domenica 8 aprile 2007
IL MIO E' MEGLIO DEL TUO !
Ho cantato vittoria troppo presto: i problemi informatici continuano ed il collegamento in Rete va e viene. Vabbé: quando viene io ci provo. Scusate eventuali altri ritardi: non dipendono da me. Nel frattempo...
Bene. Da dove ripartire, dunque?
Magari da una banale considerazione che, poi, tanto banale non è: il 120 per cento delle questioni che angustiano la nostra esistenza, degli stati d’animo che c’impediscono di vivere sereni, nasce da problemi di rapporto con gli altri.
Perché ho scritto 120 per cento? Semplice: perché dai rapporti con gli altri scaturiscono la totalità dei nostri problemi reali… più una buona percentuale di quelli che esistono solo nella nostra mente.
Migliorare la nostra capacità di “animali sociali”, affinare le nostre doti di “comunicatori”, imparare a confrontarsi con gli altri in modo più produttivo, sono gli ingredienti per un sostanziale miglioramento della nostra vita
Da cosa nasce, in realtà, il problema? Da molti fattori… ma, oggi, ne vorrei esaminare uno solo, prendendo in prestito le simpatiche “categorie” inventate (per così dire) da Germano Squinzi, un geniale reinterprete della classica Analisi Transazionale…
Il più delle volte, quando ci misuriamo con qualcuno (praticamente sempre, insomma, se non siamo degli eremiti) ci mettiamo inconsciamente a giocare a “il mio è meglio del tuo!”
Ovvero: le mie idee sono migliori delle tue, il mio sesso, la mia nazione, la mia religione e via dicendo, sono… “cose più giuste” o, addirittura, le uniche giuste!
Questo vale per le faccende più futili (il tubetto del dentifricio si schiaccia dal fondo e non da metà come fai tu!) sino a quelle veramente drammatiche (la nostra è una razza superiore!).
A questo gioco, inevitabilmente, c’è chi vince e chi perde… ma il perdente si vede praticamente costretto (psicologicamente costretto) ad iniziare un gioco nuovo che (sempre nella pittoresca definizione dello Squinzi) si chiama: “t’ho beccato, figlio di puttana!”
In altre parole inizia ad operare per costruire la propria rivincita, per cogliere in fallo chi lo ha umiliato e rendergli pan per focaccia.
Qualora ci riesca, ovviamente i ruoli s’invertono ed è il turno dell’ex vincitore, ora sconfitto, di mettersi in agguato in attesa di una nuova occasione di riscatto, in una guerra infinita che può solo produrre rabbia e dolore per entrambi.
Si può far qualcosa per evitare d’entrare in questo buio tunnel a spirale?
Voi che dite? Se pensassi che non c’è soluzione… cosa scriverei a fare? :-)
Il rimedio consiste semplicemente in questo: uno dei due (come sempre il più “forte”, il più sicuro) deve cambiare gioco, deve mettersi a giocare al “gioco dove si vince in due”…
Credetemi: in OGNI situazione, per complessa che sia, esiste la possibilità di un “pensiero trasversale” che ci faccia uscire dalla logica aberrante del conflitto e dalle sue conseguenze. Qualche volta non è facile da individuare, lo ammetto; qualche volta si maschera con molta abilità… ma esiste sempre un modo per uscire entrambi vincitori…
Per ora farò un solo esempio, più avanti ne vedremo altri, se sarà il caso.
Bob Hoover era un pilota acrobatico. Un giorno partecipò a San Diego ad una manifestazione nella quale si esibivano sia dei jet, come il suo F51, sia aerei storici ad elica. Aveva appena iniziato le sue evoluzioni quando entrambi i suoi motori si spensero. Bob comprese che poteva esistere una sola causa capace di bloccare contemporaneamente i due reattori: l’addetto al rifornimento a terra aveva messo nel suo serbatoio benzina avio, adatta agli aerei ad elica, anziché il kerosene per i jet!
