lunedì 25 giugno 2007
PAROLA DI BENIAMINO
Per qualche tempo, nella letteratura internazionale, hanno goduto di una certa popolarità i cosiddetti “pastiche”. Il “pastiche” non è nient’altro che un’opera (solitamente un racconto breve) nella quale un autore sceglie dichiaratamente di scrivere utilizzando lo stile proprio di un altro scrittore, ovviamente celebre. Era, per così dire, una sorta di omaggio e, nello stesso tempo, una prova stilistica che, in più di un’occasione, ha anche ingannato i critici. Ora non si usa più molto e, nelle occasioni in cui ancora si ricorra al “pastiche”, anche i metodi espressivi sono mutati: Woody Allen ne ha prodotti di mirabili ed esilaranti, dando vita a parodie che sono anche testimonianza della sua grande conoscenza degli autori parodiati; e in TV compare di tanto in tanto un cabarettista (di cui, purtroppo, mi sfugge il nome) che è un piccolo genio nel prendere un tema (“Mi si è guastato il frigorifero”) e nel trarne divertentissime canzoni “al modo di” Battisti, Vasco Rossi, Bennato, ecc. Ho pertanto deciso di concedere, occasionalmente, lo spazio del Blog (per cominciare…ma le sorprese potrebbero infittirsi) a Beniamino, un contadino piemontese che, in quanto a stile (fatte salve le differenze dovute alle rispettive regioni di provenienza) potrebbe ricordare il nostro amico Oreste. Beniamino è l’unica persona che conosco che riesce a far sentire l’aperta cadenza pedemontana… anche quando scrive. E’ così, pertanto, che dovreste leggere le sue parole: con le “e” molto aperte ed una certa cantilena che le rallenta e dona loro un passo da buoi aggiogati all’aratro… Beniamino mi ha scritto per dire quanto segue…
Buongiorno, neh? Che a me mi sono piaciute tutte le cose che ci avete scritto qui…che certe parole mica le capisco, ma si sente che sono importanti! Anche qui da me, a Saltalacapra, in provincia di Cuneo, c’è qualche volta che il prete e il farmacista discutono con parole che a me mi tocca di cercarle sul dizionario e, altre volte, invece, con parole che le so bene, ma che sul dizionario non ci sono mica!
Il mio povero papà, che è mancato l’anno scorso che il medico ha detto “di consunzione” perché s’è strappato l’anima per tirare su la vigna, diceva sempre che la terra dell’Agostino, che è quello dell’Azione Cattolica che serve messa tutte le Domeniche, e la terra di Comunardo, che, invece, nella chiesa lui ci metterebbe le bombe, sono dure uguale e che se viene la grandine che rovina l’uva se lo prendono nel tafanario tutti e due (con rispetto parlando).
Che a me mi sembra che c’è tanta gente che si litiga per se c’è una vita dopo che sei morto o no e intanto passa la vita che ci abbiamo adesso e loro si sono fatti un fegato che sembra quello dell’oca della Clementina che, da quando è andata a Parigi col viaggio di nozze, ci vuole fare il paté.
Però c’è stata quella volta con la piena della Balenga (che è il torrente che ci passa di qui) che l’Agostino, con indosso la camiciola ricamata da chierichetto, l’è corso a dare una mano al Comunardo che la sua vacca rischiava di affogare. E anche quella volta che ci ha preso il fuoco al granaio dell’Agostino e Comunardo è arrivato lì a buttare secchi d’acqua tutta la notte e, invece, il prete e il farmacista stavano a casa a dormire.
Io non sono intelligente, che a scuola ci sono andato poco e mica mi piaceva perché mi facevano dire le tabelline a memoria e le date delle guerre e ci davano i temi di dove hai passato le vacanze che io ci dovevo sempre scrivere che le avevo passate nella vigna a potare che gli altri bambini mi prendevano in giro… Però mi piacciono di più l’Agostino e il Comunardo che il prete e il farmacista. Se mi piacete anche voi…non lo so ancora.
Statemi bene, neh? E se passate da Saltalacapra venitemi a trovare, soprattutto Oreste che così parliamo della terra e della vigna, dei maiali e delle vacche mentre gli altri, se vogliono, possono andare in parrocchia o in farmacia.
Ciau.
