venerdì 28 settembre 2007
TIRATA D'ORECCHIO
E così alcune delle “amiche di tastiera” più assidue mi hanno rifilato una bella tirata d’orecchio.
Non che non la meriti, intendiamoci! Se s’imbandisce una tavola con un certo tipo di cibo che incontra il gradimento dei commensali, non è carino, a metà del pranzo, variare eccessivamente il menù…
Pertanto credo che riproverò ad inserire qualche “post” vecchio stile, ma, prima, mi dovete consentire questo intermezzo di stampo giustificativo.
Intanto, nel mio (forse contorto) modo di vedere, nell’arco di questi mesi si è sviluppato un filo conduttore senza soluzione di continuità: ogni persona, infatti, è un insieme dannatamente complesso, un coacervo d’interessi, un amalgama di pulsioni. Se un “blog” è la rappresentazione elettronica di una tale sfaccettata realtà, diventa inevitabile il saltabeccare tra argomenti seri ed altri faceti, tra cronaca spicciola e riflessioni filosofiche, tra brandelli di vita vissuta e cavolate di dimensioni epocali… E’ (ed è stato) secondo me un modo per essere sinceri. Credo sia già sin troppo diffusa, in Rete, l’abitudine pessima di presentarsi non per quello che si è, ma per ciò che si vuol far credere d’essere… o, qualche sciagurata volta, per quello che SI CREDE di essere.
Io sono un Monaco, un Guerriero, un Maestro, un Povero Cristo, un Don Chisciotte, un Pigro, un Testardo, un Giullare… e, malgrado questo, non soffro di schizofrenia, anzi: anche se ho impiegato decine d’anni per arrivarci, tutte queste figure si fondono armoniosamente per dare vita… a me.
Qualcuna vi piace più di altre: è un vostro diritto… ma non diventerò l’Uomo ad Una Dimensione di marcusiana memoria per strappare qualche applauso.
La seconda ragione per la quale, per un po’, sono mancati quei bei “post” che, come dice Blue, “ti facevano strizzare il fazzoletto e annuire silenziosamente” è un po’ più personale e persino un po’ dolorosa da ammettere… ma questo è il gioco della verità, no?
Il fatto è che per parlare di episodi come quelli che vi hanno commossi devo riferirmi a cose avvenute in un passato, recente, ma pur sempre passato.
Da ormai troppo tempo un insieme di circostanze congiura per costringermi ad una vita da pensionato per la quale non mi sento pronto: il mio trasferimento regionale, la casa in cui abito (splendida per viverci, immersi in una natura sorprendente, ma non certo adatta a riaprirvi il mio studio), la mia incapacità di ricostruire una rete di contatti e collaborazioni che consentano la ripresa della mia attività ed altri piccoli importanti fattori, mi spingono in una sorta di ghetto in cui mi sento, come ha detto un’altra mia cara amica, “sottoutilizzato”.
Inevitabilmente, quando, per scriverne, ripenso a quelle situazioni, a volte drammatiche, altre buffe, ma sempre “intense”, nelle quali ciò che sono e quello che so mettere in campo mi consentivano non solo di “sentirmi”, ma soprattutto d’essere effettivamente utile a qualcuno per migliorare un po’ la propria vita, per abbandonare condizionamenti che impoverivano la sua esistenza, per ritrovare i colori ed i profumi del mondo… mi deprimo.
Mi è capitato spesso di spiegare agli altri che “depressione” è, psicologicamente parlando, il contrario di “espressione”: chi non si esprime si deprime. Più o meno è quanto mi sta accadendo da quando il mio miglior modo d’espressione, quello di “fare da specchio”, al cui apprendimento ho dedicato una vita, giace inutilizzato.