Non aveva, però, tempo per meditarci troppo sopra: l’aereo stava precipitando e rischiava di cadere sul numeroso pubblico che assisteva alla manifestazione! Con molto sangue freddo e ricorrendo a tutta la sua abilità di pilota Bob Hoover riuscì a controllare la planata, a passare pochi metri sulla testa della gente ed a compiere un miracoloso atterraggio di fortuna in una zona non distante, ma deserta.
Ora immaginatevi la situazione: lui scende dalla carlinga, tremante e con l’adrenalina a mille… e si vede venire incontro proprio l’addetto al rifornimento che si è reso conto del drammatico errore commesso e che procede verso di lui come se andasse al patibolo, certo di prendersi quanto meno una sfuriata epocale, se non un cazzotto sul naso, e sicuro che la sua distrazione, che poteva causare una strage e la morte dello stesso Bob, gli costerà il posto di lavoro.
Ma Bob Hoover ha fatto certi percorsi e, anche se in questo confronto potrebbe vincere a redini basse, prima di scagliarsi contro di lui si ferma, respira, riflette e si domanda: "Esiste un modo per vincere in due?”
Così, quando il meccanico gli arriva di fronte con le orecchie basse, gli mette un braccio attorno alle spalle e gli dice, più o meno:
“Ok, amico. Hai fatto una gran bella cazzata! Tanto grande che sono certo che a te non capiterà mai più. Per questo voglio che, d’ora in avanti, sia sempre tu a far rifornimento al mio aereo!”
Quel gesto di Hoover fece il giro di tutti gli aeroporti degli Stati Uniti, suscitando l’ammirazione dei meccanici, ed il suo aereo divenne il più controllato e coccolato della storia dell’aviazione americana.
Avevano vinto entrambi qualcosa e, detto per inciso, divennero anche grandi amici.
Si può fare: la prossima volta che state per iniziare una discussione o, peggio, una lite provate a domandarvi: “Che posso fare perché si riesca a vincere in due?”
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21 commenti:
Ok ma come?
Anzitutto BENTORNATO!! Avrai notato che anch'io sono in stato di latitanza perenne, per problemi diversi ma purtroppo non facilmente risolvibili.
Quanto al vincere in due credo sia un'idea splendida ma.. come si pratica? Ad esempio vorrei tanto chiederti come sarebbe possibile in una situazione specifica.. ma non ho la tua mail e qui non mi sembra il caso.
Se ti va contattami, sul mio profilo la mia è indicata.
A presto!
ire
Anch'io mi sto domandando come si fa...ma tanto ormai c'ho fatto l'abitudine: mi sa che sono una pessima allieva dal lato pratico :)
Poi proprio in una situazione come quella...non ce l'avrei fatta!
La mia impulsività vince su tutto, non mi fa ragionare. Poi magari ci ripenso e ritorno sui miei passi, ma prendo subito fuoco...
Anch'io mi sto dibattendo in un dilemma che riguarda chi far vincere... e lo sai benissimo. Solo che sono così depressa ed esausta che anziché pensare a come far vincere un po' tutti, sto pensando a come eliminare la causa... cioè me. Ma nulla di drammatico. Una responsabilità come la Fuoriserie Testarossa impone l'esclusione di colpi di testa definitivi... anche se non risolve il problema.
Per tua sfortuna, me ne sentirai parlare ancora presto...
Suerte, Maestro!
Ho pensato spesso a questa storia…
E sono arrivato alla considerazione che finchè consideravo l'"altro" un "nemico" da battere, non riuscivo a cogliere il senso di questa strategia...
Specialmente nella situazione peggiore in cui l'"altro" si comportava davvero come "nemico"...
Poi ho colto l’enorme forza che porta in se la possibilità dei nostri atteggiamenti di incidere sugli eventi, verificando i cambiamenti che ciò può determinare.
Il valore comunicativo, anche quello inconscio, delle nostre decisioni (quindi del nostro comportamento) è molto profondo.
A quel punto mi sono chiesto: perché devo far perdere entrambi? solo per non dare la soddisfazione all’altro di vincere??
