica verità accettabile: che sono idiozie.
P.S.
Io, come richiesto implicitamente da Edgar e da Equo, avevo lasciato perdere l'argomento. In seguito la cosa è stata ripresa provocatoriamente da Edgar stesso e, successivamente, da un ulteriore commento di Skakkina. Se volete chiudere l'argomento a me sta benissimo. Se invece trovate il tempo e l'energia per fare battute o proporre nuovi argomenti, allora ritengo doveroso rispondere. A voi la scelta.
Ah sì? Non sapevo che credevo al Creazionismo! Bè, da stasera lo so :)
Allora spieghiamoci un pò (in questa sera umidissima): non avevo detto che credevo al Creazionismo (o quanto meno nella sua forma più tradizionale), ma:
"Anche se addivengo alle stesse conclusioni, non credendo all'evoluzionismo (restando comunque nel mistero sull'inizio dell'umanità").
Restando comunque nel mistero sull'inizio dell'umanità.
Poi da qualche anno a questa parte, dico a tutti: "aprite il vocabolario e leggete alla voce: fondamentalismo... cosa vi trovate? Al Quaida? Musulmani? No! Troverete : tendenza teologica conservatrice sviluppatasi nel protestantesimo, spec. americano, come reazione alla lettura critica della Bibbia e alle tesi evoluzionistiche".
Io compio una lettura critica della Bibbia e non letterale (due rami in lotta tra loro da un bel pò di tempo).
E tanto ma tanto altro.
Spero di essere stato chiaro e... amici come prima? :)))
Abbietto Abbietto, lo sai che saltuariamente faccio un salto nei tuoi spazi web e mi fa "piacere" leggere anche blog come NO GOD.
Un saluto e (permittimelo) non cadiamo nei preconcetti... in quelli dovrebbero caderci i religiosi non credi?
Ciao.
Abietto: il tuo discorso, anche se forte, lo condivido. Ma non è Edgar il tuo nemico, come ti ha mostrato. Io ormai, dopo parecchi anni di crisi, sono arrivata ad una concezione atea dell'esistenza, ma non mi sento bellicosa nei confronti della religione in sé, solo nei confronti di chi cerca di limitare la mia libertà o quella altrui, o di chi la sfrutta per dichiarare guerra o seminare odio e paure. Per il resto, ho potuto constatare che in molti individui la religione agisce da guida etica nella vita: sono questi i cristiani, i buddisti, i protestanti, i musulmani con cui mi piace dialogare. Non quelli che murano le edicole con la statuetta della Madonna, che magari rende felice qualche vecchietta, oppure i cattolici che sbraitano perché nel centro di Roma si sta costruendo un centro culturale musulmano. Constato tutti i giorni le conseguenze dell'intolleranza, e le tue esternazioni nei confronti di Edgar erano intolleranti al massimo grado.
Ho avuto modo di confrontarmi con Edgar molto spesso sullo scontro religione/razionalismo, e su molti temi etici: lo scambio è sempre stato molto equilibrato e fecondo, per me. Mi ha fatto riflettere su molte cose, anche se non mi ha fatto cambiare idea. Ce ne fossero così.
Se non sbaglio ricordo che una volta avete rimproverato ad Elys di non aver preso posizione verso alcune esternazioni fatte da certi frequentatori del suo blog nei confronti tuoi e di Equo. Ecco, vedi, per me Edgar, in modo certo virtuale, ormai è un amico. Mi è venuto spontaneo spendere una parola in sua difesa, visto che in sostanza gli era stato dato del demente. Chiedo scusa ad Equo se ho approfittato del suo spazio. Da parte mia chiudo volentieri con questo commento: come avrete notato, neanche bazzico molto in rete ultimamente, quindi figurati. Anche io ne ho abbastanza di questo tema.
Quando Edgar sosterrà la necessità di insegnare la Genesi nelle scuole al posto dell'evoluzionismo, sarò la prima ad insorgere verso di lui. Fino a quel momento, io da quel tavolo non mi alzo, e non avrò bisogno di ridere sotto i baffi, perché non posso sapere se non abbia ragione lui sull'esistenza di un Dio, ed in tal caso tutti gli "addentellati" fantasiosi che proprio non mando giù potrebbero essere sovrastrutture culturali che differiscono da popolo a popolo in ragione delle diverse inclinazioni.