Non vi paia strano, quindi, se mi capita di “voler parlare d’altro”, considerando che ogni episodio narrato che mi rammenti, senza falsa ed ipocrita modestia, quanto ero bravo ad “aiutare le persone ad aiutarsi” mi produce dolore, mi fa sentire come uno di quei reduci che parlano delle loro glorie passate, versando qualche lacrima su polverose medaglie e lacere bandiere…
Ciò nonostante non è giusto che siano coloro che hanno la gentilezza di transitare nelle terre della vecchia Brigadoon, tra il suono dell’Arpa ed il balenare della Spada, a pagare il prezzo della mia insipienza.
Torneranno i “post” che fanno “strizzare il fazzoletto”.
E siate così gentili da ricordare, quando accadrà, che se delle lacrime si verseranno, le prime saranno le mie.
Namastè.
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11 commenti:
Caro Equo, non ho molto tempo in questo periodo per mettermi comoda qui (passare sì, lo faccio sempre), ma dopo aver letto quanto hai scritto, voglio inviarti un abbraccione! Solo quello. Parole di consolazione no, neanche consigli, non ne hai bisogno: sei ricchissimo e troverai il tuo sentiero anche nella tua nuova vita. :)
Sinceramente io non credo che tu sia "inutile" o "inutilizzato", credo piuttosto che tu stai lentamente trovando un altro modo per rapportarti agli altri e per aiutare chi non sa farlo da solo. Solo che ancora non te ne sei reso pienamente conto! Anche se il mondo prova a chiudere le porte, l'uomo riesce sempre a trovare il modo d'entrare da un'altra parte o d'imbucarsi da una finestra lasciata aperta. Quando si è ricchi dentro non bisogna mai permettere che le storture da cui siamo circondati minino le nostre capacità. Ma non mi sembra che questo sia il tuo problema. Un abbraccione!!
Oh!!la mia era una battuta innocente!!Ma questo lo hai capito e come sempre, anche se forse il presupposto non era quello, hai scritto un post bellissimo...a volte è sorprendente come le tue parole arrivino esattamente nel momento in cui mi servono...e ancora una volta ti devo ringraziare!
Buona fortuna Maestro!Namastè..
Ho appena finito una intensa giornata di studio e sono ripassata qui, per rileggere le tue parole perchè anche se stavo concentrata sul libro la mia mente ogni tanto vi ritornava...alla mancanza di espressione...al "sottoutilizzato"...a glorie e gioie passate...che sono tutte cosi vicine a quello che adesso mi blocca e mi travolge l'anima...
Ancora una volta i cammini coincidono, come il sovrapporsi di lenti.
Aspettiamo il tuo prossimo post, che sia del Maestro o del Giullare, che sia bagnato dalle lacrime o no.
Grazie.Namastè.
Depressione è il contrario di espressione. Chi non si esprime si deprime.
Questo concetto mi piace moltissimo ed è vero, dannatamente vero. Sarà per questo che ogni volta che scrivo, disegno, discuto, creo... mi sento davvero bene.
Bello passare per quest'isola, sostare un attimo rinfrancando lo spirito e poi, come sempre, fare di nuovo vela.
Un abbraccio,
Y BUENA VIDA
Lo sapete come sono fatta, ormai... un'animala sostanzialmente politica. Infatti... ecco il mio "parere altamente qualificato di sociologa" (e se le virgolette non bastano, aggiungerò che STO SCHERZANDO!!! Ma non sul senso di quello che scrivo).
Il tuo essere sottoutilizzato, il tuo deprimerti, il tuo rintanarti appunto nella tana, caro Equo, è comune a tanti - pure a me. E' la situazione di tantissime persone che fino a ieri potevano esprimere nella loro attività la loro creatività - anche il semplice fatto di essere vivi - e che d'un tratto vengono buttati fuori. Non sono più "funzionali". A parte il caso specifico tuo (soprattutto oggi è difficile sostenere che la tua attività "non serve"... anzi!), anche il senso di solitudine che ci fa ritrarre è "funzionale". Se ci rendessimo conto di quanti siamo nella stessa situazione, probabilmente troveremmo anche la forza per ribellarci (vedremo il 20 ottobre).
Questa era la parte politica.