Per tanti anni mia mamma ha preferito “ingoiare amaro” non cedendo alla tentazione di mandare a quel paese le due sorelle più giovani che, con un atteggiamento astioso cercavano di fare solo i loro interessi, facendo gravare unicamente su di lei gli oneri e la responsabilità della loro madre anziana… per anni ha cercato di mantenere i rapporti di amore fraterno al meglio che potesse, anche nei momenti più bui culminati, con una disgrazia, nella morte di mia nonna… anche quando noi, un po’ esasperati dalla situazione, la invitavamo a farsi valere con toni un pò più infervorati…
Alla fine ha avuto ragione lei…
Alla fine hanno vinto tutti…
Perché adesso, a distanza di anni, le sorelle di mia mamma hanno un atteggiamento, verso di lei, completamente diverso.
Hanno probabilmente colto il messaggio che, alla fine, ha preso il sopravvento...
“”“non possiamo combattere l’uno contro l’altro se io rimango in pace… se io non combatto, se io ti trasmetto amore, non può esserci guerra se non siamo in due a combatterla…”””
E’ questo un grande insegnamento che, inconsciamente, mia mamma mi ha trasmesso e che solo da poco ho davvero compreso… possiamo vincere, se lo vogliamo… possiamo vincere in due…
Sicuramente questo atteggiamento costa dei sacrifici, ma che non sono forse minori rispetto ai patimenti che dovremmo subire nel caso in cui perdessimo “tutti”…
Certo, essendo esseri umani, non sempre è così facile tenere a mente questa “lezione”…
La mia ultima riflessione/domanda parte da un presupposto che potrebbe sembrare egoistico, ed è questa: quando dobbiamo prendere delle decisioni “comportamentali”, pensiamo a quanto “costa” anche solo a noi il “non far vincere entrambi”??
(presupposto egoistico che in realtà non lo è affatto perché, poi, un atteggiamento che ci porta dei vantaggi incide positivamente anche su chi ci circonda).
Spero di essere riuscito a rendere comprensibili i pensieri che avevo in testa…
Abbracci
Sethar, scusa ma come sempre io rigiro le cose come mi aggradano... o come le subisco (per ora). Capisco il tuo discorso e lo apprezzo - il che non significa banalizzarlo o dire che è facile, assolutamente no.
Ma... se invece di essere una delle due parti in causa tu fossi solo uno spettatore (o la causa scatenante ancorché involontaria) ed i due "litiganti" fossero sì nemici, in certo qual modo, tra loro, ma fossero entrambi molto legati a te? Lo so, detto così rischia di essere - e restare - una pura provocazione. Ho detto tutto e non ho detto nulla, cosa mi aspetto che tu mi possa rispondere??? Dovresti davvero avere la sfera di cristallo... ma se hai qualche consiglio, sono tutta orecchi...
Suerte para todos!
M'insinuo in una finestra di possibilità, ovvero sfrutto un momento nel quale il PC, stranamente, mi lascia collegare...
Istanbul: appena risolti i problemi informatici provvederò a scriverti, ma, in ogni caso, credo che non comporti nessun problema rendere pubblica la mia mail, per cui: abiettib@libero.it : utilizzatela pure tutti senza problemi e scusate se, sempre per via dell'attuale precarietà di connessione, non sarò tempestivo nelle risposte.
Skakkina: non ho mai detto che sia facile (per un sacco di tempo non l'ho neppure pensato...non hai idea di che allievo pessimo fossi io ! ) Tuttavia i neurofisiologi stanno scoprendo cose incredibili sulla "plasticità" del nostro cervello: in soldoni alcuni comportamenti inducono modificazioni fisiologiche nel cervello, che, a loro volta, rendono via via più facile il mantenere quei comportamenti stessi. Purtroppo vale sia per gli atteggiamenti "positivi" che per quelli "negativi": ogni volta che "cediamo all'impulso", ad esempio dell'ira, è come se ci allenassimo ad essere sempre più irosi; ma ogni volta che scegliamo (magari con uno sforzo) di praticare (sempre per esempio) la tolleranza, impariamo a diventare più tolleranti. Forse vale la pena di provare...