Hai ragione: solo con la religione si va coi piedi di piombo. Magari è perché collegato al discorso della religione c'è la paura ancestrale della morte, e la speranza di rivedere un giorno i propro cari. Dirai che è proprio da queste paure che dobbiamo liberarci, e vivere su questo mondo, e non in funzione di quello prossimo. E avresti ragione, ma non hai il potere di gestire le paure e le sensibilità altrui, non puoi decidere tu per tutti.
Risaluto tutti quanti calorosamente (davvero): ho molto da fare ma come posso vi...guardo! :)
Buona serata a tutti, e grazie ancora, Equo, per lo spazio
Se ho dato per scontato qualcosa dell'atteggiamento di Edgar allora me ne scuso profondamente e umilmente. Mi spiace, ma leggendo che non "crede all'evoluzionismo" non mi sembrava che ci fossero molte altre alternative, se non andare nella direzione di una qualche forma di creazionismo o di disegno intelligente. Se così non è, sarei davvero molto, molto curioso di sapere "a cosa crede"... Se non è né la creazione di Dio né l'evoluzione di Darwin, non ho proprio idea di cosa possa rimanere sul tavolo.
Detto questo... per rispondere a Skakkina, tu dici di non essere ostile verso la religione ma solo verso "chi cerca di limitare la mia libertà o quella altrui, o di chi la sfrutta per dichiarare guerra o seminare odio e paure.", che, in poche parole, è la DEFINIZIONE di religione... I veri "nemici" sono forse quelli che, dall'alto di un pulpito, continuano a tuonare contro il relativismo e ad affermare di avere l'unica "verità vera" rivelata in tasca? No, sono le persone più moderate e ragionevoli, più acculturate, tolleranti e progressive che, ciò nonostante, continuano a promuovere un pensiero religioso facendolo sembrare più innocuo, più "accettabile" e così facendo, magari del tutto in buona fede e inconsapevolmente, gettano humus nel già fertile terreno dell'integralismo e del fondamentalismo. Sono i milioni di credenti americani moderati e tolleranti che rendono possibile buttare bombe sui civili iraqeni "in nome di Dio", così come sono i milioni di islamici tolleranti e moderati (sì, ne esistono a milioni, nonostante quello che vuole farci credere il TG5 o la CNN) che rendono possibili le teocrazie e gli uomini-bomba. Se non altro, perché accettano una sottostante struttura fideistica e non insorgono con tutta la violenza di un braccio che strappi una catena contro i loro carcerieri mentali.
Ciao Abbietto,
per quanto riguarda il discorso sulle verità in tasca o meno, il relativismo, ecc. ti invito a leggere un mio multi-post al riguardo su: http://italianiestero.blogspot.com/
scritto un paio di giorni fa.
Non farti prendere dal tono provocatorio del titolo, immagina che te lo legga io di persona tra una birra rossa ed un altra! Non certo per dire che dobbiamo essere ubriachi per queste discussioni! :)
Ciao.
Ciao Equo e... scusa se approfitto del tuo spazio ma ci tengo che Abbietto lo legga.
L'ho letto e non sono d'accordo su una singola virgola. L'idea che esista un assoluto "forte" e che il relativismo sia "debole" è, a mio modesto parere, sciocca e portata avanti solo e unicamente dalle persone che hanno interesse a mantenere le "verità rivelate" in uno stato di semi-dignità in un'epoca che ha scoperto ben altro. Un'epoca che ha scoperto che la realtà è, guarda caso, molto diversa e molto più complessa di come ce l'aspettavamo. Una realtà che non corrisponde in alcun modo alle nostre speranze, alle nostre aspettative e alle nostre previsioni.