La parte umana è assolutamente d'accordo, ma preferisce mandarti un bacio grosso ed un abbraccio stritolante.
PS: ho già cominciato a piangere, sullo spreco immane di umanità che questo sistema impone, sul fatto di essere lontani e di non avere le risorse per aiutarci l'un l'altro come meriteremmo... ma adesso la smetto e vedo di farmi venire qualche idea un po' più furba, va bene?
Suerte! e smack!
PS: insipiente tu, Equo? Averne!!!
Amare riflessioni, quelle di Elena, e non sarò certo io ad innalzare dei peana a questa società che, effettivamente, sembra dotata di una maligna predisposizione a sprecare risorse ed esaltare futilità. Lasciamo, tanto per dirne una, fuggire all'estero i nostri migliori ricercatori ed importiamo "veline", "letteronze" e "soubrettiste"...
Nel mio caso, tuttavia, sarebbe terribilmente ipocrita dare la colpa alla marcia società od al destino cinico e baro! La realtà è che non sono stato capace di piegarmi neanche un po' alle regole del gioco, di "vendermi" almeno per quel tanto che sarebbe stato lecito, di smetterla di cercare delle guerre per offrirmi volontario alla parte che già aveva perso. Se fossi uno dei miei ex-pazienti mi diagnosticherei una disperata mancanza di "abilità sociali", una tendenza preoccupante a vivere non nel mondo com'è, ma come vorrei che fosse. Tutto molto "nobile" e romantico: se non fosse che, poi, sono anche altri a pagarne il prezzo. A parte il sentirmi un "reduce sottoutilizzato", a pesare c'è il fatto che mi sembra profondamente ingiusto che la Formica debba pagare per le scelte della Cicala...
Ok: scusate... E' una mattina un po' così, ho una faccia un po' così... e non sono neanche stato a Genova!
Niente che una buona doccia ed un suicidio non possano curare :-))
Suicidio? Che roba è? Non è cosa per noi, fratello! Al massimo ci possiamo suicidare per una giusta causa, non per una depressione... io oggi volo alto. A ME non è successo nulla di particolare, solite rogne, ma un amico CE L'HA FATTA! E allora vivo il successo con tanta gioia e anche come dimostrazione del fatto che non bisogna arrendersi mai (never give up on a dream, diceva qualcuno).
Bene o male, per un aspetto o per l'altro, la cicala "sfrutta" la formica, ma a sua volta è formica per la medesima o per qualcun altro. Le uniche cicale "inutili" sono sostanzialmente solo parassiti e tu Equo, anche se oggi non ci credi, non lo sei. Per diversi aspetti sei la mia formica, lo sai benissimo. Quindi finiscila di compiangerti, raddrizza le spalle che arriveranno (li faremo arrivare) tempi migliori. Certo, se la smettessimo di ritirarci tutti in eremi quanto più lontani gli uni dagli altri... :)
Ciao Donchisciotte... affila la Durlindana che la Ronzinante (io) è pronta... :)
"una tendenza preoccupante a vivere non nel mondo com'è, ma come vorrei che fosse"
...Ciao brother.
Quanto ci costa... quanto ci costa... attuo ciò persino nel mondo degli affari, a parte che non mi piace la parola "affari".
Aiuto chi non può, ma io già "non può" quindi come cazzo mi comporto!
Scusate il linguaggio un pò enigmistico ma è sempre perchè siamo su internet.
Siamo condannati a vivere lontano e ad essere dispersi, mentre una melma di ignoranza dura e cruda ci sommerge fino al collo quotidianamente.
Ele, te l'ho sempre detto, come incoraggi tu... nessuno. Veramente.
Ciao :))
Vedi fratello, la lunga pratica dell'autoincoraggiamento a volte serve... :) Troppo spesso ho dovuto constatare che, se non mi incoraggiavo da sola, nessun altro l'avrebbe fatto... e non è bello.
Certo, poi anche l'incoraggiamento altrui serve a poco purtroppo... Comunque grazie! Spero di non servirti mai... :)
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