Sethar: niente da aggiungere...Stai facendo un eccellente uso delle lezioni della vita...e di quella bellissima persona che è tua madre.
Elena: in primis è ovvio che la cosa riguarda quelle altre due persone...tanto vicine a te e tanto lontane tra di esse. E' chiaro che dovrà essere uno di loro ad impegnarsi nella ricerca di una strategia di doppia vittoria. Tuttavia tu hai un grosso potere: l'ascendente che hai su entrambi e l'affetto che essi riservano a te. Potrai usarlo: anche se in modo distorto entrambi vorrebbero la ta felicità...e questa sboccerà solo il giornmo in cui...vincerete in tre. Ne so ancora roppo poco per indicare una tattica precisa...ma rimedieremo presto, non è vero?
OK: non so per quale alchimia 'stamattina il PC entri in rete dopo un'ulteriore settimana di latitanza, ma domani un amico dovrebbe installare una nuova scheda di connessione... Incrociate le dira, please.
PS: la paura che la connessione salti da un momento all'altro non mi fa correggere gli errori di battitura.
Sviluppate l'immaginazione per capire il contesto, va bene? Thx
Proverò ad "allenarmi" e ti farò sapere... :)
Sai, quello che dici è solo apparentemente scontato: sapessi quante volte ho pensato - e penso - "e vabbè, sono così, che ci posso fare?"
Partiamo dalla cosa piu “facile”, Elena… ...partecipa ad uno dei corsi di Equo;
il cambiamento che queste persone vedranno in te li convincerà a frequentare il corso a loro volta e… il gioco sarà fatto… :-)
L’alternativa (parto sempre da esperienza personale) (anche se la tua situazione descritta non è chiarissima), sempre tenendo presente il discorso di fondo già sviluppato, passa attraverso un percorso fatto di tentativi ed errori in cui il cercare di mettere a nudo la propria anima è la prima cosa da fare (magari mettendo anche in discussione il precario equilibrio raggiunto con queste persone) e coniugando il tutto con il coraggio vero che occorre per poter chiedere davvero aiuto a chi ti sta vicino (in questo caso probabilmente proprio a queste persone, in maniera chiaramente separata).
Può sembrare tutto molto teorico, ma partire dalle proprie debolezze (avendo la costanza di non cedere nel breve periodo) è la prima cosa da fare per far si che anche le persone intorno a te siano portate a fare altrettanto…
In questo Equo potrà esserti molto più d’aiuto di quanto non possa fare io con delle semplici parole…
Capisco che forse le mie parole probabilmente non rendono appieno le idee che ho in testa e che vorrei sviscerare e quindi, già che ci sono, concludo con un altro scritto…
Questo è di Pierre Cluilbert
LA PACE VERRA' SE...
Se credi che un perdono
và più lontano di una ripicca.
Se sai cantare la felicità degli altri e danzare la loro allegria.
Se puoi ancora ascoltare l'altro quando ti fa perdere tempo e donargli un sorriso.
Se sai accettare la critica e farne tesoro senza respingerla e difenderti.
....ALLORA LA PACE VERRA'.
Elena, non avevo fatto l'aggiornamento della pagina e quindi non mi ero accorto che Equo ti aveva già dato indicazioni più precise di quelle che poi ho scritto io... Sorry...
Prendile come un'aggiunta...
Skakkina, "sono così che ci posso fare" si può anche tradurre in "sono così, è più forte di me"?
Ma se ci pensi bene, una cosa che nasce da dentro di noi ed è creata da noi, come può essere più forte di noi?? ;-)
Abbracci
Sethar, sorry un accidente! Grazie per l'aiuto che hai cercato di darmi e basta. Equo in questo è un po' (mica troppo) facilitato dal fatto che l'ho inondato di missive "personali" e quindi ha un quadro un filo più... nitido. Ma a parte l'evanescenza della situazione - che non ho volutamente descritto - ogni suggerimento e consiglio è... assolutamente prezioso.
