domenica 22 aprile 2007
BANCHE, INCENDI ED ALTRE AMENITA'
Immaginiamo (non sarà certo difficile) d’essere di fronte ad una situazione che richieda, da parte nostra, la scelta di un comportamento preciso. Quanto meno ci si apriranno di fronte, quale che sia la circostanza, almeno tre possibilità: possiamo attendere, ovverosia non fare proprio nulla nella speranza che la crisi si risolva da sola; possiamo scappare, cercare, cioè, di sfuggire il problema; oppure possiamo affrontare la situazione stessa alla ricerca di una soluzione
Qual è la decisione giusta?
E’ questa una domanda che non ha alcuna possibile risposta… se non conosciamo altri dati, se non possediamo altri elementi informativi su ciò che ha generato la nostra necessità di operare una scelta!
Ognuna delle soluzioni prospettate può essere quella più corretta e, nello stesso tempo, può portare ad un disastro.
Facciamo alcuni, banalissimi, esempi…
Supponete che, essendo impiegati in qualche istituto bancario, vi accada, per una sciocca distrazione, di restare rinchiusi in una camera blindata durante il periodo della pausa per il pranzo. Affrontare la situazione, ad esempio scagliarsi con pugni e calci contro la pesante porta in acciaio, sarebbe, con bella evidenza, non solo inutile, ma anche potenzialmente pericoloso. E’ altresì evidente che ogni via di fuga vi è sostanzialmente preclusa e correre in cerchio come uno scoiattolo sulla sua ruota non vi porterà lontano. D’altra parte voi sapete che, di lì a poche ore, qualcuno dei vostri colleghi aprirà certamente la camera ridandovi la libertà ben prima che la scarsità d’aria disponibile possa arrecarvi qualche problema. Ne consegue che la scelta corretta, in questo caso, è quella di attendere, di non fare nulla, risparmiando nel contempo le proprie forze aspettando la certa soluzione della crisi che sopraggiungerà senza alcun bisogno del vostro intervento.
Se, però, invece che in una camera blindata vi trovaste imprigionati in una stanza che sta andando a fuoco è ovvio che un comportamento analogo porterebbe a conseguenze ben diverse! Di fronte alle fiamme l’attendere una loro improbabile estinzione spontanea potrebbe costarvi la vita. Anche in questo caso, nondimeno, l’irruente lanciarsi verso il fuoco per affrontarlo direttamente nella speranza di respingerlo è fortemente sconsigliato: in questa seconda situazione prospettata la fuga è senza dubbio la soluzione più idonea.
Immaginate ora che tra le stesse fiamme non ci siate voi, ma una persona che vi è cara e che, per le ragioni che preferite, non sia in grado di salvarsi da sola: attendere equivarrà a condannarla ad una morte atroce; fuggire, allontanarsi dal luogo dell’incendio, otterrà lo stesso drammatico risultato: nella presente circostanza dovrete vincere paure e reticenze e affrontare con decisione la fiammeggiante difficoltà che vi si è parata di fronte!
Purtroppo nella nostra vita di ogni giorno le difficoltà non sempre si presentano con una caratteristica ben precisa e tale da consentire una loro immediata classificazione: a volte la “camera blindata” si traveste da “incendio” o, per lo meno, in questo modo appare ai nostri occhi…
Così succede a tutti, con una frequenza indesiderabile, di agire tempestivamente quando sarebbe opportuno fermarsi a riflettere, di tentare di sfuggire situazioni che andrebbero piuttosto affrontate prima di peggiorare e diventare irrisolvibili o, quanto meno, assai più intricate, di temporeggiare dubbiosi, invece di correre ai ripari.
Possiamo sperare di apprendere a individuare con ragionevole certezza la cosa giusta da fare in ogni circostanza che richieda una scelta?
Se è vero (come io credo) che le risposte giacciono nel nostro spirito, sì…ed il racconto di un altro dei miei famigerati aneddoti chiarirà parte del mio pensiero…nella prossima puntata.
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9 commenti:
E va bene... anche questa volta "aprirò le danze"! Però non dico nulla. Tranne che sono pronta ad imparare a distinguere le situazioni e, quindi, a sapermi comportare... anche perché, ancora un po' che aspetto...! :)
Namasté.
Apprendere a individuare con ragionevole certezza la cosa giusta da fare in ogni circostanza implica, comunque, come ha scritto Equo, una scelta…
La mia provocazione è: “siamo pronti a fare questa scelta?”
In genere tutti si aspettano qualcosa da noi e noi ci aspettiamo qualcosa dagli altri.
Così tutti si aspettano chissà cosa da tutto e da tutti e, nel frattempo, continuiamo ad aspettare…
Da piccoli, normalmente, ci insegnano ad agire con prudenza.
AGIRE CON PRUDENZA
Crescendo questo messaggio, a causa dei condizionamenti, può distorcersi nella nostra mente fino ad arrivare ad essere
LANGUIRE PER PAURA
Agire con prudenza vuol dire semplicemente prendere in considerazione la realtà con molta attenzione prima di scegliere il modo in cui FARE qualcosa.
Ma in ogni caso, il FARE è imprescindibile.
Non ha senso tirare in ballo la prudenza se essa non prelude ad un qualche FARE.
In caso contrario, essa diviene PAURA e la PAURA genera l’attaccamento ad uno stato, che poi non si vuole più cambiare.
Però, poi, basta guardarsi in giro per accorgersi che l'immutabilità è illusoria e che il FARE è, quindi, l'unico modo efficace per ottenere un cambiamento.
Anche l’aspettare nel caveau di una banca, nell’esempio di Equo, è fare qualcosa, perché non è un’attesa fine a se stessa, ma è l’elaborazione di un pensiero che ci porta ad una decisione.
Il vero danno che può verificarsi, a mio parere, consiste nel “non agire” per timore di sbagliare.
Quanto abbiamo paura di sbagliare?
Sethar, Sethar... avevo detto che me ne stavo zitta e buonina: perché mi provochi? Già devo (voglio) resistere per altri versi... :)
Perchè vuoi resistere Elena?
E a cosa poi? :-)
Perché mica posso dargliela vinta a questa manica di egoisti dementi!!! Ecco perché!
Più in specifico (cioè rispetto a questo sito) devo resistere fino almeno al primo corso... o no?
E devo resistere anche all'egocentrismo che mi caratterizza. Direi che basta... :)
Non resistere troppo Elena... :-)
Buon week end lungo a tutti (per chi può!!) :-)
Per quanto mi riguarda, ci si rivede su questi "schermi" il 2 maggio.
Abbracci
Ciao Sethar!!! Saluti a te e alle tue donne!
.Grazie.
.Ci ho messo vent'anni a capirlo e mi ci voleva uno schemino con quattro parole in croce.
.Ma ci sono arrivata, adesso, che le vie sono tre e non una.
Chiedo scusa, Vento.oo... Anche a me, ogni tanto, arreca un po' di fastidio dover schematizzare, ma il "mezzo" è quello che è. Per tutti coloro che amano andar più a fondo...parliamone :-)Comunque sono lieto per te se ora, dopo vent'anni, riesci a discernere e scegliere con ragion veduta.
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