lunedì 11 giugno 2007

ORGOGLIO PEDOFILO? NO, GRAZIE.


Come certamente già saprete il prossimo 23 Giugno è stato organizzato il “Love Boy Day”, la “giornata dell’orgoglio pedofilo”.

Molti siti amici si sono già scagliati contro l’iniziativa: Fabio, su http://italianiestero.blogspot.com/ , lascia libero sfogo alla sua indignazione, arrivando a prospettare soluzioni molto drastiche contro chi molesta dei fanciulli; Elena, su http://solleviamoci.blogspot.com/ , è più riflessiva e lascia spazio ad un buon articolo di Baldoni che merita d’essere letto; altri, ne sono certo, si aggiungeranno…

Da parte mia vorrei dare un contributo meditato, quanto più “tecnico” possibile…e non certo perché la cosa non mi coinvolga emotivamente, quanto perché nessun fenomeno complesso può trovare una soluzione “umorale”… Come si diceva: “Ogni situazione complicata ha una soluzione semplice. Ed è quella sbagliata”.

Ciò che noi siamo è frutto di un complesso e molto personale intreccio dialettico tra genotipo e fenotipo; ovvero tra la "programmazione” inscritta nel nostro DNA e l’influenza dell’ambiente e delle esperienze.
La pulsione sessuale è presente sin dalla nascita… ma la scelta dell’oggetto del nostro desiderio sessuale, al contrario, avviene in base ai nostri vissuti esperienziali.
Accade così che un’educazione sessuofobica, ad esempio, possa spingere a considerare il sesso come “cosa sporca” ed a vedere nell’innocenza dei bambini l’unica possibilità di soddisfare le proprie pulsioni in modo “puro”, senza insudiciarsi…
Con anche maggior frequenza la pedofilia viene indotta da personali esperienze di molestie subite in verde età, vissute da un lato con senso di colpa e, dall’altro, come “attenzioni” che hanno, comunque, gratificato il proprio bisogno d’accettazione: circa l’ottanta per cento dei pedofili sono ex bambini molestati…

Ora: provare desiderio sessuale per chi non abbia ancora sviluppato proprio le cosiddette caratteristiche sessuali secondarie, proprie dell’età dello sviluppo, è con tutta evidenza una deviazione… un po’ come quella di chi desidera mescolare il dolore o l’umiliazione al piacere o di chi confonda la parte con il tutto e si ecciti leccando una scarpa dal tacco alto.
Con una importante differenza: che l’esercizio della pedofilia non avviene tra adulti consenzienti ed alimenta una spirale deviante, spingendo altri bambini molestati a divenire dei potenziali adulti molestatori.

La pedofilia è un disturbo psichico della sfera sessuale e come tale va trattata: rivendicare il proprio diritto (o, addirittura, il proprio orgoglio) ad essere pedofili è, all’incirca, come esigere rispetto per la propria schizofrenia e le proprie pulsioni antisociali… più o meno come se si organizzasse un “Serial Killer Pride Day”, il giorno dell’orgoglio assassino.

Detto questo vorrei far riflettere su alcuni fatti inquietanti…
La stragrande maggioranza delle molestie su minori avviene in ambito famigliare o parentale… con buona pace degli strenui difensori della famiglia tradizionale. La quasi totalità dei bambini potenziali vittime di molestie ed abusi hanno significativi problemi di accettazione, si sentono trascurati dai genitori, sono figli di padri assenti, madri frigorifero, genitori troppo presi, in qualche modo, da se stessi. Se il molestatore è un membro della famiglia o del suo entourage il bambino cerca, cedendo agli approcci, di conquistarsi l’attenzione e l’amore che non riceve “normalmente”; se si tratta di un estraneo il discorso non cambia: il bambino cerca fuori dall’ambito famigliare quell’interesse che non riesce a suscitare nei genitori. In una certa misura il bambino diventa complice del suo molestatore: è consapevole di “fare una cosa brutta”, che dev’essere nascosta, però ne ricava l’appagamento del suo bisogno d’essere accolto…

Tutto questo per dire una cosa sola: per “tenere al sicuro” i nostri figli dagli approcci dei pedofili non c’è metodo migliore che dar loro quelle attenzioni, quell’amore, quella considerazione di cui hanno un disperato bisogno.