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17 commenti:
Che dire di Beniamino? Ti posso venire a trovare a Saltacapra? Ma...perchè il tuo paese si chiama in modo così strano? O___O
L'Equo, che è un amico di ciucche, mi lassia rispondere che il nome del paese non è "Saltacapra", ma "Saltalacapra". E che è perché qui ci abbiamo, assieme al torrente Balenga, anche il torrente Lapanca, che, una volta, una capra lo ha saltato perché il caprone ci voleva fare la festa e lei ci aveva l'emicrania. Che è da quella volta che si dice che sopra Lapanca la capra campa. E allora, Giustino Pautasso, che è il poeta del paese, ci ha messo quel nome lì e noi ci chiamiamo saltalacapresi, che, però, quelli di Mulozoppo ci chiamano "barotti", ma non ci diciamo che i "barotti" sono loro e finissie sempre che ci alziamo le mani. E per quelli come voi che sono del meridione, a sud del Po, ci spiego che "barotti" vuole dire come che "contadini 'gnoranti"... che poi, se guardiamo bene bene, lo siamo noi e anche quelli di Mulozoppo e non so mica perché ci prendiamo a pugni sul naso! Magari me lo puoi spiegare tu che hai fatto le scuole alte (con rispetto parlando). Ciau, nhè?
Ahahaha fantastico! Stommale =)
Ciauu a tutti!
Quello che ha raccontato Beniamino, mi riporta alla memoria il racconto di un mio collega. Nel tempo libero, si occupa delle vacche che hanno i genitori di sua moglie...Ora portando al pascolo suddette bestiole una mucchina durante una salita si è sentita male ed ha avuto uno scompenso cardiaco!
Credete che il prode collega si sia arresto all'evidente sofferenza bovina?
ENNNO!
Dubbioso su dove fosse il cuore della vacca le ha comunque praticato un massaggio cardiaco e le ha tirato la lingua fuori dalla bocca per evitarne il soffocamento.
La vacca è salva.
Dimenticavo di dirvi, tti realmente accaduti.
Abbietto pekkè staimmmmale?
Intendevo che sto male dal ridere =)
Fantastico il tuo racconto, melarosa! Un vero temerario!
Bonasera a tutti lorsignori!
Ogni tanto passo de qua ma e carpe e de spade nun ne so niente..e poi er pesce de mare me piace de ppiù.
Oggi però ho visto la foto dell'uva e me so' fermata n'attimo pe' vvede che stavate a ddì, perché er vino me piace assai.
Io purtroppo de campagna nun se so' tanto, perché già a 6 anni stavo a venne li limoni, 3 a un sordo, ar mercato de piazza vittorio. So' cittadina, e le galline e li maiali l'ò vvisti quasi sempre solo dar macellaio der mercato. Però siccome che che io venno er cocommero, un po' li contadini li conosco e me stanno simpatici. Presempio ce sta Nando er Cocciaro, che se compra le cocce che avanzeno da li cocomeri mia, pe 'ddalli da magna' a li porci sua....robba da nun crede, che oggi butteno via tutto e invece tutto serve! 'Nzomma, quanno annavo da Nando er cocciaro me capitava de vede' finarmente le galline, che le conoscevo meglio dar dentro che dar fora, pe 'vvia che je toglievo 'e frattaje pe' ffacce er brodo.
Poi ogni tanto annavo pure dall'amico mio Spartaco, che c'aveva pure lui la tera fori Roma, pe prenne a foja...sì, a foija! Quella pe mettela sotto e fette de cocomero, così pare più fresco e fa na bbell'impressione a la gente, che quanno d'estate ce stanno 40 gradi, fa bene pure rinfrescasse co'llocchi!
Poi volevo di' ancora ddu cose: uno che de tutta la storia del paradiso, Dio o non Dio, ho capito solo che 'a nonna de Equo diceva che ce credeva ar paradiso pe via der fatto de vole' anna' dar marito suo. Io pure penso sta cosa, forse perché quann'è che sei vecchio c'hai già tanti morti da rimpiagne e da vole' rivede'. A vecchiaia è proprio brutta, belli de nonna...
A seconna cosa che volevo di' è che pure io come Oreste e come Beniamino nun ho studiato, però pure io so' na persona onesta e 'na grande lavoratrice. Solo che nun lavoro la tera ma er cocomero.
O____O
Ah Ragà! So venuta qui solo perchè c'è Oreste!