Le cose non sono andate come descrivi tu: l'Uomo ha sempre posto l'assoluto un passo più in là di ciò che riusciva a comprendere con la ragione, una non-spiegazione che non porta a nulla, non dice nulla e non ci dà alcuna spiegazione, ma che ci rassicura, in qualche modo, o ci fa sentire meno soli e meno abbandonati in questo infinito spazio freddo e indifferente. Man mano che la ragione scopriva nuove regioni del sapere, l'Assoluto veniva ricacciato sempre più indietro poiché c'era sempre meno bisogno di tirarlo in ballo. E oggi non c'è proprio più alcun bisogno di tutto ciò, poiché sarebbe il caso che l'Uomo abbandonasse l'idea di assoluto (che è tipica dell'età infantile) e accettasse che il relativismo non è una "filosofia" o una "tendenza", ma un modello di descrizione della REALTA' più aderente, accettabile e affidabile. Senza di esso, siamo bloccati in una fase puerile del nostro sviluppo cognitivo ed emozionale e pestiamo i piedi cercando di far sparire i quanti o l'evoluzione come un bambino che non voglia farsi fare la puntura dal dottore e continui a gridare "No! No! No!". Che ci piaccia o no, le cose stanno così, e non per una questione di convinzioni, ma perché abbiamo la possibilità (ognuno di noi ce l'ha, oggi più che mai) di verificarlo personalmente in modo il più possibile obiettivo e generale, sfruttando le previsioni delle teorie scientifiche più avanzate facendo, ad esempio, ciò che stiamo facendo ora. Senza il relativismo non avremmo quasi nulla di ciò che abbiamo oggi, laddove io devo ancora vedere un PC che funziona grazie a una "scheda di fede" per volontà di Dio. Il relativismo è l'entrata, se non nell'età adulta, almeno nell'adolescenza dell'umanità.
P.S.
E abietto si scrive con una "b".
I commenti di Equo in BdF e il tuo qui, li apprezzo... e quasi li condivido, sai perchè? Perchè come ho scritto su un post precedente riguardo al senso della qualità di Dietrich Bonhoeffer: le quantità si contendono gli spazi, le qualità si completano.
E' in questa prospettiva che mi muovo, ma con Cristo nel cuore, perchè l'ho conosciuto di "persona" e se non fosse il cristianesimo una fede individuale, avrei potuto presentartelo.
Uso anch'io la ragione, come le ali per volare verso la conoscenza, all'interno dello spazio (la fede) che la sostiene.
Ritengo la mia una fede matura e non infantile, questo per specificare che conosco (e non so... ma conosco) ciò che dici sull'infantilismo della fede e lo condivido. Ma non mi riguarda.
Ciao Abietto alla prossima, ed è stato piacevole affrontare con te questi argomenti (se tu fossi stato un pò meno duro, forse forse... sarebbe stato un pò più piacevole :)) )
P.S.: Ho controllato sul mio vocabolario ed ho visto che Abietto/Abbietto può essere scritto in tutti e due i modi... che culo che ho avuto!
Ciao.
Come aggettivo sì, ma il mio nick deriva dal mio cognome, ed è scritto con una "b". Comunque io non ho scritto che la fede è intrinsecamente infantile, ho scritto che l'assolutismo lo è. E la fede religiosa tipica delle istituzioni monoteistiche è intrinsecamente assolutista.
Sì, forse sono stato un po' duro, ma d'altronde da uno che si chiama "abietto", cosa vi aspettate? =)
In fin della fiera solo di una cosa possiamo essere "assolutisticamente" sicuri: che se anche il prossimo post parlerà delle razze equine nel Medio - Oriente e del loro rapporto con i romanzi del ciclo bretone arturiano, Edgar troverà il modo di farci sapere qualcosa sulla sua tormentata spiritualità e l'Abietto si rilancerà nella sua crociata contro ogni forma di superstizione ed irrazionalità!
Badate: sto sorridendo mentre scrivo... a che serve un blog se non a permettere ad ognuno di parlare di ciò che gli sta a cuore?
Quindi, nessun problema: sino a che le cose stanno nell'ambito della buona educazione (anche se veemente) questo è uno spazio libero.
Alla storiella n° 3 allora?
:)) Buonanotte.
A proposito di storielle e di veemenze e ispirazioni: volevo rubare un attimo di spazio a Equo in questa sede per dirvi che Variazioni sul Tema è al momento in fase di stallo per via dei miei impegni di lavoro, ma spero entro settimana prossima di chiudere il "round" e di cominciare a pubblicare i primi racconti che sono arrivati. Elys ha chiesto di rimuovere il racconto del round precedente e mi ha mandato quello di questo round. Tuttavia, dato che non esclude la possibilità di dover cancellare anche questo o i futuri elaborati per concorsi o altri impegni editoriali, e dato che io preferisco avere materiale che rimanga sul sito senza problemi a prescindere da eventuali altre pubblicazioni (altrimenti la gente dopo un po' viene a leggere una fila di "racconto cancellato su richiesta dell'autore" e non mi sembra carino) ha deciso di non partecipare più all'iniziativa. A presto riprenderò in mano le cose e cercherò anche di finire il mio racconto che è lì languidamente coricato sull'hard-disk...
