
La matematica, dicono, non è un’opinione.
Dati gli elementi che abbiamo a disposizione le possibili combinazioni sono solo quattro; dal che si deduce che dobbiamo prendere in esame l’unica che manca all’appello, ovvero l’opzione “IO NO OK – TU NO OK”, quella che si riferisce al cosiddetto “IO ADOLESCENZIALE”.
In altri termini “Io non so chi sono e non so cosa voglio… ma sicuramente non voglio quello che vuoi tu!”
Badate: tale atteggiamento non è così negativo come potrebbe apparire ad un’analisi superficiale… ammesso che si manifesti nel giusto spazio temporale della nostra vita.
E’ l’impulso in base al quale i “giovani della tribù” rifiutano l’autorità degli Anziani e se ne vanno a colonizzare nuove terre; lo stimolo iconoclasta a mettere in discussione convinzioni, credenze, dogmi e, talvolta, per questa strada, a trovare nuove idee e nuovi comportamenti…
In qualche modo è la porta, stretta e scomoda, attraverso la quale accedere alla propria personalità adulta, capace di selezionare cosa del passato tenere e cosa buttare…
Questo, appunto, se si tratta di un percorso di transizione limitato nel tempo.
Qualora, invece, si permanga oltre l’adolescenza biologica un po’ troppo in questo atteggiamento… si aprono dei grossi, grossi problemi.
Il comportamento adolescenziale protratto conduce, troppo spesso, a situazioni totalmente autodistruttive: molte forme di dipendenza (droga, alcool o lavoro, non importa), i disturbi alimentari (anoressia, bulimia, iperfagia…), le tendenze suicide o, nei casi più estremi, ad imbracciare un fucile e sparare nel mucchio sui compagni di liceo.
Ovviamente la permanenza stabile in una condizione adolescenziale (nel senso dell’AT) è fortunatamente rara e relegabile nell’ambito delle patologie dei disturbi comportamentali, ma molto più frequenti sono le “ricadute” nei suoi schemi di azione… e, di queste, siamo vittime tutti.
Se, ad esempio, nel corso di una discussione in procinto di diventare lite, il mio interlocutore mi tratta con sufficienza (ovvero assume un atteggiamento genitoriale, tentando di relegarmi in un ruolo “bambino”) ed io non godo di una sufficiente sicurezza in me o nelle mie asserzioni, inevitabilmente salterà fuori l’adolescente che reagirà “per ripicca”, suscitando un’analoga reazione in chi ho attaccato.
Si dice che, quando inizia una lite, qualcuno ha ragione e qualcuno torto… ma dopo cinque minuti hanno torto in due… e questo dipende dal fatto che a litigare sono sempre due adolescenti.
Dato che il discorso si farebbe lungo e complesso scelgo di spezzettarlo ulteriormente e, per il momento, a mo’ d’esempio vorrei citare una barzelletta che mi divertì molto nei mitici anni ’60 (come direbbe Minà).
Molti di voi sono troppo giovani, suppongo, per avere ricordi diretti di quel periodo nel quale il presidente USA J.F. Kennedy, il premier sovietico Nikita Kruscev e Papa Giovanni XXIII suscitarono grandi speranze nel mondo!
Si parlava di coesistenza pacifica (IO OK – TU OK) ed il gelo della “guerra fredda” sembrava stemperarsi in una nuova primavera…
Non era vero, naturalmente: sotto le apparenze covavano le missioni degli aerei spia U2, l’inizio strisciante dell’intervento americano in Viet-Nam e la crisi dei missili sovietici a Cuba…ma avevamo tutti voglia di crederci…
I grandi della Terra sembravano comportarsi da persone adulte…
Come spesso accade (questi tempi lo stanno dimostrando) furono gli umoristi a cogliere per primi le discrepanze, ad evidenziare le contraddizioni…
Così nacque la storiella…
Nikita Kruscev è in visita negli Stati Uniti e partecipa ad una conferenza-stampa… che si svolge in questo modo:
“Fred Preston, del New York Herald Tribune. Signor presidente, qual è la situazione dell’assistenza sanitaria nell’Unione Sovietica?”
“Nella nostra grande nazione ogni cittadino ha diritto gratuitamente a tutte le forme di assistenza, dalla fornitura di medicinali sino agli interventi chirurgici più complessi…”
“John Huston, del Daily News. Che ci dice dell’istruzione?”
“In Unione Sovietica l’istruzione è a carico dello stato e garantita a tutti dalla scuola materna sino all’università!”
“Eddy Smith, Associated Press. Ci parli del potere d’acquisto del rublo: quanto incide sul salario medio di un operaio l’acquisto di un paio di scarpe?”
“E voi ai Negri cosa gli fate, eh?!!!”
Al primo conflitto, al primo rigirare della lama in un punto dolente, ecco saltar fuori l’adolescente… ed ecco la fine del dialogo.
Con quali conseguenze… lo vedremo poi.