venerdì 15 giugno 2007
SUPPLEMENTO
Va bene.
Mi ci sento un po’ trascinato per i capelli e obtorto collo…ma tant’è: ho voluto la bicicletta e, ora, mi tocca pedalare.
Lasciamo da parte per un momento la Chiesa Cattolica, i suoi difetti ed i suoi pregi, e proviamo ad andare alle radici, ovverosia a parlare della fede.
Badate: non mi riferisco unicamente alla fede in questa o quella divinità, ma proprio al concetto di fede, ovvero alla “adesione incondizionata ad un fatto, ad un’idea, determinata da motivi non giustificabili per intero dalla ragione” ( dallo Zingarelli).
Ora provate a seguirmi… Se una persona vi dicesse: “Ho le prove che gli asini volano… e queste prove consistono nel fatto che io ti dico che gli asini volano!” probabilmente vi fareste una risata o ve ne andreste considerandolo quanto meno uno sprovveduto.
Perché, allora, nel caso della fede religiosa, un simile atteggiamento di accettazione acritica dev’essere considerato una virtù?
“Il mio Dio è quello giusto…e la prova è che te lo dico io che sono stato incaricato dal mio Dio…che è quello giusto! Inoltre la prova che parlo a nome di Dio sta nel fatto che io lo affermo…” è poi così differente dall’asserzione sugli asini volanti?
Di fronte alla contestazione di questi falsi sillogismi autoreferenziali, abitualmente, la risposta di chi ha fede diventa: “Tu puoi dire quello che vuoi: io credo e basta!” Il che, ovviamente, mette fine a qualsiasi discussione: per confrontarsi bisogna essere disposti ad usare la ragione, a paragonare tesi e prove; chi ha fede (l’adesione incondizionata ad un’idea non giustificabile dalla ragione, appunto) non ha alcun interesse o volontà nel farlo e, di conseguenza, qualsiasi discussione in merito, anche la più civile, non ha significato: qualsivoglia argomentazione logica s’abbatte contro il muro incrollabile di una decisione aprioristica che non può essere scalfita da nulla al mondo.
La dimostrazione logica dell’esistenza o meno di una divinità è una contraddizione in termini; ergo: dibattere tra chi ha fede e chi crede nella ragione non ha alcun senso e può portare solo all’esasperazione delle reciproche posizioni.
Facciamo così: coloro che hanno fede discutano tra di loro, magari per decidere se il Dio in cui credono è quello di Abramo, di Gesù o di Maometto… ed i propugnatori della ragione, pur continuando com’è loro diritto a rivendicare dignità e rispetto per il loro agnosticismo od ateismo che sia, la smettano di cercare di convertirli al pensiero razionale che, in fatto di fede, è utile più o meno come una bicicletta per un pesce.
Per quanto mi riguarda, come mi è capitato spesso di dire, sono pronto a credere anche che gli asini possano volare.
Ma, prima, dovete farmene vedere almeno uno.
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2 commenti:
PS: chi, comunque, avesse voglia d'incrociare i guantoni con l'Abietto su questioni teologiche può andare qui: http://nogod.altervista.org/
Concordo in pieno con quanto scrivi. Voglio solo aggiungere che non è mia intenzione impegnarmi in un "incontro di box" su questioni di fede (a meno che non venga richiesto esplicitamente dalla discussione), ma credo di avere il diritto di denunciare comportamenti umani e contraddizioni che hanno a che fare con la società e con il nostro vivere quotidiano. Non mi interessa convincere nessuno a credere o a non credere in Dio, ma se si parla di collusioni, atti illeciti, reati, inferenze ingiustificate nella vita di tutti noi... Beh, se anche quello deve rientrare nell'argomento "fede" per silenziare le voci "dell'opposizione" perché tali argomentazioni risultano "fastidiose" e "offensive", mi sembra che sia un po' troppo comodo.
Comunque ribadisco: condivido in pieno la tua posizione. Fino a che non mi vedrete andare porta a porta a proporre l'accettazione dell'ordine naturale con un cartellino con su scritto "ATEO" e un plico di "L'Evoluzione delle Specie" di Darwin sotto il braccio... =)
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