Quanto all'essere come sei, Ska... da molti punti di vista è solo un bene. Sta poi sempre a te vedere di farli diventare ancora di più... ma non sei sola - e lo sai.
Coraggio! Se vuoi diventare come me (ma ci tieni proprio tanto? vecchia rimbecillita e mai maturata??? mah!) ce n'hai ancora un po' di strada... Io non ti tiro e non ti spingo, intendiamoci... non ho nulla di speciale a parte la capatosta. Quanto alla Testarossa... fattela!!! Verrà sicuramente bene. :)
Equo: lo so che vogliono solo la mia felicità... ma io non sono Salomone, né la madre che rinuncia al bambino per amore, né - tantomeno - voglio fare il bambino diviso a metà. Ma sì... rimedieremo presto. O almeno cominceremo il cammino. Il buffo è che uno dei due vede la serenità che l'altro mi dà... e la attribuisce alla mia incoscienza! Ma il resto... alla prossima puntata... intanto grazie!
Namasté.
PPS: solo un'aggiunta per Skakkina...
Se pensassi che "la gente non può cambiare" (sono fatto così, che ci posso fare!)... cambierei mestiere :-))
Però non capisco la faccenda della Testa Rossa. Mi sono perso una puntata?
AHAHAAH! Equo, ti sei perso la puntata più importante della mia vita... Testarossa detta anche Fuoriserie è nientemeno che mia figlia! Non ricordo più dove l'ho scritto (magari l'ho solo pensato...), però è venuta talmente bene (per ora...) che non posso evitare di suggerire a tutti di farne di simili... :)
Tu Equo puoi evitare di provarci, perché ho già visto il risultato che hai (avete, meglio) raggiunto... e spero che la mia eguagli il tuo. Troppo sibillino?
Sethar: sì, è proprio così l'equazione...il fatto è che pensi di essere nato con certe caratteristiche caratteriali, allo stesso modo in cui hai gli occhi di un colore o di un altro; ed in parte è vero, ma buona parte di quello che siamo lo dobbiamo anche alle nostre esperienze, al nostro vissuto: quindi con altre esperienze possiamo sì modificarlo..sempre entro i limiti della propria personalità, senza certo snaturarsi. Abbracci pure a te :)
Equo: no, non cambiare lavoro! ;) spero di poterti vedere "all'opera" prima o poi, ti stanno facendo un'ottima pubblicità, se pure ne avessi bisogno...
Elena: la capatosta? "Ti pare poc"? Tanto per ripetermi...beh, quella magari ce l'ho pure io, per la Testarossa...non vedo l'ora! Anche se certo sarà di un altro colore, un altro modello ;)
Quanto al resto...lo sai! E spero di conoscere pure te...
Ci facciamo una birretta tutti assieme su second life? ;)
Namastè a tutti, e GRAZIE a tutti!
Ska, no... NO!!! Su second life NO! Senti, lo so che siamo tutti cronicamente senza soldi... però la birretta voglio farmela con voi veri, non virtuali. E non è così impossibile. Credici!
Per la TUA Testarossa... guarda, che sia del colore che vuole (tanto sceglie lei!), ma sarà sicuramente bellissima. O bellissimo. :) E, naturalmente, edizione unica! :)))
Pienamente d'accordo su quanto hai scritto """buona parte di quello che siamo lo dobbiamo anche alle nostre esperienze, al nostro vissuto: quindi con altre esperienze possiamo sì modificarlo..sempre entro i limiti della propria personalità, senza certo snaturarsi"""
Chiaro che non dobbiamo snaturarci, ma snaturarci rispetto a cosa?
Sei sicura di ciò che sei esattamente?
Scoprirlo potrebbe sorprenderti positivamente... :-)
Rivisitare il nostro vissuto ci aiuta a "vederlo e sentirlo" in maniera diversa e ad essere meno legati dai condizionamenti che non ci consentono di vivere e pensare in modo differente e più positivo... Abbracci
Ok Elena... Quello che ho scritto vale comunque... :-)
La mia settimana lavorativa finisce qui...
Mi trasferisco dal Piemonte alla Liguria dalle mie donne...
Anch'io ho una piccola fuoriserie di tre mesi da coccolare...
Abbracci a tutti...
Oddio, Sethar!!! Mo' mi crollano tutte le certezze....però un po' mi intriga la cosa, sai? se perdessimo totalmente la memoria, azzerassimo i nostri ricordi coscienti...saremmo totalmente diversi? Ripeteremmo i nostri errori? O saremmo puri e candidi come un foglio bianco, come quando eravamo bambini e la nostra vita e ancora doveva essere scritta?
Ele: va bene, va bene! Facciamo first life, allora... prima o poi :)
Ma che bel posto, questo...un abbraccio a tutti voi e alle vostre fuoriserie!
Probabilmente se perdessimo totalmente la memoria e azzerassimo i nostri ricordi coscienti...saremmo quasi totalmente UGUALI...
Perchè razionalità ed emozionalità e bisogni primari (così come situazioni estreme) stanno in tre cervelli separati e distinti: razionale - emozionale - rettiliano (non lo dico io ma il neurobiologo americano McLean).
Così anche se razionalmente non ricorderemmo nulla, i nostri vissuti sarebbero sempre li dentro di noi a "lavorare"...
La controprova l'ho avuta nei corsi di Equo; è successo, infatti, che diverse persone, pur non ricordando un certo fatto, magari drammatico, della loro vita (che quindi razionalmente era stato rimosso) ne erano influenzati a tal punto che ne subivano il relativo condizionamento!! Esempio: donna che aveva forti difficoltà a rapportarsi con gli uomini che, attraverso un percorso del corso, improvvisamente ricordava un episodio di molestie da parte di un vicino di casa!!! Capisci quindi il problema di cui sopra da cosa derivava?!?!?!
Interessante comunque questa disamina...
Adesso però devo proprio scappare in Liguria a coccolare le mie due donne...
Abbracci a tutti...
La domanda di Skakkina merita un tentativo di risposta seria... Allora: scienziati, filosofi e varia umanità si sono scannati per millenni per stabilire se contasse di più il genotipo (i nostri caratteri ereditari) od il fenotipo (l'influenza ambientale ed esperenziale). Adesso, con grave rammarico dei genetisti, abbiamo completato la mappa del genoma umano e stiamo assegnando la sua funzione ad ogni gene e, tra le altre cose, veniamo a scoprire che, sul piano caratteriale, la genetica ci fornisce esclusivamente delle predisposizioni e che, quindi, saranno le esperienze a decidere se saranno attivate ed esaltate o inibite. Di più: come dicevo in altra sede le ricerche del gruppo "Mind anf Life" dimostrano che il cervello stesso è "plasmabile" (proprio in senso fisiologico) e che, quindi, i nostri "vissuti" hanno effetti anche sulla sua struttura. In altri termini, come diceva il buon vecchio Corto Maltese, "...il destino ognuno se lo traccia con le proprie mani..." ma, aggiungo io, qualche volta serve anche la mano di un altro perché (come dicono i Giapponesi) "lo specchio riflette ogni cosa. Tranne se stesso"". Se ci fosse cancellata la memoria (od anche solo imparando a guardare con occhi diversi le esperienze del passato) riavremo le nostre "potenzialità" intatte...ma se quegli occhi non cambiano finiremmo per ripercorrere la stessa strada. Come diceva il mio amico Carlo all'inizio degli "stages": "Noi vi possiamo dare una mano... ma il cuore dovete mettercelo voi!". Namasté.
...allora neanche con una bella botta in testa posso diventare una persona più paziente, meno permalosa, meno malinconica e pessimista...c'avevo quasi creduto...
scherzo: dopo 30 anni insieme a me stessa...mi sono affezionata! ;)
Ma sono pronta anche ad acquistare la forza e le capacità per darle una bella strigliata quando se la merita, a questa "me stessa"! Sempre con un bel pezzo di marsiglia... :)
Grazie delle vostre risposte mai banali
Namasté
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