La pedofilia si cura con metodologie psicologiche… ma si sconfigge a partire dalla costruzione di un rapporto affettivo ed aperto con i nostri figli.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Certe notizie mi lasciano alquanto sconcertata e sinceramenre disgustata. Come si fa a dare la possibilità a tali individui di celebrare un giorno in cui si usa violenza su creature tanto innocenti e indifese? Mi viene il volta stomaco! E mi auguro che lo Stato intervenga in qualche modo o se non fa lui conto che le gente si adoperi per porre un freno a simili scempiaggini dell'umana decenza.

elena ha detto...

Grazie delle belle parole, Equo carissimo... ma che io sia "riflessiva" è solo un'idea: basta che ti vai a leggere il commento che ci ho lasciato, a quell'articolo...

Blue ha detto...

Delle parole bellissime Maestro,come sempre...

ps: scusate tutti l'assenza prolungata!

Capitano ha detto...

Amarsi è una scelta delle due persone che si amano. Il pedofilo lascia la possibilità di scegliere al bambino/a nei confronti del o della quale riversa le proprie pulsioni sessuali? non credo, anche perchè al soggetto minore manca la maturità per capirlo. In pratica è come uno stupro...

I bambini sono il futuro: combattere contro la pedofilia significa preservare il nostro futuro. [ma come??]

[cerco quel porto, ma come dici tu, è ben presto per fermarmi...]

Un abbraccio
Y SUERTE

Equo ha detto...

Ma che bello risentirti, Blue! Ci sei mancata :-)
Concordo, Capitano: anche "usare" il bisogno dei cuccioli d'essere accettati per indurli a giochi sessuali è una violenza della peggior specie.

Anonimo ha detto...

Buonasera, capito qui per caro e se posso, mi permetto di lasciare la mia opinione.
Devo farti i complimenti Equo, per la tua proprietà di linguaggio. Fa si che i tuoi post siano una lettura piacevole. Questo in particolare però mi suscita una riflessione fastidiosa.
Sebbene in questa parafilia esita come sottoclasse la figura del pedofilo vittima e carnefice, questo dualismo non sempre è presente. Il pedofilo, non è un individuo malato. O meglio l'uomo che sceglie di riversare le sua attenzioni sessuali, spesso è perfettamente conscio di commettere un reato, una violenza e non un atto d'amore, è, giuridicamente parlando, capace di intendere e volere. E' ed proprio questo crimine, la decisione di fare del male ad esaltarli e a procurargli piacere.
Esiste anche il sottogruppo che non si rende conto, che pensa di compiere un atto d'amore, e possiamo definirli malati. Ma purtroppo, se guardiamo le statistiche sono una minoranza.
L'infermità mentale quella che spesso "invocano" gli avvocati non è così frequente come dovrebbe. §Sarebbe più semplice pensare "Ma quello è un matto...Ha fatto così perchè non ci sta con la testa..."
Sicuramente sarebbe più rassicurante e non ci farebbe dubitare del vicino di casa o dell'edicolante. Non è poi così lontana da noi quella linea sottile che divide l'uomo onesto dal criminale. A volte basta un passo, e tornare indietro non è tanto facile.

Equo ha detto...