Me piace da legge quello che scrive! è un omo da sposà seconno me!! Egli c’ha n’animo buono e sensibile e nun me piace quanno se fanno ste’ cose! Sì lui è romano e scrive cossì nun è giusto che s’è piglia en giro!?
Che sò mò tutti stì romani, piemontesi e nun ho capito de dove…tutto stò scrive?
Chi se diverte ner cervello c’ha du’ neuroni che giochino a nasconnarella! De Oreste ce n’è uno solo!? Nun fate nemmeno ride!?
Si prennete in giro Oreste ve strappo come ‘na contravvenzione! So donna e nun so intelligente comme voi altri ma me so fa’ da rispettà!
Butterfly, ciao!
Non credo che tutti 'sti romani e piemontesi e magari pure napoletani, siciliani, emiliani e lombardi che dovessero saltar fuori lo facciano per prendere in giro Oreste, sai?
Credo invece che tutti noi apprezziamo i dialetti e chi li sa parlare o scrivere. Personalmente, purtroppo, ne conosco parecchi ma tutti in modo molto frammentario (faccio ridere sia quando "pretendo" di parlarli che quando li scrivo) e quindi non ci provo. Però, nonostante (o forse anche per questo) tutta la mia "intelligenza", mi piace sentirli e leggerli - anche se a volte non capisco.
Stai serena: non c'è presa in giro, secondo me. Perché, sempre secondo me, c'è più ignoranza nelle idee che a volte esprimiamo che non nella loro forma. :)
il senso dell'umorismo non lo vendono in farmacia.
PS: Beniamino, pota, ho capito che sei più bravo te di tanti scienziati... però te lo dico lo stesso: c'ho un cugino veterinario, se capita che ti serve... è vero che ha studiato, ma l'è un brao s'cet: tra un piatto di agnoli ed una fetta di sbrisolona (lui è mantovano), ha pure curato la mia s'cetina... noter de Beghem, i ragazzini li chiamiamo così! :)
OPS! Pota, era "Berghem", no Beghem... scusate, neh... :)
Vabbuò, Ele!De te me fido perchè sì donna! De l'omo un po' meno pe' molte ragioni!
so contenta che te apprezzi lo dialetto! nun è che tutti so come te! fanno li inteligenti solo perchè anno fatto scola!? Mica tutti so ingegnieri! poi fanno il verso come se uno è no' rincoglionito e me da fastidio!
Capiscime! Oreste è romano come me e a legge tutti ste cose me so no poco stranita!
Eppoi mica sanno parlà cossì bene sai? La gente istruita che parla italiano l’è poca! A me me sembra che pure lo medico mio quando m’encontra un è mica cossì diverso da me!lo romano ce l’ha ner core! fatte servì!
Nun fai ride se parli come magni! Nun te preoccupà che lo dialetto ce l’ahi ner sangue!?
Tu sì simpatica!? Me piaci tanto!!nun come Oreste…li omini me continuano a piacè!
Me sei simpatica come n’amica! Ecco!
A scanso di euqivoci: la sora Marcella è mia nonna, o meglio era. Se fosse qui, avrebbe parlato così, parlato e non scritto, perché era analfabeta, come la nonna di Equo. Figurati ad esser cresciuta con una nonna così quanto mi possa vergognare del mio dialetto.
Però ragazzi, su, fate un po' di sforzo...ché a spiegar tutto poi non ci si diverte più!
Butterfly, grazie! Pure te sei simpatica... ma guarda che qui lo siamo tutti - o quasi.
Soridi... che la spada la usiamo solo contro quelli proprio brutti e cattivi! :)
A volte l'italiano, i paroloni, servono solo per non farsi capire dalle persone semplici (ma che spesso hanno una saggezza maggiore dei dottori). Però il fatto che esistano persone che si approfittano della loro "cultura" per "arintontonirci" (è giusto?) non deve farti pensare che siamo tutti così!
Ti abbraccio.
Ska, perché la spiegazione su tua nonna? Per me, anche non sapendo chi fosse, ha detto delle cose sagge e vere. Cià! :)
Ciao Ele! Ho dato la spiegazione perché per me era un omaggio alle persone semplici e al dialetto, e quasi sono saltata dalla sedia quando ho visto che era stata interpretata in modo affatto contrario alle mie intenzioni.
E' proprio difficile comunicare...
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