Vai Abietto!!!! :) Che fra poco è autunno e ancora dobbiamo leggere i racconti (almeno quelli, sigh!) delle vacanze! ;) Già ho avuto un assaggio dell'arte di Oreste stimolata dai ricordi del amre, sul suo blog :))))
Non vedo l'ora di leggere, fra un pausa e l'altra, che pensieri vi ispira l'estate...a me tanta voglia che arrivi presto l'inverno per alzarmi da sto computer...sempre che allora mi funzionino ancora le gambe! :)
Statemi bene tutti. Cia'
Ehi! Non è così che si fa... mi avete seminato... cos'è 'sta novità di commentare i post vecchi e lasciar languire l'ultimo, che se una è distratta finisce che si perde tutto il bello??? Vabbé, per questa volta sorvolo... anche perché di rinfocolare incendi non mi sembra il caso (e poi son sfaticata, lo sanno tutti)
Abietto, per quanto riguarda le "variazioni", mi sa che salto anche il secondo round: per come mi sono andate le ferie, la sola parola "vacanze" mi scatena crisi depressive... chissà, forse la terza sarà la volta buona! :)
Ciao a tutti.
Elena, anzichè pensare sempre a fare la piromane, perchè non rifletti una volta tanto (e abbastanza intensamente) su quanto abbiamo scritto qui?
Sai perchè sei stata seminata? Perchè non rifletti su cosa sono i blog, su cosa si scrive e perchè, sul fatto che chi scrive, sono uomini e donne in carne ed ossa con gli occhi veri puntati su un monitor, ecc. ecc.
Devi apprezzare di più le idee altrui, tornare su post vecchi che ti sono piaciuti o che ti hanno semplicemente colpito, ecc. ecc.
Buonanotte e spero non ti infervori... sono stanco anch'io.
Vado a letto.
(vè!... vèèè!!! Ancora ti permetti a rispondere!... sssscccchhh... rifletti e apprezza).
Edgar, bello mio: a volte sei sibillino, quantomeno per me. La realtà vera, per me, è che sottoscriverei quasi tutto quello che ha scritto Abietto e se non lo faccio è solo per non riaprire la polemica. Che tanto ognuno resta sulle sue posizioni. Dopodiché posso darti ragione sul fatto dei post che mi interessano di più. Mi rileggo spesso quelli che mi hanno colpito e, cosa vuoi, la fedeltà non è tra questi. Non la sento come problema...
Ma dato che io non rifletto (oltre ad essere una mia ammissione pubblica, c'è anche il fatto che c'ho lo specchio in sciopero...), spiegami tu cosa sono i blog e la gente che ci scrive. Magari riesci a palesarmi un universo che ancora non ho contemplato! Non sono ironica, ma semplicemente curiosa.
Quanto all'apprezzare le idee altrui, sono prontissima a farlo. Ma solo per quelle che mi intrigano, non per il fatto che sono "idee" o "altrui"... altrimenti mi sembrerebbe di essere una banderuola, più che una persona. Per carità, opinione personale... :)
Ele...
non dovevi rispondere... dovevi riflettere...
fermarti a riflettere... bella mia, e provare a mettere in discussione l'Elena-pensiero.
Ciao.
Edgar (e poi la smetto perché se vogliamo litigare tra noi andiamo da qualche altra parte, ok?): l'elena-pensiero è perennemente in discussione ed in evoluzione. Ma solo quando ne vale la pena. E questo lo decido io, se permetti... ma anche se non permetti. Se poi continuo ad essere convinta di quello che penso, ritengo meglio restare sulle mie posizioni senza farmi condizionare dall'edgar-pensiero... o dal pensiero di chiunque altro. Anche perché... potrei ribaltarti la frittata: perché non mediti TU e ti converti al mio pensiero? Forse perché IO ho detto che non ho la verità in tasca? Suvvia!!! :)
Posta un commento