Caro anonimo: qui ognuno può lasciare la propria opinione, che è sempre rispettata, anche quando non sia condivisa. Personalmente ho notizie diverse sulle percentuali statistiche dei "pedofili ex-molestati",...ma non è questo il punto. Come possiamo definire il desiderio sessuale verso un essere umano non ancora sessualmente maturo, se non "malattia"? Forse "perversione"? E' questo un termine che lascio volentieri ai moralisti: dal mio punto di vista sempre di "malattia psichica" si tratta... Certo: di una di quelle malattie che rappresentano un pericolo per la società e che, quindi, vanno contenute e debellate, ma assimilare tutti i pedofili con coloro che vogliono far del male ai bambini (come fanno i media per amore della notizia) non ci aiuta a capire: tanto per fare un esempio classico Lewis Carroll, l'autore di "Alice nel paese delle meraviglie" e del suo seguito "Dietro allo specchio", era un noto pedofilo che mai e poi mai avrebbe sfiorato con un dito una bambina. Gli "Orchi" esistono, certo...ma la caccia alle streghe non ha mai dato buoni frutti. Anche a me (che sono padre) scatta di fronte a certi episodi l'istinto di protezione ed il desiderio di trovare una soluzione semplice e definitiva al problema...ma credo d'essere anche consapevole che per debellare la pedofilia ci sia , in realtà, una sola soluzione, tutt'altro che semplice: costruire una società in cui il sesso sia qualcosa di naturale e solare e, quindi, non senta più "il bisogno" di prendere strade devianti. Detto questo confesso apertamente che mi è capitato, a Bangkok, di spaccare il naso ad un Australiano che stava "rimorchiando" una bambina di 7/8 anni! Non ho, però, vissuto quell'episodio come una "soluzione possibile": lui ci avrà riprovato una settimana dopo, quando io non c'ero... Se avessi potuto condurlo lungo un percorso di comprensione delle radici antiche del suo problema, sarebbe stato molto, molto meglio. In ogni caso... ben venuto a bordo e, la prossima volta, lascia un nome qualsiasi...così che non mi debba rivolgere a te "anonimamente" :-)

Anonimo ha detto...

Il problema di un argomento come questo è che si tratta di qualcosa di talmente vasto, complicato e ramificato, che mi trovo nella curiosa situazione di essere d'accordo con praticamente TUTTI gli interventi che sono stati fatti, sia qui sia sul mio sito. Secondo me, come ho scritto in quella sede, il problema è che per la nostra società la pedofilia è un tabù assolutamente inviolabile, e proprio per questo scatena delle reazioni istintive ed emotive molto violente. In altre società e in altri tempi l'attenzione degli adulti verso i bambini era considerata e insegnata in modo diverso e mi spingo persino fino a fare l'ipotesi che, in quel particolare contesto, i bambini non subissero un trauma, come accade oggi, ma integrassero l'esperienza all'interno di una cornice culturale che la conteneva come "normalità", e la vivessero in modo più positivo. Questo non significa che noi oggi siamo in una società diversa, e non possiamo prendere spunto da qualcosa che avveniva tremila anni fa, in condizioni del tutto differenti, estrapolando una frase o un comportamento e cercando di replicarlo qui ed ora. Né dico queste cose per difendere chicchessia. Ci tenevo solo a sottolineare come le reazioni siano frutto della violazione di un tabù e che il nostro rapporto con la pedofilia sia fondamentalmente arbitrario e culturale, come qualsiasi altro prodotto della società umana.

Dopodiché, sono perfettamente d'accordo con equo quando spacca il naso agli stronzi che vanno a fare turismo sessuale con i ragazzini in oriente. E quest'idea del giorno dell'orgoglio pedofilo fa storcere parecchio il naso anche al sottoscritto.
Il punto è: dovremmo vietarla? Cioè, è lecito vietare l'espressione di un'idea, per quanto scomoda e per quanto ci troviamo in disaccordo, per quanto la troviamo paurosa e inquietante? Non è che questo arriva pian piano a creare dei precedenti e ad avvalorare una censura preventiva che poi, un domani, può essere usata anche contro altre forme di espressione? Secondo me bisogna sempre stare molto attenti. Credo che equo abbia ragione quando dice che la soluzione è avere un rapporto umano migliore con i propri figli, tanto per cominciare. Lavorare sul "pro" in contrapposizione a quanto detto, piuttosto che lavorare sul "contro" impedendo che venga detto in primo luogo.
Scusate la verbosità =)

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie